Epilogo

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(Lauren p.o.v.)

Il viaggio in aereo verso Miami è stato un incubo. Camila ha stretto la mia mano per tutto il tempo ma nonostante questo non sono riuscita a tranquillizzarmi.

Normani diceva che l'aver già conosciuto la mia vera madre, seppur inconsciamente, avrebbe aiutato ma si sbagliava di grosso.

Rivederla e rendersi conto che gli occhi che pochi mesi prima mi avevano osservata e studiata erano proprio quelli di Maria Clara Morgado, la donna che mi ha dato alla luce e che mi ha accudita per i primi tre anni della mia vita, aveva dell'incredibile.

Continuo a ripetere a me stessa di non crearmi troppe pretese o speranze. Difficilmente riesco a costruire un legame affettuoso con le persone ed è più che probabile che con lei non avvenga niente di diverso. In quel caso, me ne farò una ragione. La vita va avanti, come sempre.

Ad essere onesti, vorrei tanto che fosse orgogliosa di me e della donna che sono oggi.

Trovare il coraggio di dire ai miei genitori, le persone che mi hanno accompagnato e che mi hanno sostenuto per 17 anni della mia vita, di aver trovato la mia madre biologica non è stato semplice. Ho avuto paura che potessero pensare che il loro affetto nei miei confronti non era stato abbastanza e che, dopo essere risalita alle mie radici avrei dimenticato ciò che loro avevano fatto per me: mi sbagliavo.

Charlize e Mike Jauregui piansero. Piansero di felicità.

Sapevano bene quanto avessi sofferto per essere stata abbandonata e quanto mi facesse rabbia non poter sapere il perché di questo gesto.

Prima di partire ho rassicurato loro che niente e nessuno avrebbe preso il loro posto nel mio cuore. Anche non l'ho mai espresso a voce alta, tengo a loro più di quanto tenga a me stessa. Taylor e Chris non sono miei fratelli biologici ma non importa. Tutti loro, sono stati la mia salvezza e Camila è arrivata a completare l'opera.

In questo momento il portone di casa Cabello è a pochi metri da me. Dietro di esso vi sono le mie paure, i miei dolori, i miei pianti e la mia rabbia. Allo stesso tempo però vi è anche la verità e, in cuor mio spero, un nuovo inizio.

La mia ragazza continua a stringermi la mano ormai informicolata per la forza che sta utilizzando. Anche lei è nervosa essendosi ritrovata inevitabilmente al centro di due fuochi.

Busso titubante.

Passano solo pochi secondi prima che qualcuno venga ad accoglierci.

Sofia si avventa su di noi stringendoci entrambe in un unico abbraccio.

Sono trascorsi pochi mesi dalla nostra ultima visita a Miami ma la piccola Cabello ha visibilmente acquisito ulteriori centimetri d'altezza. Il viso meno paffutello stava ormai perdendo i tipici lineamenti bambineschi e stava mutando a poco a poco in quello di una giovane donna.

Le due sorelle scambiano qualche chiacchiera di benvenuto a cui non presto attenzione.

Dal soggiorno un rumore di passi veloci mi fa alzare lo sguardo. In quel momento i miei occhi incrociano quelli della donna che ho odiato per anni ma che adesso non vedo l'ora di conoscere: mia madre.

È bastato un sorriso, soltanto un suo genuino sorriso per abbattere le barriere che ho innalzato e irrobustito per tutto questo tempo.

Sono molteplici le emozioni che sto provando in questo momento. Sono così forti da farmi piangere.

Camila mi accarezza la schiena infondendomi un po' di coraggio mentre Maria avanza verso di me anche lei con il volto rigato di lacrime.

- Perdonami Lauren -. Istintivamente avvolgo le braccia intorno alle sue spalle e nascondo il viso tra i suoi capelli lasciandomi andare ad un pianto liberatorio.

Destiny's Game - Il gioco del destino (Camren) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora