Alessio se ne è andato poco tempo fa. Abbiamo parlato, oltre del fatto che devo tornare a Bari, su ciò che mi ha detto all'uscita di scuola.
Nonostante gli piaccio, ha capito ciò che sento per Niccolò. Ha detto che vorrebbe passare più spesso del tempo con me. Non ci vedo niente di male, quindi lo accontenterò.Sono le già le otto, sarà meglio che mi inizi a preparare.
Vado a fare una doccia calda, per rilassarmi e pensare a come dire tutto quello che è successo oggi, a Nico.
Non so se sia giusto o meno, dirgli che piaccio ad Alessio. In più, non so come fare, ora che devo andare via da qui. Non so come potrà andare avanti tra me e Nico, ma semplicemente, non potrà andare, lontani quasi cinque ore di macchina.Esco dalla doccia, mi asciugo corpo e capelli e mi faccio una coda. Indosso un leggings nero comodo e una delle mille felpe che ho nell'armadio.
Nico dovrebbe già essere qui. Lo chiamo per essere sicuro che venga a prendermi.
Non risponde. Lo chiamo più volte ma niente.
"Nico rispondimi, non farmi preoccupare" gli lascio un messaggio.Cinque minuti dopo circa, mi richiama:
«Nico»
«Bea, sono Alessandro» si sente chi ride e chi esulta, sicuramente per la partita.
«Dov'è Nico?»
«Nico non è proprio in se stasera» dice ridendo.
«Che vuol dire?»
«É ubriaco, dovresti vederlo... Comunque, se vuoi venire ti passo a prendere io»
«Accetto volentieri»
«Due minuti e sono li»
Finisce la chiamata.Chissà come sta Nico.
Esco fuori ed ecco Alessandro che mi aspetta.
«Ciao» dico entrando nella sua macchina.
«Ciao, Bea»
«Nico come sta?»
«Perso» dice ridendo «ti dovrai abituare, ogni tanto succede»Arriviamo dopo poco, mi viene da pensare che c'è tanta gente, dalle macchine parcheggiate qui fuori.
Entriamo dentro.«Tesoro mio!» urla Niccolò con una birra in mano.
Mi viene leggermente da ridere per il suo stato, non l'ho mai visto così.
«Ti si vede tutto con questi leggins, puoi metterli più spesso»
Ci mettiamo tutti a ridere, è divertente vederlo così.
«Nico non urlare, vieni che ci sediamo» dico prendendolo per mano per portarlo sul divano.Ci sono affianco a noi ci sono due ragazzi, Nico me li presenta come i suoi migliori amici.
«Sono Bea, piacere» dico porgendo la mano a entrambi, che si presentano come Adriano e Tiziano.La partita va avanti, sono tutti emozionatissimi, per non parlare di Nico. A me poco importa guardarla, così mi metto a giocare un po' al telefono.
Mi arriva un messaggio:
"Possiamo rivederci domani?"
É Alessio. Come non potrei non rivederlo prima di andarmene?
Domani quindi, andremo a prenderci un gelato in centro, sperando anche di chiarire bene ancora quel discorso in sospeso.«Ancora lui?» Niccolò si riferisce ad Alessio.
«Nico, ci sto solo parlando»
Si innervosisce, mi alza dalle due gambe per andare in cucina.
Lo seguo, per evitare che faccia cazzate, soprattutto adesso che si trova in questo stato.Butta la bottiglia di birra già finita, prendendola un'altra nuova.
«Nico, basta bere, per favore» dico cercando di prenderla dalle sue mani.
«Esci con quello e non mi dici niente?»
Mi guarda con lo sguardo incazzato, aprendo la bottiglia.
«Nico, lo sai che è il mio migliore amico»
«Non credo nell'amicizia tra ragazzo e ragazza» mi alza la voce.
Adriano entra in cucina per venire a controllare cosa sta succedendo: «Nico, calmati, vieni a vede la partita» gli dice tenendolo per me spalle.Vorrebbe spaccare tutto lo vedo. Ora poi, col fatto che non è in se, è ancora peggio.
«Non sono d'accordo che tu esci con questo»
«Neanche io sono d'accordo che Giulia è sempre dentro casa tua, Nico»
«Almeno lei, mi capisce meglio di te!»Alle sue parole, i miei occhi allagano le mie guance. Non ci credo che l'ha detto sul serio, ma almeno, adesso so cosa vuole fare. Niente. Lui con me non vuole fare niente. Mi ha illusa dall'inizio e io ci sono cascata.
Riprendo il giubbino per andare via.
«Si brava, vaffanculo!» dice facendo gesti con le mani.
Esco fuori. Niccolò non ha bisogno di me e io non ho bisogno di lui. Posso anche andarmene da qui.
É la seconda volta che esco da casa sua con l'amaro in bocca e il motivo è sempre la sua ex.«Bea, aspetta!» urla dal portone Adriano.
Continuo a tirare dritto, facendo finta di non sentire.
Riesce a raggiungermi, mettendosi davanti a me per bloccarmi la strada.
«L'hai visto che non sta apposto in questo momento, quindi...»
«Quindi niente, io domenica me ne vado e lui ancora non lo sa...» dico interrompendolo.«Che vuol dire?»
«Mia mamma ha perso lavoro, torniamo a Bari...»
«Bea, non ti conosco, ma non ho mai sentito Niccolò parlare di una ragazza, come mi parla di te»É il suo migliore amico e normalmente sta dalla sua parte. Ho voglia solo di andarmene. Andare a casa e buttarmi sul letto, per dimenticare tutto quello che è successo oggi.
«Scusami, devo andare a casa» dico facendo uno dei miei soliti sorrisi forzati.Ti odio Niccolò. Hai rovinato tutto ora, non ci è rimasto nulla tra noi. Non voglio sentirlo, non voglio vederlo.
Magari andarmene da Roma e dimenticarlo mi farebbe solo bene.Per colpa di quello stronzo, ora mi tocca fare anche la strada a piedi, da sola, alle undici di sera. Cerco di fare in fretta. Nel frattempo non faccio altro che pensare e mi scoppia la testa.
Sono arrivata. Entro in casa, mia mamma è ancora sveglia che guarda la TV in salotto.
«Bea, già tornata?»
«Torno a casa con te, mamma»~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
NUOVO CAPITOLO PER VOI. 🗝️💓
Stavolta Nico la combinata geoasa, ma sappiamo tutti che non tratterebbe mai così Bea.
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La sua Wendy | Ultimo | #wattys2019
Teen FictionBea é costretta a trasferirsi insieme a sua madre a Roma, per questioni economiche. La protagonista incontra Niccolò, ragazzo duro come il ferro, ma più fragile di una rosa. Lei, la nota che fa uscire il capolavoro che é in lui, poeta che vive di vo...