Capitolo 33 [Bea]

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Siamo ripartiti. Niccolò è distrutto e ho paura si addormenti al volante, dato che non credo abbia dormito stanotte, da quanto parlino le sue occhiaie.

Non riesco a smettere di pensare a quello che Nico mi ha detto ieri. Non so minimamente cosa fare. Sto male a sentire queste cose e non so ancora per quanto possa andare avanti tra noi due. L'amore vince su tutto, si, ma il mio carattere non è così forte da far sorvolare tutto questo.

Ci siamo scambiati giusto qualche parola stamattina, ma odio il continuo silenzio che c'è tra noi da circa un'ora e mezza di viaggio. Così cerco d'iniziare un discorso.

«Tra due giorni ho l'esame orale...»
«Non avrai problemi, sei brava» dice con freddezza.
«Anche fosse, ho un'ansia incredibile»
«Normale» si limita a dire.

Non collabora. Il tempo passa e questo viaggio diventa una noia mortale.

Scrivo ad Alessio, ho bisogno di parlargli e sfogarmi.
"Ho bisogno di parlarti" gli scrivo.
"Che succede?"
"Sto tornando a Roma, appena sono a casa ti chiamo"

Noto Niccolò che attraverso gli occhiali da sole, cerca di vedere cosa sto facendo al telefono, ma a quanto pare non riesce, perché, stranamente, non spiccica parola.

«Nico non ho detto che non possiamo parlare, ho solo detto che ho bisogno che queste cose si risolvono» dico «Non reggo a tutto, non sono forte quanto te».
«Io sono peggio di te» dice alzandosi gli occhiali.

Mi fa tenerezza. Vorrei che fosse tutto apposto, sia per me che per lui.
«Ci fermiamo? È ora di pranzo» dico cercando di cambiare discorso.
Annuisce, accostandosi poi al primo autogrill che incontriamo.

Prendiamo Spugna ed entriamo. Vado in bagno e Nico ha già ordinato.
«Cos'hai ordinato?» chiedo curiosa.
«La tua pasta preferita» dice facendo un sorriso forzato, mentre giocherella al telefono.

Mi fa male vederlo così. Mi avvicino sedendomi sulle sue gambe.
«Nico, dimmi cosa c'è»
Anche se so quello che c'é.
«C'è che mi manchi nonostante tu sia qui» dice «Perché so che non sta andando bene niente, Bea»
«So che puoi risolvere tutto...» lo guardo negli occhi.

Gli lascio un bacio sulla fine delle labbra, ma proprio lui non lo sopporta e rimedia prendendomi il viso e baciando le labbra per bene.

«Non trattarmi così» mi dice.
«Cosi come?»
«Come se non fossi il tuo ragazzo» risponde «Farò di tutto per averti com'eri prima»
Mi fa alzare dalle sue gambe quando vede che stanno arrivando i piatti.

Come faccio a non notare il nervoso che ha addosso?
Comincio a mangiare le mie orecchiette di pasta, cercando di non pensarci più. Cerchiamo di fare in fretta, così da ripartire il prima possibile.

Niccolò paga il conto, io prendo Spugna per poi prendere nel portabagagli la sacca delle crocchette così da far fare pranzo anche a lui.

Entriamo in macchina e ripartiamo.
Accendo la radio canticchiando qualcosa e cercando di far partecipare anche Nico, ma niente, non si sforza neanche.

Va bene. Prendo il mio libro di scuola e inizio a ripassare per l'esame. Sono costretta a fare qualcosa pur di farmi passare il tempo, che per fortuna riesce a passare in fretta.

Siamo all'uscita dell'autostrada, quindi siamo quasi arrivati.

«Finalmente» dico chiudendo il libro.
«Wow, non vedi l'ora di tornare a casa?» chiede.
«Non è il massimo passare quattro ore di viaggio in silenzio, o almeno, con te in silenzio».
Inizia a sbuffare, come se il problema sia io.

«Io vado da Giulia, ma tu vieni con me» dice.
«No, Niccolò, non vengo semplicemente perché è un problema vostro e dovete risolverlo da soli»
«Beatrice, stai facendo la grande e la dura con me, quanto non lo sai fare» si innervosisce «Quindi, dimmi che cazzo vuoi fare, in poche parole».
Lancia un pugno sul volante colpendo leggermente il clacson.

Odio quando fa così. Deve sempre farmi spaventare solo perché ha qualche anno più di me.

«Vuoi andare a casa?» continua a dire guardandomi.
«Si» rispondo secca.
«Ok».
Altri dieci minuti di silenzio e arriviamo davanti casa mia.

«Vuoi che ti lasci Spugna?» chiedo prima di uscire dalla macchina.
«Come vuoi» dice appoggiando la testa sulla sua mano.

Decido di lasciarglielo, perché so che ne è già affezionato e che sicuramente lo può tranquillizzare da tutto questo casino.

Esco dalla macchina dirigendomi verso il portabagagli per prendere la mia valigia, prendo il libro e mi avvicino al suo finestrino abbassato.

«Fammi sapere come va poi, ok?» chiedo.
«Ok».
Gli lascio un bacio sulla guancia, ma poco dopo che mi staccassi, apre la portiera della macchina e mi trascina sulle sue gambe.

«Lo sai che non mi piace sulla guancia» dice abbassando il labbro.
«Nico...» dico ridendo leggermente.
«Finché non lo ottengo, non te ne vai e non prenderla sul ridere perché non sto scherzando»

Gli lascio un bacio veloce a stampo e mi alzo di fretta ridendo.
«Non intendevo esattamente questo, ma mi accontento» dice.
«Fammi sapere, mi raccomando» dico aprendo il portone del palazzo.
«Farò di tutto per farti stare bene» dice alzando la voce per farsi sentire «Sarai mia Wendy, di nuovo».
Gli sorriso ed entro in casa.

Spero davvero si risolve tutto. È da poco che c'é qualcosa tra me e Nico, ma spero tutto questo possa continuare, perché se ci penso, senza di lui, non riuscirei a starci... Sentirei un vuoto dentro di me e quel vuoto potrà solo essere colmato da lui.
Lo amo e non posso negarlo, non posso dire che non è così.

Chiamo Alessio, ho proprio bisogno di parlare, altrimenti potrei esplodere.

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NUOVO CAPITOLO PER VOI. 🗝️💓

Ragazzi, ma quanto può essere dolce e bipolare Niccolò?😂😍
Non posso vedere questi due separati😍

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Buona serata a tutti!

La sua Wendy | Ultimo | #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora