Il tribunale

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Pov's Levi

La prendo al volo e faccio scorrere i cavi del movimento tridimensionale fino a toccare il suolo. Ha rischiato grosso. La guardo, ha il volto sofferente con del sangue che le attraversa il viso.
Mi accosto ad un albero sedendomi sull'erba e poggio (t/n) a me. Prendo delle bende e il kit di primo soccorso, le disinfetto le ferite e le fascio la fronte coprendo la ferita dietro la testa.

Deve riposare. L'appoggio delicatamente sul mio petto scostandole i capelli dal viso. Distolgo lo sguardo da lei e poggio la testa all'albero per guardare il cielo, coperto quasi del tutto dagli alberi.

Osservarla durante la prova era uno spettacolo. Ci ha impiegato solo 7 minuti ad eliminare 26 sagome, riuscendo ad evitare le trappole. La guardo di nuovo. Mocciosa del cazzo. Se solo avesse finito di ascoltare in cosa consistesse la prova... È una ragazza troppo indisciplinata, sfiduciosa e avvenata. Ma non riesco a togliermela dalla testa. Dopo qualche minuto riprende conoscenza e alza la testa per guardarmi, per un momento il mio cuore ha un sobbalzo quando vedo i suoi grandi occhi (c/o) fissarmi con confusione.

«Cosa...» dice cercando di alzarsi senza successo «Ahi! Che male!» si prende le tempie con le mani e torna ad appoggiarsi a me. La avvolgo con le braccia «Non hai completato la prova, ti mancano 4 sagome»
«Per quel che m'importa»
«Dovrebbe importarti, il capitano non sarà contento»
«Chi, quello biondo? Ma chi se lo fila» mi alzo prendendola in braccio «No, intendo tuo padre» dico dirigendomi verso il cavallo «Non vuoi dimostrargli di essere migliore di come lui crede?» si acciglia.

«Si» dice abbassando lo sguardo.

La poso a terra, salgo sul destriero e le porgo una mano per aiutarla salire. Lei la stringe e si posiziona dietro di me. Quando il cavallo inizia a galoppare (t/n) mi stringe da dietro poggiando la testa alla mia schiena «Per la cronaca...» dico «La prova l'hai superata divinamente» mi stringe più forte «Lo farò presente al comandante» fece passare 10 secondi prima di rispondere.

«Grazie»

Pov's (t/n)

Arrivati al quartier generale, Levi mi chiede di seguirlo e arriviamo davanti ad un grande portone di legno.

«Stai tranquilla» dice senza guardarmi.
«So controllarmi» mento.

Non me la sento di rivedere mio padre dopo tutto quel tempo. Levi apre il portone. È lì, seduto alla sua scrivania, ignaro della mia presenza. Appena mi vede si alza sorpassando la scrivania e posizionandosi davanti a noi, continuando a fissarmi.

«E lei chi è?» chiede a Levi. I miei occhi si spalancano «Dici sul serio stupido idiota?!»gli urlo addosso «Cadetta non osare! Stai parlando con un tuo superiore!» mi risponde. Levi parla al posto mio «Lei è (t/n) (t/c)» lo guardo con la bocca socchiusa pronta a dire qualcosa ma non dico nulla. Mi giro verso mio padre che mi fissava con lo sguardo spaesato.
Neanche avesse visto un fantasma.

«Tu... tu sei... sei viva...» mi acciglio. «Di certo non grazie a te, Comandante.» dico fredda. «Non posso crederci...» si fa avanti per abbracciarmi, ma evito il suo gesto e gli tiro un cazzotto in pieno volto. Levi spalanca gli occhi. Mio padre ha il sangue che gli esce dal naso e io sono più incazzata che mai.
«Credi che sia ancora una bambina che crede in tutto ciò che le si dice?! Credi che sia qui per te e che sia venuta a cercarti?! Pensi davvero che ti perdonerò per ciò che hai fatto?!» mi guarda tamponandosi il sangue con le dita «Mi hai lasciata in mezzo ai rifiuti. Ti ho aspettato per troppo tempo. Pensavo fossi morto... no, speravo fossi morto.»

I miei occhi si stanno impegnando di lacrime. Mi avvicino a lui e lo prendo per il colletto della divisa. «Perché mi hai lasciata sola?!» abbassa lo sguardo senza dire niente «Rispondi immediatamente! Perché io giuro... GIURO CHE TI SPACCO LA FACCIA SE RIMANI ZITTO!» improvvisamente sento due forti braccia bloccarmi e tirarmi indietro. «Levi lasciami!» gli urlo dimenandomi. Ormai il mio viso è fradicio di lacrime e mi sento debole. «Ricorda» mi sussurra nell'orecchio «Tu sei più forte di così» quelle parole mi entrano nel cuore e mi calmo ascoltando la sua voce. Levi mi sposta dietro di sé e si rivolge al Comandante.
«Mi scuso per il comportamento della mia sottoposta. Chiedo che venga affidata esclusivamente a me. Ciò vorrà dire che mi seguirà anche domani in tribunale.» ascolto a viso basso. «Va bene, pensaci tu» risponde.

Lasciati amare | Levi x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora