Capitolo 31 [Nico]

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«Vestiti, andiamo a fare una bella cenetta» dico alzandomi dal letto.
«Prima faccio la doccia» dice dirigendosi in bagno già nuda.

La seguo con l'intento di entrare con lei in doccia.
«Nico, dai!» dice ridendo e spingendomi.
«Che c'è? Devo farla anch'io»

Fa il broncio, come se le dispiacesse fare la doccia con me.
L'acqua è fredda e per dispetto glie la miro addosso. Mi sta odiando, ma quanto è bella con i capelli bagnati?

«Amore, smettila!» dice cercando di allontanare il braccio con cui tengo il getto della doccia.
Solo quando la vedo leggermente tremare a causa dell'acqua fredda la smetto, impostando l'acqua più calda.
Mi viene da ridere per la sua faccia, ma allo stesso tempo è così tenera. Me la mangerei tutta.

Mi porge la bottiglia dello shampoo. Ne prendo un po' massaggiandogli poi i capelli, finché non crei la schiuma. Lei fa la stessa cosa con me, usando leggermente anche le unghie, dato che sa quando adoro i grattini alla testa.

Prendo poi il bagnoschiuma, passandolo ovunque per poi concentrarmi sulle sue spalle, facendogli un massaggio e farla rilassare.

«Bravo amore. Perché non lo fai più spesso?» chiede.
«Perché ti vizierei troppo!» dico smettendo di continuare il massaggio.
«Stronzo!».
Prende il getto dell'acqua puntandolo sulla mia faccia.
«Perfida!» le dico.

Continuiamo a ridere e insultarci a vicenda.
«Tanto non pensi niente di tutto questo di me» dice strizzandomi una chiappa.
«Questo non è il tuo ruolo» dico riferendomi al gesto che ha appena fatto, ripetendolo su di lei.

Gioco con le sue labbra, mordicchiandole, mentre le sciacquo il suo bel corpicino dal sapone.

Usciamo dalla doccia e ci mettiamo gli accappatoi.
«Te li asciugo io i capelli» dico prendendo una spazzola e il phone «Ma insegnami come si fa».
Prende una sedia, si mette comoda e io seguo le sue istruzioni.
Finito con i suoi capelli, asciugo i miei.

«Nico» mi chiama Bea dalla camera da letto.
Mi affaccio dalla porta del bagno, notato il vestito che ha addosso.
«Ti piace?» chiede.
É stupenda, indossa una tuta corta elegante nera e un paio di tacchi.
«Sei bellissima» dico prendendola per i fianchi e baciandola «Ma odio questi tacchi»
«Perché?» chiede perplessa.
«Così sei più alta di me» dico facendole notare con la mano.

Si mette a ridere.
Prendo dalla valigia l'unico completo più formale che ho portato: gilet, solita camicia bianca e jeans nero.
Mi metto apposto i capelli e prendo Spugna.

«Sei bellissimo bimbo» mi dice Bea lasciandomi un bacio.
«Tu di più».
Le prendo la mano e usciamo dalla camera.

Chiediamo ai camerieri del ristorante dell'hotel se ci sia posto e ci portano in un tavolo da due. È un posto bellissimo, con sottofondo di violino e pianoforte.

Ordiniamo due "piatti" di pasta, una tagliata e un polpettone per Spugna.
Lo trattiamo bene questo cucciolo.

Il mio telefono inizia a vibrare e illuminarsi. É Giulia. Cosa caspita vuole? Lo metto in tasca senza rispondere.
«Chi era?» chiede bevendo un sorso d'acqua.
«Adriano» dico «Usciamo fuori?».

Ci alziamo e andiamo a pagare. Non riesco a capire perché mi abbia chiamato Giulia. Non la sento da un po', ma non ne sento il bisogno.

Usciamo fuori la terrazza, c'è una piscina fantastica, peccato tiri un'aria insopportabile e non è quindi il caso di farci il bagno.
Ci sediamo su uno sdraio. Il telefono continua a vibrare. Controllo ed è di nuovo Giulia.

La deve smettere prima che mi incazzi e gli rispondi male.
Continua a vibrare, non la smette.
«Si può sapere chi è?» si innervosisce Bea.

Il tempo di riattaccare che Bea mi toglie il telefono dalle mani.
«Menomale era Adriano» dice porgendomi il telefono.
Prende Spugna, avviandosi verso l'entrata dell'hotel.
«Dove vai?» dico tentando di raggiungerla.
«In camera, così puoi rispondere, dato che non può proprio starci senza sentirti!»
«Beatrice non fare la stupida» dico mettendomi davanti a lei.
«Il coglione sei tu in questo momento, levati».

Quanto posso essere imbecille? Il mio intento non è stato nasconderglielo, anche perché non la sento da tempo, è stato semplicemente non farla innervosire, eppure è peggiorata la situazione ora.

Cerco di capirla, seguendola senza fiatare.
Arriviamo in camera ed entro con lei. Si dirige in bagno, sbattendo la porta.

È incredibile, ma Giulia continua a chiamarmi. Riattacco e spengo il telefono. Ho un nervoso addosso che stavolta potrei spaccare tutto. Mi spoglio lasciandomi in boxer e mi metto comodo sul letto.

Bea esce dal bagno, si spoglia anche lei, si mette una maglia larga per dormire e si corica nel letto, ma verso la parte opposta alla mia.

Cerco dell'affetto da parte sua, anche se so che non me lo merito. Appoggio la mano sul suo fianco, ma la scansa, alterandosi ancora di più:
«Non peggiorare le cose, non so neanche perché sono ancora qui con te» dice sedendosi sul letto.
«Bea, mi ha chiamato, ma non gli ho risposto perché non mi interessa...» dico cercando una giustificazione.
«Mi hai detto che ti aveva chiamato Adriano, non la tua ex... Sei ridicolo» si gira di nuovo verso il muro.
«Beatrice, smettila per favore, io non ci capisco mai un cazzo in queste situazioni, mi prende l'ansia e non so più neanche cosa dico».

Non le importa ciò che dico e forse da una parte ha ragione. Non sopporto quello che ho appena fatto. Nel torto stavolta ci sono io.

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NUOVO CAPITOLO PER VOI. 🗝️💓

Secondo voi qual'e lo scopo di Giulia? Cosa ha da dire a Niccolò? Comunque a me continua a fare pena Spugna che deve sopportare entrambi ogni volta🙄😂

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Buona serata a tutti!

La sua Wendy | Ultimo | #wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora