Capitolo 17 [Bea]

2.1K 129 37
                                    

«Devo rimanere qui, mamma»
Mia madre è già pronta, con le valigie in mano. Non si aspettava questa mia decisione, da quanto dimostra la sua faccia.

«Bea, non riusciresti a stare qui da sola, non puoi mantenerti senza un lavoro, devi finire la scuola»
«Mamma, qui ci sono persone bellissime. Non voglio andarmene. Andrò a lavorare»
É infastidita. Vorrebbe che io venissi con lei, come ho sempre fatto, oltretutto.

«Bea, a me quel ragazzo non piace, non mi sembra una persona affidabile» dice.
Niccolò ne ha combinate di tutti i colori, in questi giorni, o magari è davvero come ha detto lui. Forse è vero che Giorgio e Giulia hanno organizzato tutto, per arrivare ad allontanarmi da Nico. Ci sarebbe da aspettarsi tutto da quella ragazza.

Voglio rimanere, per Nico, Alessio e adesso basta cambiare scuola e amici. Voglio diplomarmi qui.

Non credo di riuscire più a fidarmi ciecamente di Nico, ma sono innamorata di lui. L'ho capito. Amo i suoi modi fare, la sua dolcezza, la sua voce, le sue mani, le sue labbra... Non posso farci niente.

«Dove andrai?»
«Mi piacerebbe rimanere qui, a casa, ma non so quanto tu sia disposta...»
Capisco per mia mamma quanto sia difficile non vendere questa casa e tenerla per me, dato che ha bisogno di soldi.

«Bea, non devi assolutamente lasciare la scuola» mi dice «Non puoi rovinare la tua vita ora, per questo ragazzo» mi dice dispiaciuta.
«Mamma, è vero che forse Nico è il motivo principale, ma a me qui piace. Qui ho degli amici e una classe con cui vado d'accordo... Non mi sono mai trovata così bene»

É perplessa. Lascia le valigie e si siede sul divano, mentre sembra che ragioni.
«Vieni qui» indica il divano.
Io e mia mamma non siamo mai state separate. Siamo abituate a fare, ciò che fanno due migliori amiche.

«Ormai sei grande, le scelte sono tue... Ti prego però, Bea, ragiona bene prima di farlo» mi dice.
«Troverò un lavoro, nel pomeriggio, mamma»

Voglio farlo. Sono disposta a tutto, pur di non andarmene da Nico, anche se so che studiare e lavorare, nello stesso momento, non è una passeggiata.

«Per un po' ti aiuterò io, ti pagherò le bollette»
L'abbraccio, stringendola forte. Mi mancherà, da morire.
«Grazie mamma» dico stringendola ancora di più.
«Vieni a trovarmi ogni tanto però» dice baciandomi la fronte.

Non ci credo che mia mamma me lo sta facendo fare. Farmi rimanere qui, anche se so che ci staremo male entrambi.

Prima di andarsene, mia madre si raccomanda su diverse cose: lavare i piatti, pulire casa, fare la lavatrice e studiare.

«La mia principessa che cresce troppo in fretta... Ti voglio bene» dice accarezzandomi le guance.
«Anch'io mamma, tanto»

Se ne è andata. Ho mille pensieri per la testa. É strano rendersi conto della scelta che ho appena fatto. Fino a ieri ho vissuto con mia madre, che non mi ha mai fatto mancare nulla e ora ho deciso di essere autonoma a tutti gli effetti. Me la caverò, ne sono sicura.

Chiamo Niccolò. Voglio dirgli che resterò qui:
«Bimba» mi intenerisce quando mi chiama così «allora?»
«Sono qui, a Roma»
Sta sorridendo, lo percepisco.
«Vengo da te»
Riattacco senza dire niente.

Lo amo. Ancora non riesco a rendermi conto di quello è successo stanotte. Ho fatto l'amore per la prima volta, con lui ed è stato indescrivibile.

Avrei solo bisogno di dimenticare tutto quello che è successo, perché non riesco a farmelo passare, da quanto ci sono rimasta male.

Suona il campanello. Nico riesce sempre a essere così rapido, quando si tratta di vederci.
Vado ad aprire la porta.
É stanchissimo, ha delle occhiaie da far paura, anche se devo ammettere che stamattina ne sto risentendo anch'io.

«Da quanto tempo...» dice sorridendo contro le mie labbra.
Sento della carta e un profumo particolare, dietro di me.
É un mazzo di girasoli. Il mio fiore preferito.
«Nico... Come facevi a sapere che i girasoli sono i miei fiori preferiti?»
«Ti ho un po' stalkerata su instagram» dice ridacchiando.
Non uso quasi mai i social, avrà visto le mie foto di anni fa.

«Grazie Nico, ma non dovevi...»
«Si invece, amore»
Rabbrividisco per come mi ha appena chiamata. Solo mia madre fin'ora mi aveva chiamata così.
Lo guardo negli occhi, fisso, finché non mi interrompe: «Ho sbagliato?»
«No, è che... A parte mia madre nessuno mi ha mai chiamata così» dico ridendo.

Mi prende il viso e mi bacia, lentamente, quasi prendendoci gusto a farlo. Mi prende le gambe, fasciandosi i suoi fianchi.
Si siede sul divano e continua a baciarmi, con me sopra le sue gambe.

«Mi fai impazzire, tanto» mi sussurra all'orecchio.
«Saresti andato fuori di testa senza di me, ammettilo»
«Anche tu, ragazza, non tiratela anche se puoi permettertelo»
Ha un sorriso, bellissimo. Non faccio altro che guardarlo.

«Ma tu come sei messa?» mi chiede.
«In che senso?»
«Con i soldi, come fai da sola?»
«Comincio a cercare da subito un lavoro nel pomeriggio»
Alle mie parole comincia a ridere a squarcia gola.

«Io non ti lascio andare a lavorare, ora che stai studiando poi, figuriamoci»
«Nico, che stai dicendo? Come faccio?»
«Bea, é scontato che ti do una mano io» dice «Non posso portarti a casa mia, solo perché ora sono con i miei, altrimenti saresti stata con me»

Non credo di essere pronta a convivere con Nico, così in fretta. Stiamo già facendo tutto troppo di fretta.

«Scusami Nico, ma ho visto che tu non lavori, come puoi riuscire a mantenermi?» gli chiedo.
«Con la Honiro in realtà sto andando, bene... A proposito...» dice alzandosi.
Lo guardo perplesso non capisco. Caccia dei fogli dalla tasca dei suoi jeans e me li porge.

«Ho scritto qualche canzone pensandoti, stanotte»
Rimango immobile. Tre canzoni. Per me.
Tre canzoni in una notte. Si intitolano Pianeti, Wendy e L'unica forza che ho.

Leggo qualche frase. Sono delle parole bellissime.

E vedi poi quanto costa parlarne?
Dirti che ti voglio veramente
Che non ho visto mai occhi più grandi
Blu come il cielo che avevo davanti
E dimmi dimmi perché sei l'unica forza che ho.

Le sue parole, mi fanno emozionare. Anche se non lo faccio notare.

«Spiegami, come fai a scrivere così tanto e soprattutto perché non dormi, Nico» dico prendendolo un po' in giro.
«Premetto che dovrei un po' rivederle, la notte per me è il momento migliore per scrivere» ritorna seduto affianco a me.
«Lo vedo dalle tue occhiaie Nico...» dico mentre ci passo sopra le mie dita.

Mi bacia ancora, mordendomi leggermente le labbra, ma io voglio sentirlo cantare, non l'ha mai fatto per me.

«Cantami un pezzo, Nico»
«Mm, dopo» dice lamentandosi per aver interrotto i nostri baci.
«Dai amore...» mi fa strano ora chiamarlo così, ma mi piace.
Mi guarda, per averlo chiamato così. Sorride e comincia a cantare.

«Ma prendimi per mano senza il minimo timore
Questo mondo vale poco e dona solo altre paure
Per un piccolo secondo abbi solo la certezza
Che i problemi sono altrove, ora puoi anche stare senza
Io ho abbandonato la realtà, da quando ho scritto una canzone
Sono triste per la gente, che non prova più emozione
È triste dare un nome a tutti i nostri sentimenti
Io che riesco solo a dire "riportatemi da Wendy"»

Pensare che queste parole sono per me. Mi sento così importante insieme a lui. Ha una voce meravigliosa.
Non posso più farne a meno di lui.

~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

NUOVO CAPITOLO PER VOI. 🗝️💓

Non avrei mai accettato che Bea se ne andasse, mi sarei sentita morire😣

Se vi é piaciuto votate e commentate.

La sua Wendy | Ultimo | #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora