Le lame del 3DMG sono davanti a me, e in questo momento voglio solo una cosa: vendetta.
Decido di usarle ed esco dal negozio intenta ad uccidere quei bastardi del Corpo di Ricerca, alzo lo sguardo, sono lì. Stanno salendo l'undicesima Scala che porta in superficie, mentre l'assassino della vecchia giace per terra, ormai morto.
Decido di seguirli, ma appena intravedo la luce esterna mi circondo di un paesaggio spaventoso.
Centinaia di giganti stanno distruggendo edifici e uccidendo persone, non curandomi della situazione, approfitto del caos che si era creato continuando a seguire i soldati di prima, riuscendo a raggiungerli.La rabbia mi acceca. Senza farmi sentire mi avvicino da dietro e li uccido con le mie lame. Oh mio dio! Cos'ho fatto?! Le mani iniziano a tremare e il mio cuore ha un collasso alla vista di quelle persone, quei soldati... e se hanno una famiglia?
Sono diventata... un'assassina. Come mia madre temeva.
Sono spaventata. Nel panico. I sensi di colpa mi divorano.
«Eccola! E lei!!» sento urlare da sopra un tetto «Ragazza dai capelli (c/c) e vestita di nero! È lei la criminale! Ha ucciso dei nostri soldati!»
Merda.
Uso il 3DMG per scappare, mi giro per vedere chi mi segue, a destra c'è una ragazza con i capelli color carota e a sinistra un uomo più grande. Al centro, un ragazzo dai capelli corvini e uno sguardo agghiacciante, sembra essere il capo. C'è uno scambio di sguardi con quest'ultimo, riporto gli occhi davanti a me e all'improvviso un classe 10 metri mi appare davanti.
Decido di imitare le azioni dei soldati che ho visto combattere, faccio uno scatto e taglio la nuca del gigante con estrema facilità. Conclusa l'azione sento il corvino gridare un ordine ai suoi compagni «Occupatevi di questa zona! Ci penso io a quella!» detto questo fa' uno scatto rapido in avanti avvicinandosi a me in modo spaventoso mentre si suoi compagni si allontanano.Cambio strada all'improvviso, ho bisogno di concentrarmi. Devo uscire da tutto questo viva. Inizio a prendere velocità, c'è un gigante davanti a me, gli taglio la nuca formando una scia di sangue lasciata dalla mia lama. Ritiro i fili appena tocco terra e decido di riprendere immediatamente il volo, i fili si impiantano in un muro e, grazie alla spinta del gas, mi mandano in alto.
Wow. Amo questa sensazione. Lascio uscire una risata dalla mia bocca, quando il gigante cade a terra. Non sento più i rumori prodotti dal mio inseguitore. Mi giro e, come mi ereggo sul tetto, vedo lui sulla casa affianco che mi guarda quasi scioccato, con i suoi occhi color ghiaccio. Ad interrompere il nostro scambio di sguardi è un urlo di una donna spaventata.
Accidenti, devo ripartire se non voglio essere catturata.
Giro l'angolo, e noto a terra una grata collegata con il Sottosuolo. Mi guardo intorno, il ragazzo dai capelli scuri ora è più vicino. Prendo velocità per raggiungere le sbarre.
Sono a pochi metri di distanza, rimetto i piedi per terra, butto l'attrezzatura che mi rallenta corro fino ad arrivare alla griglia. Alzo la grata dal pavimento con tutta la forza che ho e salto coraggiosamente nel buco, tenendomi da sotto con le mani alle sbarre, la griglia si incastra nuovamente nel suolo, non lasciandomi cadere e fermando il ragazzo. Mi sto tenendo da sola alla grata, questa volta non c'è il movimento tridimensionale a trattenermi.Guardo in basso, è una trentina di metri più alto rispetto al pavimento. Non ho paura. Quello di cui ho paura è il ragazzo sopra di me.
È lì.
Guardo in alto nei suoi bellissimi occhi grigio-azzurri, coperti da alcune ciocche di capelli scuri.
Non dico niente.
Lo osservo abbassarsi per osservarmi meglio. Si acciglia, guardando nei miei profondi occhi (c/o).«Tch. Vieni dal sottosuolo?» mi chiede. La sua profonda voce non sembra veramente interessata, così non gli rispondo. Lo guardo male, stringendo le sbarre. «Cosa mi accadrà?» chiedo duramente.
«La stessa cosa che è accaduta a me. A meno che tu non preferisca morire»
Mi acciglio.
A meno che non preferisca morire?«Crede di spaventarmi?» chiedo in tono aggressivo alzando sempre di più la voce «Sai una cosa? Io non-» improvvisamente, una mano mi scivola dalla sbarra. Ansimo, aggrappando, di nuovo, velocemente la mano.
Comincio ad avere le vertigini, sono in una situazione pericolosa.
«Avrai la possibilità di entrare nel Corpo di Ricerca. Ma se rifiuterai, morirai.» dice freddo, per poi estrarre la sua lama facendola passare tra il divario delle sbarre e la fermarla vicino al mio viso. Ansimo ritrovandomela a pochi centimetri dalla guancia.«Quindi, cosa scegli? Rifiuta, e ti ucciderò, accetta, e sopravviverai»
Esito. Non so che fare.
«Se fossi in te, preferirei unirmi al Corpo di Ricerca che continuare a vivere nel Sottosuolo, mocciosa» torno a guardarlo negli occhi «Vivere nel sottosuolo è come essere già morti» dico. Posso lasciarmi cadere, per fuggire all'uomo...«Lo so»
I miei occhi si spalancano. È già stato qui prima?
«T-Tu...»
«Vivevo anche io lì. La stessa cosa che è successa a te, è successa anche a me»
Non ci posso credere.
Comincio a perdere la presa sulle sbarre. Mi sembra che stia andando tutto a rallentatore: il metallo comincia a scivolare via dalla mia presa. Comincio a cadere, cercando l'aiuto qualcuno. Cerco invano di riaggrapparmi a quelle maledette sbarre ma il cappuccio nero mi copre la visuale. Maledizione!
Forse è la fine... morirò nel Sottosuolo, l'inferno da cui volevo scappare.
Una forte mano mi stringe il polso.
Il ragazzo mi prede per un soffio... d'istinto mi stringo intorno al suo braccio rimanendo appesa.«Entrerai nel Corpo di Ricerca?»insiste.
«Voi... siete solo assassini.» gli dico con uno sguardo pieno di odio.
«Lo sei anche tu.» spalanco gli occhi a quell'affermazione per poi abbassare lo sguardo in segno di sconfitta.
«Va bene. Ma non giuro piena fedeltà.» affermo guardando le mie gambe oscillare nel vuoto.
«Imparerai a fidarti.» detto questo, alza la griglia e mi tira su facendomi sedere a terra. Guardo in basso un ultima volta.Non tornerò più indietro.
Il ragazzo mi porge la mano per aiutarmi ma io lo ignoro e mi alzo da sola. Mi copro maggiormente il viso con il cappuccio, infastidita da tutti i pensieri che mi passano per la mente...
«Qual'è il tuo nome mocciosa?» mi chiede scocciato.
Lo guardo inespressiva «(t/n)»
Porta il suo sguardo dalla griglia a me.
«Io sono il Caporale Levi» distolgo il mio sguardo dai suoi occhi. Quindi è un Caporale...
«Seguimi» mi ordina, ormai i giganti sono stati eliminati e in città domina il silenzio, iniziamo a camminare, io dietro di lui.«Detto tra me e te, mi dispiace che sia accaduto tutto questo. Non volevo farlo.» mi tranquillizza e io mi calmo.
«Io me la caverò da sola. Come ho sempre fatto.» gli dico guardandogli la nuca. Lui gira la testa di striscio per guardarmi.
«Tch. Una mocciosa che riesce a uccidere un gigante come hai fatto tu, starà sicuramente bene.» anche se conferma solo i miei pensieri, quelle parole mi danno una certa sicurezza.Levi... Caporale Levi... è interessante. Anche misterioso. Non è sicuramente una persona molto socievole. Per di più è anche cresciuto nel Sottosuolo.
«Caporale?» dico piano.
«Cosa?» risponde freddamente.
«Lei conosce mio padre? Il comandante (t/c)» si ferma di colpo.
«Ti sembra il momento di scherzare?» dice, riprendendo a camminare. Non so come replicare, non lo biasimo, probabilmente mi crede solo una teppista. Improvvisamente rallenta il passo e si gira lentamente, si avvicina a me. Si acciglia e mi guarda dritta negli occhi, io deglutisco aspettando quello che avrebbe fatto in seguito.... Con esitazione, la sua mano tira indietro il mio cappuccio, mostrando il mio viso. Lo guardo mentre mi osservava, sento le guance riscaldarsi allo sguardo dei suoi freddi occhi grigio-azzurri.
Ok amici ho un sacco di idee.
Nel prossimo capitolo la storia si evolveee
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Lasciati amare | Levi x Reader
Fanfiction(T/n) è una ragazza nata e cresciuta nel Sottosuolo abbandonata dal padre dopo la morte della madre: dall'età di 6 anni vive per strada, da sola. Non si fida di nessuno e vive rubando e truffando. Un giorno però viene catturata da un Caporale della...