Magnus era livido di rabbia, non credeva di poter provare tanto odio per qualcuno che neanche conosceva. L'autore, delle condizioni in cui versava Alexander, l'avrebbe pagata cara, chiunque fosse.
Quando se l'era trovato davanti alla porta, all'inizio era stato così felice di vederlo! Il suo fiorellino era lì! Era sicuro che avrebbe accettato la sua proposta perchè Raphael, sguinzagliato al fine di scovare quante più informazioni possibili sul ragazzo dagli occhi blu, gli aveva portato un resoconto di tutto rispetto, con tanto di foto e didascalie. Non c'era che dire, il suo lavoro di detective privato lo sapeva svolgere davvero bene. Gli doveva un favore, come aveva sottolineato più volte quell'adorabile clandestino rompiscatole, ma le notizie che gli aveva portato erano buone, ottime a dire la verità.
Quando si erano incontrati alla caffetteria, Magnus conosceva già ogni minimo particolare della vita privata di Alexander: era il figlio maggiore di Robert Lightwood, uno stronzo con un cactus infilato nel didietro con cui, purtroppo, aveva già avuto a che fare (era stato un colpo scoprire che il dolce occhi blu era suo figlio), e di Maryse Lightwood, donna che, oramai, era l'ombra di se stessa da quando il figlio più piccolo, Maxwell Joseph Lightwood, era morto in un incidente stradale sette anni prima. Alexander aveva due fratelli, con cui viveva: Jonathan, detto Jace, che, guardando le foto, Magnus riconobbe nel finto biondo che urlava ad occhioni blu di infilare più lingua nella sua gola (cosa che lui apprezzava senza dubbio, ma che se ne guardava bene dal riferirglielo) ed Isabelle, la bellissima mora che saltellava senza sosta mentre lui si limonava il fratello. Aveva un lavoro modesto, ma del tutto dignitoso. Non fumava, non aveva il vizio del gioco, non amava le feste (che ci faceva allora, quella sera, al Pandemonium? Magnus era deciso a scoprirlo quanto prima). Un ragazzo come tanti altri, se non fosse stato per il cognome che portava e la splendida prestanza fisica. La ciliegina sulla torta era che la sua attuale situazione finanziaria non era tra le più rosee, quindi sapeva che non poteva ripagargli l'auto, non nell'immediato almeno. Era quindi davvero entusiasta quando se l'era trovato di fronte, perchè, nonostante il tentennamento del ragazzo, era sicuro che la loro "collaborazione" sarebbe iniziata presto.
Quando aveva notato gli occhi rossi e gonfi, però, la sua gioia si era tramutata in preoccupazione. Il pianto di Alexander era stata come una coltellata in pieno petto e il suo istinto lo aveva spinto ad agire: lo aveva abbracciato stretto stretto senza dire una parola. Lo aveva poi accompagnato fino al grande divano rosso e passato ritmicamente la mano sulla schiena per consolarlo mentre, ad intervalli irregolari, gli scoccava baci tra i capelli. Alexander gli si era accasciato contro e sembrava non volersi più staccare da lui. Gli stava inzuppando la camicia nuova, ma a Magnus non dispiaceva affatto. Era così bello averlo di nuovo tra le braccia.
Dopo un paio di minuti, Alec alzò il viso dal suo collo, si soffiò il naso e, preoccupato ed imbarazzato, gli guardò la camicia dicendo "Ohhh mi scusi, Mr. Bane! Gliel'ho bagnata e stropicciata tutta!".
Magnus lo guardò rassicurante "Non ti preoccupare fiorellino! A quanto pare sei una calamità per le mie camicie! Dillo che vuoi vedermi senza!" rise, divertito dell'evidente imbarazzo del giovane. "Come ti ho già detto una volta, comunque, la lavatrice serve a questo, altrimenti sai che spreco averne una?!".
Ad Alec spuntò un timido sorriso. Con Magnus era tutto così semplice, anche sorridere quando dentro si sentiva morire.
"Allora" disse Magnus, alzandogli dolcemente il mento e facendo incontrare i loro occhi, "Mi vuoi dire cosa c'è che non va?".
"Oh.. beh.. niente di che. Non è importante." rispose Alec, sfuggendo al suo sguardo e guardandosi, interessato, le scarpe.
"Non direi che non è importante, visto che, quasiasi cosa ti è successa, ti ha ferito!" disse serio Magnus.
Alec si chiese se confessargli o meno la sua pena. Non lo conosceva minimamente, poteva essere un serial killer che si divertiva a slinguazzare il primo Batman che gli capitava sotto tiro, per quel che ne sapeva! Inspiegabilmente però si fidava di lui, ignorava perchè.
"Non posso accettare la sua offerta, Mr. Bane." iniziò.
"Ok, non puoi perchè.."
"M-mio.. m-m-mio.."
"Ok, inspira ed espira! Ecco così! Un altro bel respiro.." lo incoraggiò Magnus, che riprese ad accarezzargli la schiena.
Alec chiuse gli occhi e poi buttò fuori il groppone che lo soffocava "Ufff.. ok.. ci sono.. Il signor Lightwood.." iniziò.
"Tuo padre? Che ha combinato, questa volta, quel manico di scopa?" sbuffò infastidito Magnus.
"Non è mio padre! Non lo è più da sette anni ormai e.. oh! Lo conosce?" chiese stupito Alec.
"Diciamo che abbiamo avuto modo di avere rapporti ravvicinati, sì. E gli piaccio tanto quanto a me piacciono i jeans a vita alta!" rispose ironicamente.
"Le piacciono i jeans a vita alta?" chiese Alec, confuso.
"Per Lilith, fiorellino! Certo che no! Sono il male assoluto!" sbottò scioccato.
"Oh.. ok.. quindi lui non le piace, giusto? Non siete amici?!" chiese titubante, non riuscendo poi a capire in quale strano universo avevano potuto interagire quei due. Erano come il giorno e la notte. "Come lo conosce?" chiese infatti, curioso
"Primo: no, fiorellino, il manico di scopa non mi piace!" sorrise Magnus, "E secondo: ci siamo conosciuti ad una serata di gala. Avresti dovuto vedermi! Quella sera ero uno schianto, anche se, detto tra noi, lo sono sempre! Non è vero?" disse, alzandosi e facendo una piroetta.
Alec poteva solo concordare mentalmente. Definirlo "schianto" era ancora poco. Magnus Bane era la personificazione della parola bellissimo. Ritornò a concentrarsi su Magnus che, intanto, continuava a blaterare senza sosta.
".. e avevo questo completo rosso sgargiante e, sul retro della giacca, c'era ricamata la scritta BI-BI-BI con le paillettes. Stavo davvero bene! Ero un bocconcino delizioso da mangiare! Più di una ragazza ha tentato di rifilarmi il suo numero e c'era un cameriere che flirtava spudoratamente con me e.. oh scusa fiorellino! Sto divagando! Raccontami cosa è successo!" disse, tornando a sedersi sul divano ed accarezzando volutamente il suo ginocchio.
Alec era troppo sconvolto dalla parlata a raffica di Magnus, per fare attenzione alla sua mano. Quando se ne accorse, fu lui a diventare rosso, altro che la giacca paillettata!
Prese un bel respiro, ed iniziò il suo racconto.
Magnus era sconcertato. Il manico di scopa non si smentiva mai! Dallo stupore, passò alla rabbia, mano a mano che Alexander gli spiegava cosa era successo quel pomeriggio. Ora conosceva il bersaglio della sua ira.
"Se non accetto, impiegherà tutte le sue energie per demolire la mia vita, quella dei miei fratelli e, cito testualmente, la checca nel video." concluse, indicandolo.
"Io?" chiese sorpreso Magnus, "Beh almeno poteva dire che ero una checca meravigliosa! Ma mi ha visto bene? Sono fantastico e.. Aspetta.. quale video?".
"Qualcuno ha filmato la nostra, ehm, performance, e il video è arrivato a lui.".
"Incredibile!".
"Già.. Come vede non ho via di scampo! Non posso permettere che faccia del male ai miei fratelli o a lei, Mr. Bane!" arrossì Alec.
"Ohhh Alexander! Non preoccuparti per me! So badare a me stesso!" e gli fece l'occhiolino.
"Non voglio metterla nei pasticci, Mr. Bane!".
Magnus gli afferrò le mani "Sei così dolce fiorellino!". Alec arrossì. Oltre che sorridere, con Magnus era anche facile imbarazzarsi ogni due per tre.
"Al manico di scopa ci penso io!" disse sicuro Magnus, "Fidati, fiorellino, quando dico che è meglio non farmi arrabbiare. Ho anch'io le mie conoscenze." concluse, enigmatico.
"O-ok.. ma.. cioè.. in che senso ci pensa lei?" chiese Alec preoccupato. Oddio lo sapeva che era un serial killer! Cosa avrebbe fatto all'uomo? Lo avrebbe sciolto nell'acido? Lo avrebbe gettato in qualche lago sperduto del paese con un blocco di cemento ai piedi? Una lunga serie di scenari da film horror iniziarono a passargli per la mente e si allontanò impercettibilmente da lui.
Magnus sghignazzò "Lascia perdere e smettila di preoccuparti. Nessuno torcerà un capello a te o ai tuoi fratelli. Ora" disse, battendo le mani, "Torniamo a noi!" e gli posò nuovamente una mano sul ginocchio e si avvicinò ancora di più. "Dimmi che lavorerai per me, Alexander!" sussurrò con voce roca, guardandolo intensamente negli occhi.
Alec dimenticò che il tipo strampalato poteva essere un assassino. Non badò neppure a quanto fosse pesantemente insistente. Si perse invece in quella prateria verde inondata dal sole dorato e l'unica cosa che riuscì a dire, incantato, fu "Sì!".
Magnus sorrise e, prima che Alec se ne rendesse conto, gli mollò un veloce bacio a stampo, per poi alzarsi dal divano e cominciare a saltellare per la stanza.
Alec si toccò le labbra, in trance. Magnus era stato talmente veloce che per poco non se ne accorse neppure. Ma l'aveva fatto, eccome! E, a quanto pare, anche il suo corpo, visto che il ricordo della pressione leggera delle sue labbra gli stava mandando a fuoco il sangue nelle vene.
"Ohhh che bello! Che bello! Che bello!", Magnus era raggiante.
Alec doveva frenare assolutamente quell'esuberanza quasi contagiosa (quasi eh, perchè lui, di mettersi a ballare per il salone come stava facendo il tipo strampalato, non l'avrebbe fatto manco sotto tortura!). "Ehm.. Mr. Bane.." iniziò, "Credo che potrei accettare la sua proposta, ma voglio che, prima, venga redatto un contratto. Un contratto scritto e con contenuti seri!".
"Tipo?" chiese ansante Magnus, fermandosi di botto nel bel mezzo della sua danza della felicità.
"Beh, ad esempio, quante ore al giorno dovrò lavorare? Dove dovrò farlo? Le serve che faccia degli straordinari? Lei mi ha detto che le serve un tuttofare, ma cosa dovrei fare di preciso? E' stato molto vago quando mi ha parlato della sua proposta!" cominciò ad elencare Alec, "E lo stipendio? Per l'angelo, Mr. Bane, lei mi ha parlato di cinque mila dollari alla settimana! E' una follia!!" concluse tra il serio e lo sconcertato. Ci impiegava cinque mesi per guadagnarsi quei soldi, che tra l'altro neanche riusciva a vedere tutti insieme, visto che la maggior parte del suo stipendio mensile serviva per pagare l'affitto e le bollette.
Magnus evitò accuratamente di accennare alla mega multa che si era beccato dal distretto di polizia di New York per aver lasciato la sua auto incustodita, mentre questa bruciava che era una meraviglia, e non aver avvertito le forze dell'ordine o i pompieri. Se non fosse stato per Ragnor, vice-comandante del dipartimento, che era riuscito ad intercedere per lui, a quest'ora avrebbe anche una bella causa pendente per aver messo in pericolo gli abitanti del quartiere. Ragnor non si era risparmiato dal fargli la ramanzina del secolo sul fatto che l'auto sarebbe potuta scoppiare (ed effettivamente quello era stato un colpo di fortuna non indifferente), che era un incosciente, che era un idiota irresponsabile e bla bla bla..
Assurdo! Lui si comportava da principe azzurro, salvando un dolce, ubriaco, puzzolente principe in difficoltà e veniva cazziato. Ok aveva lasciato un falò nel parcheggio, ma Alexander aveva la priorità!
"Chi le dice che valgo tutti quei soldi? Come le ho già detto potrei essere un nullafacente!" continuò Alec.
"Lo sei?" chiese sorridente Magnus.
"Beh, no! Quando mi danno un compito, cerco di portarlo sempre a termine con impegno e professionalità e.. Mr. Bane non è questo il punto!!" si interruppe, infervorato, "E se combino dei guai? Se le rovino qualche affare importante? Se.."
"Ohhh andiamo Alexander! Mica ti farò dirigere la mia attività! Per chi mi hai preso? Per manico di scopa?" chiese ridendo.
Alec arrossì "Non intendevo questo, Mr. Bane! Sono solo preoccupato che la mia goffaggine mi porti a recarle dei danni!"
"Più di distruggere un'auto? Non puoi fare peggio di così, Alexander!" lo prese in giro Magnus.
Entrambi ignoravano che quelle erano le proverbiali ultime parole famose. Se ne sarebbero resi conto fin troppo presto.
"Ok, verrà redatto un contratto con "contenuti seri"" disse, mimando il virgolettato. "Possiamo buttare giù una lista dei punti salienti, se ti va!" propose Magnus, sperando che occhi blu accettasse, così che potesse sedersi accanto a lui e sfiorarlo "casualmente" di quando in quando.
"Va bene" concordò Alec, che era determinato a dettare delle condizioni imprescindibili per la sua sanità mentale. Se aveva inquadrato giustamente Magnus, doveva correre ai ripari!Passarono oltre un'ora su quel foglio bianco, elencando i punti salienti che dovevano formare l'accordo:
- periodo di prova: tre mesi, scaduti i quali, Mr. Bane avrebbe dovuto valutare l'idoneità di Mr. Lightwood a continuare o meno la collaborazione;
- orario di lavoro: 8 ore al giorno;
- straordinari: le ore straordinarie sarebbero state fatte solo in caso di necessità lavorativa; (dove, per lavorativa, si intendeva l'attività finanziaria di Magnus e non, come voleva aggiungere lui in una postilla, "Party esclusivi a cui Mr. Bane non può assolutamente mancare". Quel pignolo di Alec, invece, non lo permise! Uff!!)
- luogo di lavoro: loft o, in caso di necessità, ove Mr. Bane riteneva opportuno mandare Mr. Lightwood;
- mansioni: factotum (Mr. Bane avrebbe deciso, di volta in volta, in base alle sue necessità del momento);
- stipendio: 20.000,00 dollari al mese; (una cifra che fece venire le vertigini ad Alec! Magnus aveva ventilato l'opportunità di raddoppiargli l'offerta, qualora lo desiderasse, ma Alec aveva rifiutato categoricamente, perchè si sentiva già abbastanza in colpa a percepire un salario del genere)
Con grande dispiacere di Magnus, venne aggiunto anche:
- richieste extra: adeguate ad una collaborazione professionale (sono proibite richieste sconvenienti e/o quant'altro possa recare imbarazzo al proprio dipendente, per Mr. Bane, o al proprio datore di lavoro, per Mr. Lightwood);
- abbigliamento: adeguato ad una collaborazione professionale (è proibito girare parzialmente o totalmente nudi davanti al proprio dipendente, per Mr. Bane, o al proprio datore di lavoro, per Mr. Lightwood);
- comportamento: adeguato ad una collaborazione professionale (sono proibiti sfioramenti, palpatine, atteggiamenti provocatori e/o quant'altro possa recare imbarazzo al proprio dipendente, per Mr. Bane, o al proprio datore di lavoro, per Mr. Lightwood);
- linguaggio: adeguato ad una collaborazione professionale (è proibito un linguaggio sconveniente e/o quant'altro possa recare imbarazzo al proprio dipendente, per Mr. Bane, o al proprio datore di lavoro, per Mr. Lightwood).Magnus non era soddisfatto di tutte quelle integrazioni, limitavano di parecchio il suo raggio d'azione, ma non riusciva a scoraggiarsi del tutto e a contenere la sua felicità.
Alec invece era contento di aver inserito quelle aggiunte ed osserva incuriosito Magnus: sembrava un bambino che scarta i tanto desiderati regali, la mattina di Natale! Non riusciva a capire perchè stesse saltellando felice. Era una collaborazione del tutto professionale, no?
Nonostante quell'aria fanciullesca, però, Alec sapeva che, sotto sotto, Mr. Bane non era un angioletto come sembrava in quel momento.
Era certo di una cosa, infatti: aveva appena stretto un patto col diavolo.

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Patto col diavolo
FanfictionAlec era nei guai, in guai grossi. Cinquecento mila dollari. Come avrebbe fatto a racimolare quella somma, regalo di una notte di bagordi? ~~ La storia non è mia ma di AthenaKira83 su EFP e tutti i crediti vanno a lei. Lei mi ha dato il permesso per...