Abbandono

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Scorro giù dalle mura con il 3DMG seguita dai miei sottoposti e osservo la scena da abbastanza vicino: Bertholdt è un gigante e si trovava sulle mura, Reiner, anche lui gigante, è alla base di esse, ed Eren si è appena trasformato per combattere contro Reiner.
Davanti questo scenario infernale, è facile dimenticarsi del bambino che porto in grembo e delle preoccupazioni che opprimono Levi riguardo il mio stato di salute.
Evito questi pensieri e mi lancio a combattere contro Bertholdt.
«Uomini! Attacchiamo tutti insieme!» urla Hanji.
E così abbiamo fatto.
Combattiamo il Gigante Colossale e lui risponde sferrandoci svariati pugni.
Mi viene un ghigno sul volto... è lento.
Proprio come diceva il rapporto, questo gigante fa movimenti minimi e facili da schivare.
Attacchiamo tutti insieme, sono convinta di riuscire a tagliargli la nuca.
Appena mi avvicino però, Bertholdt emana un esplosione di calore dalla pelle rossa, che scaraventa lontano da lui tutti i soldati, disarmando l'arpione del 3DMG.
Mi lascio cadere giu dalle mura, non riesco a reagire. Come se il bambino mi stesse togliendo tutte le energie.
E pian piano chiudo gli occhi, senza pensare al terreno che si stende alla sotto di me.

«Mamma! Mamma!»
Chi... chi è?
Sento una voce stridula. È la voce di un bambino, no, di una bambina.
«Mamma!»
Chi sta chiamando? Non vedo nessuno...
«Mamma!»
Aspetta.
Sta parlando con me.
«Ti voglio bene mamma. Avrei voluto conoscere te e papà»

Mi sveglio tirandomi su di scatto con il busto, d'istinto mi tocco il ventre, poi mi guardo in torno e mi ritrovo in un letto di ospedale.
Sono sudata e ansimante.
Mi prendo la testa tra le mani e mi chiudo tra le gambe cercando di controllare il respiro.
Tiro su la maglietta bianca che mi avevano messo e vedo una cicatrice sul ventre. Ci passo sopra il dito con leggerezza, mi viene da piangere ma cerco di evitare certi pensieri.

«Come stai?» riconosco subito la voce e alzo la testa per vedere Levi appoggiato al ciglio della porta con le braccia incrociate che mi osserva.
«Cosa...» non voglio chiederlo, ma non posso non farlo. «Cos'è successo?»
«Sei stata una stupida» afferma.
Lo osservo accigliata e con sguardo triste.
«Levi io...»
«Hai ucciso nostro figlio»
Il mio cuore ha un sussulto.
«Levi, ti prego...»
«Tu hai ucciso mio figlio!» ripete a voce più alta e, alzando lo sguardo, mostra le lacrime che si fanno strada sul viso.
Rimango senza parole. Ha ragione.
Si avvicina a me e io penso all'inimmaginabile.

Mi abbraccia.

«Stupida! Hai idea nell'inferno che mi hai fatto passare?!»
Questa volta sono io che piango al suo tocco, come se fossi "tornata a casa".
Lui alza il busto e mi guarda.
«Questo è un addio (t/n)»
«Come?» chiedo confusa.
«Non posso proteggerti. Come non posso più proteggere il bambino che portavi in grembo»
«Levi, quello che dici non ha senso!»
«Reiner e Bertholdt hanno catturato Eren, è già partito il suo recupero da svariate unità»
Spalanco gli occhi.
«Maledizione!» cerco di alzarmi, ma i dolori al ventre me lo impediscono.
«Rimani sul letto!» mi intima Levi.
«Devo dare una mano»
«Lo vedi? È proprio questo che intendo. Non posso starti accanto se prendermi cura di te deve diventare una priorità senza miglioramenti»
«Levi»
«Smettila! Non ripetere più il mio nome, mi fai impazzire!» fa per andarsene ma si ferma sul ciglio della porta a sussurrare qualcosa. Crede che non l'abbia sentito, ma l'ho percepito chiaramente.

«Ti amo troppo (t/n)»

Levi's Pov
Come diavolo ho fatto a ridurmi così?
Come sono arrivato a soffrire così tanto?
Cerco di scacciare dalla mente la faccia di (t/n) mentre uscivo e di concentrarmi sui doveri che mi aspettano.
Erwin ha indetto una spedizione dell'ultimo minuto per il recupero di Eren, Hanji è rimasta ferita, come (t/n), dallo scontro con il Gigante Colossale e io sono qui, che non ho la possibilità di fare niente.

«Caposquadra Hanji!» sento urlare Moblit.
Mi giro e vedo Hanji cercare di raggiungermi dolorante, le vado incontro cercando di aiutarla e lei si appoggia a me.
«Levi, come sta (t/n)?»
«Si è risvegliata»
«Bene»
«Tu ti sei ripresa?»
«Non del tutto, ma di sicuro non ho intenzione di stare qui a girarmi i pollici» si tira su con l'aiuto di Moblit, raddrizzando la schiena «Mi sto recando al villaggio di Ragako. Devo indagare di persona»
«Il villaggio di Connie Springer?»
«Esatto, vuoi unirti?»
«Rimarrò qui, di sicuro non potrò esserti utile»
«Come vuoi, attendi Erwin»
«Si»

Passa un ora.

Passano due ore.

I pensieri mi inondano la mente, non riesco a ragionare, non sono più in me.
Ho fatto bene a lasciarla?
Perché quando ce l'ho davanti mi sento un idiota?
Come ho fatto a cambiare così tanto?

Il mio istinto ha uno strano presentimento.
Decido di andare a controllarla, magari dorme ed è tranquilla, oppure è triste... e se stesse male a causa dell'operazione al ventre?
Mi dirigo all'ospedale. C'è molto movimento, i feriti sono diversi.
Raggiungo immediatamente la stanza di (t/n).
Entro? No aspetta, devo bussare prima.
Perché mi sto preoccupando di piccolezze?
Ora non è più come prima. Non sarà mai più come prima.

Busso due volte.

Nessuna risposta.

Faccio un respiro, spero stia dormendo...

Apro la porta socchiusa e sbircio con un occhio all'interno della stanza.

In un attimo ebbi il cuore in gola.
Lei non c'era, la stanza era vuota.

Realizzo la situazione e spalanco la porta sbattendola, osservo la stanza e mi acciglio incazzato.

Vado in corridoio e un infermiere mi riconosce.
«Capitano Levi, salve»
Mi giro con la rabbia in corpo, lo prendo per il colletto delle divisa e lo tiro su.
«Dov'è finita?!» urlo più di quanto volessi.
«Il Comandante (t/n)? H-ha c-chiesto un cavallo e... se ne andata» balbetta.

In un attimo comprendo la situazione.
Lascio la presa dei vestiti dell'infermiere e corro fuori.
Sarò ancora in tempo?

Mi dirigo velocemente alla base delle mura, dove si trovava il cancello d'entrata.
La vedo, è lì con il suo cavallo, sta aspettando che il cancello si apra del tutto.
Grido il suo nome, sperando si fermi.
Mi sente, ma non accenna neanche a girarsi. So che mi ha sentito, la conosco. È testarda.
Il cancello si apre e lei parte con il cavallo.
Raggiungo l'uscita delle mura e salto sul primo cavallo che trovo, inizio a rincorrerla quando ad un certo punto il suo corpo si sbilancia da un lato all'altro.
Sta per avere un mancamento, non mi sorprende.
Lei rallenta e io accelero.
La prendo al volo prima che cada da cavallo e la tengo stretta, frenando poi il destriero.

Che stupida. Non è cambiata da quando l'ho salvata la prima volta.

La riporto all'interno delle mura, ormai il corpo di ricerca dovrebbe far ritorno.


XReader: Il prossimo capitolo uscirà a brevissimo, ho tempo di scrivere data la chiusura delle scuole per una settimana.

Coronavirus: Di dove siete? Com'è la situazione da voi? Siate preoccuparti?
Mi raccomando, lavatevi spesso le mani e non state in luoghi molto affollati.

Lasciati amare | Levi x ReaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora