Promessa

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Apro lentamente gli occhi e mi accorgo di trovarmi nel mio letto avvolta dalle coperte.
Alzo il viso e lo riabbasso subito a causa di un forte mal di testa.

«Buongiorno» mi spavento appena sento la voce di Levi.
Mi faccio forza e mi metto seduta. Lui è lì, senza maglietta, seduto sulla sedia della scrivania, davanti al letto.

Perché non ha la maglia?

Controllo di avere i vestiti e vedo che ho addosso la sua maglia a maniche lunghe con sotto solo gli slip.

Cazzo.

«No!» urlo «Non ci credo! Sei un idiota!»
«Mi hai preso per un maniaco?» risponde.

Mi tranquillizzo.

«Non l'abbiamo fatto?» chiedo.
«Certo che no, eri ubriaca»
«Ma... sono nuda»
«Hai fatto tutto da sola»
«Quindi non è successo niente?»
«Beh...» si alza e si avvicina a me, sedendosi sul letto «Hai bevuto, io ho spaccato la faccia ad un tipo, ti ho portata indietro, tu ti sei spogliata e hai dato di matto. Mi hai raccontato della bambina e poi sei crollata dal sonno. Perciò ti ho messa a letto e sono rimasto qui per assicurarmi che non avessi incubi»

Bambina? Incubi?
Gli ho detto tutte queste cose?

«Grazie Levi» ci stiamo guardando negli occhi e io inizio a chiedermi se sia possibile innamorarsi due volte.
Blocco il contatto visivo coprendomi interamente con la coperta, finendoci sotto.

«Che fai?» mi chiede lui.
«C'è una cosa che non ti ho detto ancora»
«Di che si tratta?»
«Sto indagando su mio padre»

Ancora. Lo sto facendo ancora. Per l'ennesima volta lo sto facendo entrare nella mia vita. Posso fidarmi? Perché continuo a voler sbagliare?

«Pensavo non ti importasse di lui» lo ascolto da sotto le coperte.
«Infatti, io sto parlando del mio padre biologico»

Mi scopre per guardarmi in viso.

«Lo stai cercando?»
«E lo troverò» affermo.
«Mi stai chiedendo aiuto?»
«No, volevo solo che lo sapessi»
Mi alzo dal letto e mi dirigo il bagno. Mi lavo i denti e mi spoglio per fare la doccia.
Ho bisogno di una rinfrescata.
Apro leggermente la porta facendo uscire solo il braccio con in mano la maglia che avevo su.
«Tieni» dico da dentro il bagno.
Lui non dice niente e prende la maglia.
Apro acqua della doccia, aspettando che arrivasse quella calda e sento la porta della camera aprirsi e chiudersi.
Sbircio fuori dal bagno e vedo che nella stanza non c'è più nessuno.
Entro in doccia e passo il sapone su tutto il corpo.

Mi sento un idiota. Ma che diavolo sto combinando.

Giro la manopola della doccia e vengo travolta da un'ondata d'acqua gelida che porta brividi su tutto il corpo.

Sono combattuta. Preferirei correre verso qualcuno invece di scappare.

Quando esco dalla dal bagno, decido di fare un giro in città e indosso la divisa del Corpo di Ricerca.
Sono le 16:00 e, fuori dal Quartier Generale, il cielo è triste, grigio e tuonante.

Non importa.

In città non c'è nessuno, probabilmente per il temporale che si sta per verificare.

«Mammaaa!!» sento l'urlo di una bambina.

Fantastico, ora ho le voci nella testa.

«Mammaaa!!» mi accorgo che non si tratta della mia immaginazione e corro verso la voce della bambina.
Raggiungo un grosso albero e, guardando in alto, noto che c'è una bambina su un ramo.
«Ehi piccola, che ci fai lassù?!» chiedo.
«Non trovo la mamma!» piange.
Sento due gocce che mi cadono in testa, sta iniziando a piovere.
«Devi scendere!»
«Non ci riesco!»
Le due gocce diventano migliaia e, in un attimo, sta diluviando.

Lasciati amare | Levi x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora