Sono appena uscita dalla classe. Ho finito l'esame orale e credo sia andato abbastanza bene. Saprò il voto finale tra qualche giorno.
Non sento Niccolò da due giorni. Non risponde né ai messaggi, ne alle chiamate. Vorrei fargli sapere che mi manca, che ho affrontato l'esame e che se ci fosse stato, sarebbe stato tutto migliore.
«Hey» mi saluta Alessio.
Non so come comportarmi con lui, è la prima volta che lo rivedo dopo quel casino con Nico.
Gli mostro un sorriso forzato, senza dire altro.
«Non mi hai scritto alla fine, per sapere come è andata col tuo ragazzo» sorride.Non c'è da sorridere. Non so neanche io come è andata con Nico e non so neppure se è ancora il mio ragazzo.
«Credo che tra me e lui non ci sia più niente» dico spiegandogli poi cosa è successo dopo che se ne è andato.
«Mi dispiace»Lo vedo quanto gli dispiace. Lo saluto.
È mezzogiorno e devo dirigermi verso il bar vicino casa, inizierò un periodo di prova già da oggi, per lavorare. Ho diverse responsabilità addosso, tra cui Spugna e la casa.Vado a piedi dato che è a due passi e eccomi arrivata.
«Ciao Marika» saluto la mia collega e figlia del proprietario del bar, mentre mi metto il grembiule.
«Ciao, tutto bene?» chiede mentre prepara dei caffè.
«Si, scusate il ritardo, ma ho appena finito l'esame orale a scuola»
«Come ti è andata?» chiede.
«Penso tutto ok, grazie» rispondo.«Forza ragazze! C'è gente! A lavoro!» ci richiama il proprietario, Claudio, padre di Marika.
Mi aspettano sei ore di duro lavoro.C'è tanta gente e allo stesso tempo tanto lavoro. Devo farmi valere, sono sicura di riuscire a prendere questo posto di lavoro.
Passa qualche ora e non ci vedo più. Devo mangiare qualcosa, non ho fatto pranzo.
«Hey, sei molto pallida, tutto ok?» mi chiede Marika.
«Mi gira un po' la testa, ma tutto ok, grazie» dico anche se no, non è tutto ok.
«Bea, credo sia meglio ti fermi un minuto e mangi qualcosa, ci penso io con papà»
Le do ascolto.
Mangio un panino velocemente, bevo un sorso d'acqua e rimango un momento a sedere.Pochi minuti dopo, noto entrare Adriano e dietro a lui Niccolò. Non si accorge di me, o almeno credo sia così, non so cosa nasconde dietro quegli occhiali. Mi alzo immediatamente per tornare dietro al bancone e aspettare che si avvicini.
Finalmente Nico si accorge di me e a pochi passi dal bancone si ferma alzando per un attimo gli occhiali, come per vedermi meglio.
Mi manca. Vorrei abbracciarlo, vorrei dirgli mille cose, ma non mi considera. Sta facendo qualcosa al telefono, ma magari solo per farsi vedere occupato.
«Hey, che ci fai qui?» mi saluta Adriano.
«Sto facendo un periodo di prova, mi serve un lavoro per tenere casa» dico «Che gradite?»Noto Niccolò che rimane lì fermo, lontano dal bancone. Ho bisogno che mi dia attenzioni, prima che io impazzisca.
«Facci due Spritz appena puoi» chiede Adriano.
«Si, ve li porto al tavolo, mettetevi dove volete... Posso chiederti una cosa?» domando.
Annuisce, dandomi il consenso di continuare: «Per favore, di a Niccolò di rispondermi al telefono, ho bisogno di parlargli, è molto importante» gli sussurro avvicinandomi il più possibile al suo orecchio.
Annuisce e se ne va con Nico.Preparo ciò che mi hanno chiesto e gli porto anche qualcosa da stuzzicare. Sono seduti fuori a parlare, così li raggiungo e appoggio il tutto sul tavolo.
Proprio nel momento in cui stavo per tornare al bancone sento la voce di Niccolò:
«Quando stacchi?» chiede con tono freddo.
Mi sta guardando e lo vedo perché non indossa gli occhiali, anche se i tuoi occhi sono spenti.
«Alle sette» rispondo.
Annuisce e me ne vado.Me ne vado col sorriso in faccia, cercando di non farlo notare troppo.
«Chi è quel ragazzo?» chiede Marika.
«Diciamo... il mio ragazzo» dico mentre metto in lavastoviglie le tazzine e i bicchieri.
«Ho notato» mi sorride.
Ovviamente non sono brava a nascondere i miei sentimenti.Niccolò e Adriano, pagano il conto e se ne vanno.
Le ore passano e finalmente è l'ora di staccare, così ne approfitto per fare le ultime cose: sparecchiare, riempire di nuovo la lavastoviglie e bere un sorso d'acqua.
Saluto Marika e il padre ed esco.Piove e non ho l'ombrello, perfetto. Piove così tanto che ho già i capelli e i vestiti zuppi.
Vedo parcheggiata davanti al bar la macchina di Niccolò, che si avvicina notando che non sono munita di ombrello.
Mi fa cenno di salire e faccio come dice, anche se ora gli bagnerò tutto il sedile.Sono felice di vederlo, ma nello stesso tempo imbarazzata per come sono conciata. Gli sorriso anche se lui fa fatica a ricambiare. Vorrei abbracciarlo, ma non mi sembra il caso d'inzupparlo d'acqua.
«Come stai?» chiede freddo.
«Bene... Ho fatto l'esame stamattina»
«Sei andata bene sicuramente, sei una secchiona» mi sorride leggermente.
Mi mancano le sue battute e io suoi sorrisi. Reagisco come se fosse la prima volta che lo fa.Si dirige verso casa mia e prima di arrivare prendo coraggio.
«Nico, ho bisogno di parlarti, hai inteso male tante cose...»
«Beatrice, se sono qui devo ringraziare Adriano, che non so come mi ha convinto, quindi per favore cominciamo da subito col piede giusto» mi interrompe, facendo un grande respiro, come per calmarsi.
Mi fa male vederlo così nervoso.Lo faccio parcheggiare con calma, poi continuo a parlare:
«Io ti avevo solo accennato che magari per tutte e due una pausa sarebbe servita...»
«Io a queste cagate non ci credo» mi interrompe ancora alzando la voce.
«Si, ma Niccolò se mi rispondi così come possiamo partire col piede giusto?» dico col suo stesso tono.
«La situazione è semplice Beatrice. Vuoi stare con me o no?»
«Si che voglio stare con te Nico» rispondo.
«La minchia, perché potevi pensarci prima» dice facendo cenno di scendere dalla macchina.
Ho voglia di tirargli uno di quegli schiaffoni, quando fa così.«Niccolò ma allora perché cazzo me lo chiedi, se devi rispondermi così?» mi innervosisco.
«Bea, io non ci sto capendo più niente con te, te lo giuro...» dice.
«Io neanche, lo sai che sono difficile e ne sei stato consapevole dall'inizio Niccolò» stavolta sono io a interromperlo «Sei stato la mia prima volta in tutto e in certe cose, scusami, ma non sono perfetta... Sono sicura però che voglio stare con te, non ho dubbi».Mi fissa per un attimo, ispezionandomi dalla testa ai piedi, come se non mi avesse mai visto prima.
Si appoggia sul volante, per qualche minuto. Non ho intenzione di scendere dalla sua macchina, finché non riesco a parlarci civilmente.«Vaffanculo Wendy» alza lo sguardo «tu, i tuoi occhi e i capelli bagnati»
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NUOVO CAPITOLO PER VOI. 🗝️💓
Buonasera bimbi. Credo che questo sia uno dei miei capitoli che preferisco🙊💓
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Buona serata a tutti!
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La sua Wendy | Ultimo | #wattys2019
Ficção AdolescenteBea é costretta a trasferirsi insieme a sua madre a Roma, per questioni economiche. La protagonista incontra Niccolò, ragazzo duro come il ferro, ma più fragile di una rosa. Lei, la nota che fa uscire il capolavoro che é in lui, poeta che vive di vo...