Lasciati amare | Levi x Reader

Inizio

Durante la missione al vecchio castello, in cui morirono tanti soldati, Nanaba inclusa, Levi e Hanji hanno avuto una conversazione particolare con il Reverendo Nick, il quale gli parlò di Christa, anzi, Historia.
Rod Reiss è un nobile che era venuto a conoscenza del segreto delle mura, la ragazza aveva un legame con quella persona e avrebbe potuto conoscere la verità che è proibita conoscere.
Da quel momento, dopo una riunione con Erwin, decidiamo di ritirarci in una baita, nascosta dal bosco, in cui possiamo nascondere Eren e Historia, indagare sulla famiglia Reiss e, allo stesso tempo, fare esperimenti sull'abilità d'indurimento che, secondo Armin, potremmo utilizzare per chiudere le brecce a Shiganshina e riprenderci il Wall Maria.
Stiamo abitando in questa baita da ormai 4 mesi. Nel frattempo abbiamo ascoltato ciò che Historia ricordava della sua infanzia e iscritto Nick in una caserma in cui potesse stare al sicuro dai gendarmi, sotto falsa identità.

Apro gli occhi, svegliata dal suono degli uccellini fuori dalla finestra e dai raggi di sole che occupano la camera da letto. Mi sono abituata alla calma di questo posto, è tutto più tranquillo rispetto alla città.
«Buongiorno» la voce di Levi mi raggiunge, strappandomi un sorriso.
Lui, che era già sveglio, si avvicina a me e mi posa un leggero bacio sulla testa.
«Hai dormito per un'eternità» commenta, sedendosi vicino a me.
«Si sta bene qui»
«Se anche oggi gli esperimenti non daranno risultati, dovrai avvisare Erwin»
«Vero...»
«Alzati, sono stufo di sistemare il tuo casino» dice scocciato, alzandosi a sua volta.
Sbuffo e scendo dal letto, iniziando a raccogliere i vestiti.
«Certo che potresti essere più gentile»
Dal mucchio di abiti noto cadere una piccola scatola a terra. Butto i vestiti sul letto e la raccolgo.

Tolgo lentamente il coperchio e dentro ci trovo due anelli vaganti. Erano argento classico, lisci e senza diamanti. Ma stupendi nella loro semplicità. Rimango a bocca aperta.

«Levi...» mi giro verso di lui e vedo che sorride.
Sorrido anch'io, ma senza capire.
Lui mi raggiunge, prende i due anelli e butta la scatola nel cestino.
«Levi, che stai facendo?»
«Non abbiamo avuto il tempo di scambiarci le promesse» mi porge uno degli anelli.
«Come... quando...»
«(t/n) (t/c), tu mi fai impazzire» mi prende la mano sinistra e mi infila la fede all'anulare «Non dimenticherò mai la volta in cui ti ho abbassato il cappuccio e ti ho guardata in volto. Quella volta ho capito che mi avresti sconvolto la vita, ed è quello che è successo. Io prometto che starò al tuo fianco ogni giorno della mia vita e che ti amerò sempre»
Gli sorrido.
«Anche quando lascio tutto in disordine?»
«Assolutamente»
Gli prendo la mano sinistra e gli infilo l'anello all'anulare.
«Tu mi hai salvata. Mi hai letteralmente preso al volo e poi mi hai dato un motivo per vivere. Non mi era rimasto più nessuno, ma da quando ci sei tu al mio fianco, ho capito di non aver bisogno di altro. Prometto di amarti sempre. Anche quando non ti sopporto»
Mi sorride.
«A volte sei troppo sincera» commenta e mi bacia «Ora finisci di mettere in ordine»
«Non ti sopporto»

Oramai è tardo pomeriggio quando iniziamo gli esperimenti con Hanji. Eren si trasforma, ma il suo gigante è basso, ossuto e senza forza per poter stare in piedi normalmente.
«CHE COSA TI PRENDE EREN?! ALZATI IN PIEDI! IL FUTURO DELL'UMANITÀ È NELLE TUE MANI!!» gli urla Hanji.
«Calmati Quattrocchi» dice Levi.
«Questo caso è diverso dagli altri» osservo «Raggiunge a malapena i 10 metri e in alcuni punti è tutto pelle e ossa»
«Eren!!» urla Mikasa, scendendo da cavallo per raggiungerlo.
«Ehi...» dice Levi «La ragazzina timida e introversa fa di nuovo di testa sua. Devo pensare ad una punizione?»
«No, non risponde. Abbiamo finito. EREN!!» Hanji lo raggiunge di corsa.

Levi si gira verso Armin.
«La strada è ancora lunga. Ci vorrà tempo per aggiustare le mura con il potere dell'indurimento»
«Certo, fin dall'inizio ho capito che era un'idea difficile da soddisfare» risponde Armin.
«Il tuo piano è molto buono» intervengo «Al posto di tanto materiale, ci basterebbe Eren»