Odiare te

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Sento una porta che sbatte, una voce femminile e il rumore di un paio di posate.
Apro piano gli occhi e davanti a me ritrovo un'infermiera leggermente goffa che cerca invano di mantenere l'equilibrio del vassoio con del cibo che porta in mano e una serie di cartelle mediche.
Mi alzo per aiutarla.
«Comandante, la prego! Si risieda subito! Non si è ancora rimessa!» sbraita.
«Abbassa la voce, non c'è bisogno di urlare» la calmo.
Prendo il vassoio e mi giro per appoggiarlo sul comodino accanto al letto, prima di rigirarmi osservo il cibo che c'è sopra: vi trovo carne e formaggio.
Mi rivolgo all'infermiera.
«Che cos'è?»
«La sua cena, Comandante»
«Ma c'è della carne...»
Essendo Comandante, avevo letto un decreto sulle scorte di cibo: la carne era pregiata e solo i nobili e gli ufficiali di rango elevato potevano permettersela.
«La carne non è di suo gradimento?»
Non potevo saperlo. Non l'avevo mai mangiata prima.
«Puoi andare»
«Ma, Comandante...»
«Ho detto che puoi andare»
«Non posso farlo»
Mi giro alzando un sopracciglio.
«Come scusa?»
«I-il Capitano Levi mi ha chiesto di sorvegliarla e di non lasciarla uscire» risponde visibilmente spaventata.
«Mh» mi schiarisco la voce e mi avvicino incrociando le braccia.
«Senti, io ho più potere del Capitano Levi, e se tu non mi fai uscire subito da qui, giuro che te la faccio pagare»
«Spiacente, il Capitano mi ha detto che avrebbe fatto di tutto per uscire e di essere preparata ad ogni sua azione inconveniente»
«Ah. Ok.» mi guarda con un ghigno fastidioso in faccia.
«Ha altre domande?»
La osservo accigliata, mordendomi il labbro inferiore.
«Posso andare in bagno?»

Levi's pov
La battaglia è finita. Il Corpo Di Ricerca è tornato. Eren è salvo.
Ma sono morti tanti soldati. Erwin ha perso un braccio. Ymir è andata con Reiner e Bertholdt.
L'unica cosa che sono stato in grado di fare è stato lasciare (t/n) e cercare di gestire la sua irresponsabilità.
Mi dirigo verso la stanza in cui si trova Erwin. Busso e entro senza aspettare una risposta.
Il Comandante è malmesso e la cosa che noto prima di tutte è il braccio mancante, ricoperto da una fasciatura.
«Erwin, ti senti meglio?» alza lo sguardo.
«Ah, Levi. Sei tu...»
«Come vanno le ferite?»
«Bene, tutto sommato poteva andarmi peggio»
«Se lo dici tu»
«Levi» il suo viso si incupisce «Ora ascolta ciò che ho da dire»
Mi avvicino incuriosito e Erwin mi racconta tutto ciò che è successo in spedizione.
«Eren?!» dico «Ha comandato i giganti?!»
«Così sembrerebbe, dobbiamo assicurarcene. Per questo devo organizzare una riunione con (t/n) e decidere come gestire la situazione»

Ah.

«Si... ok»
Da quando l'ho lasciata, ogni volta che sento pronunciare il suo nome, mi sento a disagio.
«Che c'è? È rimasta ferita?»
«Ehm, no... ecco, si ma ora sta bene...»
«Levi?»
Dovrei dirglielo. In fondo di lui posso fidarmi.
«Sai Erwin, (t/n) era incinta e nello scontro ha perso il bambino» abbasso lo sguardo.

Non sento reazioni, allora decido di rialzarlo.
È rimasto immobile, a bocca aperta.

«Erwin, stai bene?»
«Oh, sisi! Non me lo aspettavo affatto» accenna un sorriso «Mi dispiace molto per voi, suppongo che tu le sia stato vicino fino ad adesso»
Decido di non raccontargli le bugie e i tentativi di fuga che aveva commesso.
«Diciamo di si, comunque ora non stiamo più insieme»
«Oh. Mi dispiace ancora»
«Tranquillo, vuol dire che doveva succedere»
«E ora dove si trova?»
«Sta... riposando»
«Levi, mi hanno informato che potrebbe esserci una breccia nel Wall Rose»
«Sul serio?»
«Potrebbe anche non esserci, ma la prudenza, soprattutto adesso, non deve mancare»
«Capisco»
«Farò spostare gli abitanti di quella cerchia nella Città Sotterranea del Wall Sina»
«Vuoi che guidi l'armata?»
«Sarà (t/n) a farlo»
«No»
«Se vorrà dirmi di no, lo farà lei di persona»
Ho lo sguardo assassino.
«Non le chiedo di combattere, ma di gestire il trasferimento. Se la caverà benissimo»
«Permettimi di accompagnarla» dico.
Lui mi sorride.
«Va bene»

(T/n)'s Pov
«Fammi uscire»
«Mi perdoni, non posso farlo»
«Allora non mangerò»
Mi siedo sul letto con braccia e gambe incrociate.
«Lo sciopero della fame non le servirà a nulla»
«Zitta» sbuffo.
Bussano alla porta, un'altra infermiera si affaccia per fare una comunicazione.
«Scusi il disturbo Comandante, ha una visita»
«Se è Levi, lo mandi via»
Ad un tratto vedo spuntare una testa castana e degli occhi verde smeraldo.
«Eren!!» urlo «Sbrigati! Entra e siediti qui!» indico un punto sul letto.
Lui fa come dico e mi sorride.
«Sono felice che tu stia bene» mi dice.
«Scherzi? Dovrei dirlo io a te»
«Senti (t/n), ho bisogno di parlarti di ciò che è successo durante il mio recupero»
Con la mano gli faccio il segno di fermarsi e mi giro verso l'infermiera simpaticona.
«Sciò sciò! Vai via! È una conversazione privata!» mi fissa con sguardo amaro, per poi obbedire e uscire dalla porta.
«Ok, dimmi tutto»
Eren mi racconta tutto quello che era successo e rimango a fissarlo incredula.
«Incredibile» commento.
Nella stanza entra di corsa un soldato.
«Buongiorno Comandante!» urla, eseguendo il saluto «Ho un messaggio per lei dal Comandante Erwin!»
Mi rivolse ciò che avrei dovuto eseguire e rimasi immobile a fissarlo.
«(T/n)?» Eren richiama la mia attenzione.
«Ss... Si! Si, va bene... Arrivo» mi agito.
«La Città Sotterranea è il tuo luogo natale giusto?»
«Si, ma sto bene. Non preoccuparti»

La mattina seguente, dopo essermi diretta al mio alloggio e aver indossato l'uniforme, raggiungo il gruppo di soldati scelti per il trasferimento.
«Buongiorno Comandante, noi siamo pronti»
«Benissimo» dico «Allora andiamo»
Arriviamo al Wall Rose e scendiamo dai cavalli, ordinando tutti i cittadini in diversi gruppi per poterli spostare.
«Il gruppo A, sarà il primo! Mettetevi qui davanti!» inizio a dirigere la massa.
«Comandante» mi richiama un soldato «Abbiamo un problema» lo seguo fino al suddetto "problema" e trovo Levi che tende una mano ad una signora immobile sulla porta di casa.
«Che ci fai qui?» gli chiedo.
«Semplice, speravo non mi notassi» ironizza.
Lo lascio perdere e mi rivolgo al soldato che mi aveva accompagnato.
«Come ti chiami?» mi guarda stupido.
«Denny...»
«Denny vuoi spiegarmi qual'è il problema?»
«La signora non vuole lasciare l'abitazione perch-»
«MANCA MIO MARITO!» urla la donna.
«Dove si trova suo marito?»
«ERA SUL DIVANO E ORA È SPARITO»
Mi avvicino a lei per tranquillizzarla.
«Va bene, non si preoccupi, lo troveremo. Sa dirmi il suo cognome per favore?»
«Oldrin...» dice abbassando la voce.
«Molto bene»
Denny si avvicina a me e mi porge la cartella con le informazioni sui cittadini.
Il marito della donna è morto 10 anni fa.
Porgo la cartella a Levi per fargli capire che soffre di demenza.
«Suo marito è morto signora, ora si muova. Sta rallentando tutto» dice Levi.
Mi arrabbio.
«Ackerman, vattene»
«Sto lavorando» mi giro di scatto accigliata.
«Lavora altrove» mi ascolta e se ne va.
«Vuole sapere una cosa?» dico alla signora «Abbiamo controllato e suo marito è già stato spostato»
«Davvero?!»
«Certo, che ne dice se lo raggiungiamo?» le sorrido.
«Si, d'accordo» mi prende la mano e la sposto nel gruppo B.

«(T/n)!» Levi mi raggiunge.
«Per te sono il Comandante»
«Si certo» mi prende per il polso e mi trascina dietro una casa.
«Lasciami!» gli intimo.
«Non puoi azzardarti a rivolgerti a me  in quel modo, non te lo permetto»
«Ti ho rimproverato perché hai sbagliato»
«No! Mi hai rimproverato perché ti ho lasciata!» urla.
Ci sono dieci secondi di silenzio, in cui dominano gli occhi che ci fissiamo a vicenda.
«Io sono esausta, Levi» dico «Sono esausta perché sono rimasta incinta, ho perso il bambino e ora sto per tornare nel luogo in cui ho visto morire le persone più importanti della mia vita» lui mi guarda senza dire niente «E poi ci sei tu» dico con le lacrime agli occhi «Odiarti! Odiare te è la cosa che mi sfinisce di più. Non lo sopporto»

Mi asciugo le lacrime con il mantello e torno al mio dovere.

Lasciati amare | Levi x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora