Bea é costretta a trasferirsi insieme a sua madre a Roma, per questioni economiche. La protagonista incontra Niccolò, ragazzo duro come il ferro, ma più fragile di una rosa. Lei, la nota che fa uscire il capolavoro che é in lui, poeta che vive di vo...
Sto tornando a Roma. Sono felice del traguardo che ho raggiunto, posso tornare a casa col sorriso. Suonerò presto a Milano, alla Santeria Toscana 31 e alla Quirinetta di Roma. Due locali discreti, ma amo suonare in giro e sono certo che mi divertirò.
Ieri Beatrice mi ha scritto, facendomi i complimenti per essere passato alle nuove proposte di Sanremo. Poi l'ho chiamata, ma non ha risposto, forse non vuole più sentire neanche il mio nome, ma è stata carina comunque.
«Ieri mi ha scritto Beatrice...» spiego tutto ad Adriano, anche se so che il suo parere è quello di divertirmi e nient'altro. «Se non ti ha risposto alla chiamata, non credo voglia più sentirti» dice «Lo so, ma ieri non mi sembrava vero di averci parlato anche solo per messaggio» «Nico, ha fatto quello che ora faranno tutti, congratularsi perché parteciperai al festival di Sanremo, che è una cosa più che giusta» dice «Ma ricordati che tu l'hai fatta grossa, se ti persona è un miracolo e tu lo sai»
Ha ragione, ma non voglio arrendermi. Le scrivo di nuovo, sperando che mi risponde: "Buongiorno Bea" Dovrebbe essere a casa dato che oggi e domenica e non lavora.
Questo viaggio è stressante, siamo già in viaggio da tre ore e ne mancano ancora quattro.
Mi addormento senza neanche accorgermene. Ieri ho fatto tardi e in più ho dormito poco.
«Nico siamo in autogrill, ci mangiamo qualcosa?» sento la voce di Adriano che mi sveglia. Mi stiro, do una sistemata ai capelli e scendo dalla macchina con gli altri.
Entriamo e ci prendiamo dei panini per ripartire in fretta. Ci manca ancora molto per arrivare a Roma.
Mentre mordo il mio panino controllo le notifiche del telefono. Beatrice mi ha risposto, probabilmente mentre dormivo:
"Buongiorno
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"
Mi ha mandato una foto di Spugna. È un po' che non lo vedo e mi manca tanto. "Vorrei passare a trovarlo, magari appena arrivo a Roma" le scrivo.
Usciamo dall'autogrill e ripartiamo. Mancano due ore di viaggio. Spero passeranno in fretta, perché già non ne posso più.
Lo schermo del telefono si illumina. Un'altro messaggio di Bea: "Ok, ci vediamo dopo" Non vedo l'ora di vedere entrambi.
Passiamo queste ultime due ore di viaggio a parlare della mia vita programmata. Il festival di Sanremo è vicino e mi sto continuando ad allenare con la voce, ma per ora sono sicuro di me stesso. Sto già scrivendo un nuovo disco che uscirà tra non molto e subito dopo partiranno le date degli instore e se tutto andrà bene partiranno anche quelle dei concerti. Non credo di essere ancora pronto a tutto questo, ma sono euforico solo a pensarlo.
Finalmente arriviamo a Roma. Saluto tutti e mi lascio portare a casa. Entro e oltre a trovare i miei genitori ci sono anche i miei fratelli, Valerio e Lorenzo, con le proprie ragazze. Abbraccio tutti, sono felice di vedere la mia famiglia.
«Sei stato bravissimo, amore mio» dice mia madre stringendomi tra le sue braccia. «Grazie mamma, ma così non riesco a respirare» dico cercando di resistere il più possibile.
Rimaniamo a parlare per un oretta, quando poi decido di andare da Beatrice. «Torno per cena, devo fare una cosa» dico rimettendomi il giubbino.
Prendo la mia macchina e mi dirigo verso casa di Bea. Mi fa strano ogni volta rifare questa strada dopo che io e lei ci siamo lasciati.
Parcheggio e suono al campanello. Entro nel palazzo fino ad arrivare a casa sua. Non faccio in tempo a bussare che lei apre il portone.
Spugna mi salta addosso, piagnucolando per la contentezza. «Spugna! Ti sono mancato eh?» Lo coccolo cercando di farlo calmare.
Alzo lo sguardo, notando Bea che ci guarda sorridendo. Forse si accorge che la sto fissando un po' troppo. «Forza, entrate» dice facendo cenno con la mano.
Prendo Spugna in braccio che mi riempie di baci ed entro.
