«Per i momenti di semplicità,
per chi rimane e chi se ne va,
per le volte che cammino in questa strada e non so dove mi porterà
e per chi aspetta una vita diversa,
per me che avevo una stella e l'ho persa,
per chi si vanta di esser forte io che invece incido un'altra debolezza» cantano tutti.I miei amici cantano Chiave in coro. Ho i brividi. Voglio un bene assurdo a questi ragazzi e loro ne vogliono a me.
È mezzanotte ed è appena uscito il mio primo disco. Bea mi ha obbligato a rimanere con i miei amici per festeggiare quest'evento. L'ho trattata uno schifo e ha ragione
Sul tavolo c'è una torta stupenda, con la cialda della copertina di Pianeti. È tutto bellissimo. Ci sono anche i miei genitori... Ma manca lei..
Mangiamo il dolce, ascoltiamo tutto il disco. In molti mi fanno i complimenti. A loro piace e sono contento che la mia musica possa essere così gradevole per qualcuno.
Mi sto rendendo conto che forse io voglio farlo sul serio. Con la mia musica, mi piacerebbe dare forza a chi ne ha bisogno. Andrò a Sanremo Giovani e voglio vincere. Devo vincere. Devo farlo, per me e per gli Ultimi.
Tutti se ne vanno, mentre io rimango solo con Adriano, che riesce subito a capire che qualcosa non va.
«Cosa è successo?» dice sedendosi sul muretto di un marciapiede.
«Niente Adri» dico mentre accendo una sigaretta «Sono un po' preoccupato per il disco»
«Certo» dice prendendo l'accendino dalle mie mani, per accendere anche la sua cicca.Immaginavo lo capisse, mi conosce troppo bene. Non riesco a mentire con lui, neanche una volta.
«Devi capirla un po', Nico» dice.
«Si, la capisco, ma poteva evitare di andarsene e parlare da risolvere tutto subito»
«Si, ma ognuno di noi è diverso e ha diversi modi di agire» spiega.
«Spero gli passerà, è abbastanza testarda»
«Non deve passargli, devi andarti a scusare»
«L'ho fatto, Adri, ma non le è importato» dico.
«È ancora nella tua testa?» domanda.
«Chi?»
«Giulia!»
«No Adri, stai scherzando?» dico «Dopo la storia dell'aborto è cambiato il rapporto tra noi, in meglio, ma è una cosa tranquilla»Rimaniamo altri dieci minuti a parlare del più e del meno, quando poi mi accorgo che ormai è l'una di notte e mi sembra il caso di tornare a casa, anche perché odio lasciare Bea da sola.
Prendo la macchina e mi dirigo verso il suo palazzo.
Entro cercando di non fare rumore. Appoggio il giubbino sull'appendi abiti e mi dirigo in camera.
È con Spugna tra le sue braccia, a dormire sul letto.Mi tolgo tutto rimanendo in boxer, per andare a dormire.
Mi avvicino per levargli Spugna e metterlo a terra, ma appena lo prendo comincia a piagnucolare, fino a svegliarla.«Hey» sussurro avvicinandomi di nuovo al letto.
Sorride in modo forzato, per poi girarsi dall'altro lato.
«Ti amo» bisbiglio, accarezzandole i capelli.
«Ti sei divertito a parlare con lei?»
«Dio, Beatrice devi sempre esagerare» dico alzandomi dal letto, mentre lei rimane lì, immobile, senza troppe preoccupazioni.Mi dirigo nel salotto, mi siedo sul divano per cercare di parlarmi ed eliminare tutta la rabbia che ho dentro.
Davanti a me c'è il mio pianoforte. Vorrei tanto suonarlo, ma non è l'orario giusto per farlo in un palazzo. Mi siedo sullo sgabello e inizio a pigiare i tasti in modo delicato, da non fare molto suono. Improvviso qualcosa.
Sono nervoso e appena sento le prime note fuori posto mi alzo dal pianoforte.
«Dio!» impreco tirando un calcio al divano.Appena sente quel rumore forte, Bea arriva subito.
«Ma che fai?» chiede.
«Mi sfogo, non lo vedi?»
«Spiegami perché dovresti essere tu quello arrabbiato» dice lei.
«Bea, Giulia è cambiata, tra noi il rapporto è migliorato e io ci ho soltanto parlato! Non mi sembra di aver commesso lo sbaglio più grande della mia vita»Non risponde. Mi fissa per qualche secondo.
«Vaffanculo» dice a bassa voce, mentre torna in camera.
«Come scusa?»
«Niente»La seguo, prendendola per un braccio.
«È possibile che c'è sempre un problema tra noi? Ogni volta devi incazzarti per queste minchiate?» alzo la voce.
Forse l'ho alzata troppo, ho dentro un senso di colpa assurdo.
«Niccolò, non hai fatto altro che ignorarmi» dice a occhi lucidi.
«Pensi l'abbia fatto apposta?»
«Neanche io l'ho fatto apposta quando è successo quel casino con Alessio, eppure tu l'hai eliminato dalla mia vita, io perché devo stare zitta, invece, Niccolò?»Rimango muto. Come faccio a non ammettere di avere torto? Sono proprio un bambino.
Rimaniamo in silenzio per diversi secondi. Non trovo le parole per descrivere la vergogna che mi sento dentro.
«Perdonami» le sussurro abbracciandola.
Si lascia abbracciare, ma senza ricambiare alcun sentimento.Cerca di andarsene tra le mie braccia.
«Per favore Bea, scusami» cerca di tenerla ancora un po'.
«Dio, Niccolò! Lasciami calmare un attimo!» dice con respiro affannoso.Si siede sul divano e appoggia il viso tra le mani.
«Che hai?» mi inginocchio davanti a lei.
«Paura» le lacrime gli rigano il viso «Ho paura, da morire»
«Di cosa?»
«Non abbiamo avuto un attimo di pace fin'ora, ci siamo soltanto presi a parole» dice «Mi vedo sbagliata Niccolò, forse non sono come mi volevi»
«Invece sei come ti ho disegnata»~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~
NUOVO CAPITOLO PER VOI. 🗝️💓
Cosa caspita combini Niccolò?...
Secondo voi cosa sta succedendo a Nico?Se vi é piaciuto votate e commentate!
Buona serata a tutti!
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La sua Wendy | Ultimo | #wattys2019
Ficção AdolescenteBea é costretta a trasferirsi insieme a sua madre a Roma, per questioni economiche. La protagonista incontra Niccolò, ragazzo duro come il ferro, ma più fragile di una rosa. Lei, la nota che fa uscire il capolavoro che é in lui, poeta che vive di vo...