Ed eccola lì.
L'insicurezza.
Da dove diavolo arriva?!
L'insicurezza arriva sempre quando penso a lui, ma non quando sono con lui. Perché quando sono con lui mi sento la persona più protetta del mondo.
Amerò chi, senza farmelo pesare, delle mie insicurezze non ne fa ripicche o debolezze, ma punti da cui partire.
Amerò chi mi solleverà da terra e mi salverà da questa orribile vita.
Amerò chi ricambierà questo sentimento vasto e difficile da capire.
Amerò chi è sincero e speciale a modo suo, e non chi ferisce e inganna.
Amerò lui.Salgo sul tetto e lo vedo seduto a fissare le stelle nel cielo. Lo raggiungo e mi metto a cavalcioni su di lui, incrociando le mie gambe al suo bacino. Mi stringe con una forza delicata e mi posa un leggero bacio sul collo.
«Hai paura?» mi chiede tenendo le labbra a contatto con la mia pelle.
«Della spedizione? Nah»
«Io ho paura» spalanco gli occhi.
L'uomo più forte dell'umanità che ha... paura?
Separo il suo viso dal mio corpo e passo le mie mani tra i suoi capelli neri.
«In che senso hai paura?»
«Ho paura di perderti» appoggia la sua testa sul mio petto e mi si scioglie il cuore.
«Levi...»
«Ho già perso persone importanti in occasioni del genere»
Gli chiedo di raccontarmi la vicenda e lui mi parla dei suoi migliori amici rimasti uccisi da un anomalo.
È impressionante quanto abbia sofferto. Appoggio la mia fronte sulla sua.
«Io non morirò» sussurro.
«Allora torna da me»
«Lo farò»Si è fatto davvero tardi e dobbiamo riposare per domani.
Rientriamo nell'edificio dalla finestra della mia stanza. Lui mi abbraccia e mi da bacio sulla guancia.
«Buonanotte»
Fa per uscire dalla porta ma il gli afferrò la manica della giacca.
«Resta con me»Lui chiude la porta, mi sposta una ciocca di capelli e inizia a posarmi una serie di baci dolci e lenti che vanno dalle labbra al collo. Faccio scorrere le mani tra i suoi capelli e lui le posa sui miei fianchi. Torna alle labbra e fa entrare la lingua con dolcezza. Il bacio si fa più passionale e lui mi prende a cavalcioni facendomi staccare i piedi dal pavimento. Si siede sul letto con me in braccio, continuando a baciarmi.
Abbiamo ancora la divisa. Ci togliamo entrambi le giacche e gli stivali. Raggiungiamo il centro del materasso, e io gli sbottono i primi tre bottoni della camicia mente lui mi tira giù la zip dei jeans bianchi.
Vengo presa da un attacco di panico per colpa di un breve flashback che mi torna in mente.Avevo solo 10 anni, ma quel grande signore barbuto non sembrava preoccuparsene. Mi tirò giù i pantaloni e...
Tolsi di scatto la mano di Levi dalla zona intima e mi spostai di mezzo metro da lui, ansimando.
«Ehi...» lo guardo agitata, continuando a respirare profondamente.
«Scusa» dice infine. Mi sento in colpa.
«No scusami tu, io...» inizio a tremare.
Lui mi porge la mano e io gliela stringo, incrociando le mie dite con le sue.
«Vuoi parlarne?»
«No» dico fredda, ma poi ci ripenso. Ho bisogno di qualcuno, di una persona. Di lui. Lui è la mia persona.
«Da piccola... mi hanno violentata» lui spalanca gli occhi e stringe più forte la mia mano.
«È per questo che hai spesso gli incubi e non riesci a dormire?»
«Si...»
«Tranquilla. Io sono qui con te» una lacrima percorre la mia guancia e lui si avvicina a me asciugandola col pollice.
«Tu sei la mia persona. Ho bisogno di te» gli confesso.
«Ci andremo piano, tu sei tosta. Ce la farai. Forse ci metterai un po', ma ce la farai»
Si sdraia e io mi metto accanto a lui. Mi avvicina abbracciandomi e mi posa un bacio sulle labbra.
«Sei la mia persona» mi sussurra, rispondendo a ciò che gli ho detto prima.
Mi addormento tra le sue braccia, consapevole del fatto che stanotte... non farò incubi.Pov's Levi
«Si dia inizio alla 57^ spedizione!!»
Dopo che Erwin afferma la partenza, tutto il Corpo di Ricerca insieme ai cavalli, parte in direzione di Shiganshina.
È una spedizione pericolosa ma necessaria, che punta esclusivamente a capire se è davvero possibile raggiungere quel distretto. Nella cantina di Eren Jeager è nascosto il segreto dei giganti e il capitano Erwin non si fermerà finché non lo avrà raggiunto.
Cavalchiamo da ore ormai, la nostra unità è posizionata al centro dalla retroguardia, il punto più sicuro della formazione. Nessuno sa dove ci troviamo tranne gli altri caposquadra.
Vediamo in lontananza una foresta di alberi giganti, sembrano ottimi per l'utilizzo del 3DMG.
«Ci addentreremo nel bosco» affermo alla squadra.
Eseguiamo l'ordine, senza capirne il significato. Rimaniamo senza vedette e la squadra inizia ad agitarsi.
«Capitano!» urla Eren.
«Qualcosa arriva da destra!» continua Eld.
«Pronti a combattere!» avviso sguainando una spada dal movimento tridimensionale. I passi si fanno sempre più vicini e la terra trema sempre di più. È questione di secondi...
Una presenza mi costringe a girarmi e vedo un soldato della squadra della retroguardia spuntare dalle chiome degli alberi per poi venire schiacciato da una sottospecie di gigante donna. Mai visto un anomalo simile, sta correndo come un vero umano e, da come tiene la sua collottola, sembra consapevole del suo punto debole.
«Via! Correte!» urlo all'improvviso spingendo il mio cavallo al massimo. A questa velocità potremo stargli davanti ancora per pochi minuti. Ci è praticamente sopra.
«In questa foresta non c'è modo per evitare i suoi attacchi!» sento dire da Gunther. Ha la voce tremante. Non dirmi che sta uscendo pazzo pure lui...
«Ci prenderà!» urla Eld.
Incomincio innervosirmi. Non hanno fiducia in me, non hanno fiducia in Erwin. Stringo i denti e rimango zitto, continuando imperterrito quella via. «Capitano! Passiamo alla manovra tridimensionale?!» pure Petra. Okey, sono usciti tutti pazzi. Sono l'unico sotto controllo e non è affatto un bene, mi servono tutti sani di mente e lucidi. Mi giro verso (t/n) Per controllare che stia bene, dato che non ha aperto bocca. Rimango sorpreso dal fatto che sia tranquilla.
«Mi fido di te, Capitano» mi sorride e mi tranquillizzo. Incomincio ad osservare il titano, come si muove, come ci guarda e calcolo i suoi passi e la sua velocità. Non è conveniente passare alla manovra. Ci salveremmo, ma non vuole entrare fondo, vuole qualcuno. Vedo il suo sguardo puntare solo su di Eren, e capisco.
Due soldati, sempre venuti dalla retroguardia, arrivano alle spalle del gigante e cercano di ammazzarlo, venendo però, uccisi.
Eren inizia a lamentarsi urlando come questa situazione possa essere ingiusta e pensa di mordersi la mano per trasformarsi.
«Cosa stai facendo, Eren?! Puoi farlo solo in caso di emergenza! Ce l'hai anche promesso!» gli urla Petra. La guarda per qualche secondo senza dire niente. Che situazione di merda. Decido di intervenire.
«Guarda che non stai sbagliando. Ora io stesso non saprei che cosa consigliarti. Vedi, sia che si conti sulle proprie forze, o anche su quelle dei compagni, nessuno può prevedere il risultato finale. Perciò, in qualsiasi caso, ricorda che l'importante è non avere alcun rimpianto»
«Eren! Che cosa hai deciso?!» chiede (t/n).
«Io sto con voi!» urla in risposta.
Altri soldati della retroguardia vengono uccisi dal gigante.
Mi accorgo, poco più avanti, di due soldati appostati lì vicino e poi vedo delle scatole, nascoste tra i cespugli. Cosa ha intenzione di fare, non lo so. Ma spero che rallenti il gigante perché siamo più che morti in questo momento. Sorpasso i due soldati, sento urlare una voce famigliare e degli innumerevoli spari. Usciamo dalla foresta passando un ponte, davanti a noi ci sono altri alberi giganti.
Passo alla manovra tridimensionale.
«Continuate da soli per un po', (t/n) prendi tu il comando!» dico per poi alzarmi in piedi sulla sella, guardandomi indietro. «Quando sarete a debita distanza, nascondete Eren. Vi affido il mio cavallo!» finisco per poi sparare un arpione a un albero dietro di me e allontanarmi. Raggiungo Erwin su un ramo dietro al gigante femmina.
«Sembra proprio che non riesca più a muoversi» dico guardandolo.
«Non bisogna abbassare la guardia, non speravo riuscissi a portarlo fin qui»
«Siamo riusciti a farcela solo grazie che ci ha coperto le spalle perdendo anche la vita. La missione riuscita grazie a loro»
«Capisco»Dopo vari tentativi per cercare di tagliare le mani del gigante per raggiungere la nuca, mi posiziono sopra la sua testa iniziando a provocarlo.
«Hai ucciso troppi dei nostri compagni. Ti sei divertito? Ora sta a noi divertirci. Pagherai per tutto il dolore che hai inferto. Una domanda: per te sarebbe un problema se ti tagliassimo le mani? Io scommetto di no, tanto sono sicuro che ti ricrescerebbero subito. Ma se dovessi morire, questo sarebbe seccante»
Il gigante lancia un urlo assordante cogliendomi di sorpresa. Mi copro le orecchie per non sentire questo suono insopportabile.
«Complimenti» dico «Sei quasi riuscito a spaventarmi»
Improvvisamente un orda di giganti arrivati dall'esterno si fionda fino alla nostra posizione. Maledizione.
Mi sto incazzando.
Sbatto ripetutamente il piede sulla testa del gigante femmina.
«Scommetto che era questo che volevi, giusto?!»
Uso il 3DMG per allontanarmi e uccidere tre giganti che mi stavano raggiungendo.
Una moltitudine di giganti si fionda sul quello catturato, iniziando a mangiarselo.
Disgustoso.
Possibile che vogliano divorarlo?!
Tutto il Corpo di Ricerca si impegna a uccidere più giganti possibili, ma sono troppi.
Ha vinto.
Erwin batte la ritirata.
«Vado a richiamare la mia unità»
«Fai rifornimento di gas»
«Ne ho abbastanza»
«È un ordine»
Faccio come dice, senza capire. Mi fido delle sue intuizioni, spero di fare bene.
Più veloce che posso, faccio rifornimento nel punto fuori la foresta, dove sono stati lasciati i carri, ma mentre ritorno verso Erwin, sento un tuono e un urlo. Molto famigliare.
«Questa voce, non dirmi che...» giro l'angolo e cambio direzione, verso il suono di quella voce.
È Eren, sicuramente.
Penso subito a (t/n)... starà bene?Giro angolo e cambio direzione, verso il suono di quella voce. Faccio il più veloce che posso, ma quando arrivo vicino al posto, vedo in lontananza un corpo penzolante.
Gunther.
Un brivido percorre la mia schiena e lo sorpasso cercando di no guardarlo troppo; dopo poco vedo un altro corpo a terra tagliato a metà, Eld; poi Oruo a pochi metri di distanza da lui e, in fine, Petra, schiacciata contro l'albero. La mia testa non riesce a connettere, non riesco... non so cosa...
Sento delle urla da dove sono, mi giro vedendo Eren trasformarsi. Mi si offuscano i pensieri vedendo la mia squadra... morta.(T/n).
Merda.
Dov'è?
«(T/n)!!!» la chiamo, non risponde.
«(T/n)!!!» riprovo.
Tutto quello che riesco a sentire è la lotta che sta avvenendo tra Eren e il gigante dalle fattezze femminili.
Ma ho solo lei a mente.
Inizio a cercarla muovendomi tra gli alberi, passano 5 minuti e avvisto in lontananza una testa di capelli (c/c) e un mantello verde che non si muove.
Mi fiondo da lei.
È sdraiata con i capelli sul viso, ricoperta di sangue e con le lame spezzate.
Ha lottato.
Ha lottato fino all'ultimo.
Mi inginocchio davanti al suo corpo giacente a terra e le scosto con delicatezza i capelli dietro l'orecchio.
Sento una lacrima attraversarmi la guancia.
«(T/n)...» le prendo una mano e la strigo. «Ti prego, ti prego non lasciarmi» le lacrime aumentano, abbasso la testa chiudendo gli occhi e mi porto la sua mano più vicino.
«Me lo avevi promesso. Avevi promesso che saresti tornata da me» dico.
«Lo avevi promesso!» urlo infine nel dolore più lancinante che abbia mai provato.Sento un fiato, un bisbiglio.
«Levi...»
Non è il mio respiro.
Ogni tempesta ha una sua fine.
Una volta che tutti gli alberi sono stati sradicati, una volta che tutte le case sono state demolite, il vento si calmerà, le nuvole se ne andranno, la pioggia si fermerà, il cielo si schiarirà in un istante. E solo allora, in quei momenti di quiete dopo la tempesta, capiamo che è stato abbastanza forte da sopravvivere.Buon salve readers.
Lo scrivo per chi non lo avesse capito:
LA STORIA FINIRÀ SE E QUANDO L'ANIME SI CONCLUDERÀ.
Perciò questa xReader avrà un seguito finché sono in vita.
Detto questo Levi è fregno e attendete perché la mia malsana testolina ha in mente un sacco di idee.
Farò il possibile per far uscire il nuovo capitolo entro un paio di giorni.
-Kim
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Lasciati amare | Levi x Reader
Fanfiction(T/n) è una ragazza nata e cresciuta nel Sottosuolo abbandonata dal padre dopo la morte della madre: dall'età di 6 anni vive per strada, da sola. Non si fida di nessuno e vive rubando e truffando. Un giorno però viene catturata da un Caporale della...