Capitolo 19

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"Per Lilith!" esclamò Magnus, ridendo. Dopo la sua rivelazione, non si sarebbe di certo aspettato che Alec l'avrebbe annaffiato con il tè!
"Oddioddioddioddio!! Scusascusascusa!!" sussurrò il ragazzo, agitato, mentre prendeva uno straccio per asciugarlo.
"Tranquillo! Ormai sono abituato al fatto che mi butti addosso ogni sorta di liquido esistente!" ridacchiò.
Mortificato, Alec si scusò nuovamente e si sedette con lo sguardo basso, non osando più rialzarlo. Camille. Era lei, dunque, la madre dei bambini! Alec non riusciva a capire perchè, ma la cosa lo aveva lasciato di sasso. Neanche gli avesse appena detto che li aveva partoriti direttamente lui!
Una vocina fastidiosa gli disse che, forse, era perchè quella donna avrebbe fatto sempre, costantemente parte della vita dei bambini e di Magnus. La razionalità di Alec replicò che non era assolutamente per quel motivo! Insomma, a lui cosa importava? Per quel che gliene fregava, quei due potevano anche sposarsi e figliare ancora e ancora!
Quel pensiero, però, gli mandò una fitta inaspettata al cuore, ma Alec non si curò minimamente di chiedersene il motivo. Non.erano.affari.suoi! Punto! Magnus era il suo capo e poteva fare, della sua vita, quel che voleva. Non doveva rendergli conto di niente e di nessuno.
L'uomo, nel frattempo, aveva osservato interessato la gamma di emozioni che era passata in rassegna sul volto del ragazzo e la fiammella della speranza si accese fulminea. Che stronza! Perchè non se ne era restata buona buona in un angolino del suo cuore? Eh? Perchè si era attivata improvvisamente, portandolo a sperare che ad Alec interessasse qualcosa di lui? Era certo che non era così e c'era solo un modo per dimostrare al suo cuore, che in quel momento stava galoppando, che la sua mente razionale aveva ragione.
"Alexander, tutto ok?"
"Eh?" disse alzando improvvisamente lo sguardo. "Oh.. sì.. sì sto bene!" bisbigliò, riabbassando subito gli occhi.
"Il fatto che Camille sia la madre di Rafe e Max ti sconvolge così tanto?"
"Cosa? Non mi sconvolge affatto!" proruppe, indignato. Come osava insinuare una tale sciocchezza? "Sono solo stupito che quella donna così.. così.. così particolare, ecco, sia la madre dei bambini. Tutto qua. Niente di più, niente di meno." soffiò offeso.
"Oh, allora ti chiedo scusa! Ho avuto un'impressione sbagliata." disse, accennando un sorriso.
"Già! Proprio così!" disse Alec, imbronciato. "Insomma.. Camille è.. è particolare appunto, ma se a te piace, tanto da aver procreato con lei, chi sono io per poterti giudicare? Sì, non ce la vedo proprio a fare da madre a Rafe e Max, ma questa è solo la mia opinione. E, tanto per sapere, dove è stata prima di San Valentino? No perchè non mi ricordo che si è fatta viva per fare anche solo gli auguri di Natale ai bambini! Ma che ci si comporta così? Eh? E non è capace di indossare vestiti più decenti davanti a loro? Ma se per voi è normale che lei giri conciata come una donna di facili costumi, chi sono io per dire il contrario? A dirla tutta non è neanche educativo far vedere ai vostri figli quanto arrapati siete. Non che questo mi riguardi eh. Lo dico sempre per i piccoli. Insomma, per carità è una cosa bella che i tuoi genitori si sbaciucchino ogni due per tre, ma ci si deve anche dare un contegno! I figli comunque sono i vostri e sapete voi cosa è giusto per loro. E poi.."
Magnus stava ascoltando tutta la tiritera senza osare fiatare. Oh.per.Lilith! Alec era geloso di lui e Camille??? Davvero??? DAVVEROOO??? Da quando??? Averlo ignorato lo rendeva probabilmente l'uomo più tonto di tutta New York e, se la situazione non fosse stata così assurda, avrebbe riso fino alle lacrime. Il suo occhi blu era geloso e questo significava che tutto il bel discorsetto interiore che si era fatto prima lo poteva tranquillamente buttare fuori dalla finestra! Il ragazzo a quanto pare non lo considerava solo uno sconosciuto rompiscatole a cui aveva distrutto la macchina. Quella considerazione lo portò a sfoderare un sorriso raggiante.
Riappoggiò il mento sul palmo della mano, osservando la bizzarra "dichiarazione d'amore" di Alec nei suoi confronti e se la godè tutta.
"Che c'è? Perchè mi guardi così?" gli chiese Alec, fermandosi di botto, e guardandolo in cagnesco.
Il silenzio cadde tra di loro, rotto solo dal rumore del cucchiaino di Magnus che tintinnava nella tazza, mentre mescolava il tè, poi Magnus fece spallucce. "Niente! Perchè? In che modo ti guardo?"
"In questo preciso momento hai una faccia da schiaffi!"
L'uomo rise di gusto alla schiettezza del ragazzo.
"Idiota!" disse Alec, incronciando le braccia, offeso. "E non hai risposto alla mia domanda! Dove è stata fino a due mesi fa? Eh?"
Magnus stava per rispondere, quando la filippica di Alec riprese, più infervorata che mai "Lascia perdere! Non mi interessa! Certo che potrebbe anche vergognarsi! Ma che si abbandonano così quelle due creature? Sì sì, li ha lasciati con te, ma almeno una telefonata ogni morte di Papa! E che cavolo! Falla no? E' troppo impegnata a fare la diva in giro per il mondo? E come è successo? Eh? Avete.."
"Oh cielo Alexander! Vuoi una lezione di educazione sessuale proprio ora?" lo interruppe Magnus, fingendosi stupefatto, lasciando andare il cucchiaino e portandosi, teatralmente, una mano al petto.
Alec arrossì di botto. "NO!!! Idiota!"
Magnus ridacchiò. "Ohhh meno male! E quindi cosa volevi sapere?"
"Voi due.."
"Sìììì?"
"Quando.. cioè in che circostanze.. perchè.. ohhh lascia perdere!" disse spazientito. Non riusciva a chiedergli i dettagli di quella storia. Anzi no! Non voleva proprio saperli! Perchè a lui non interessava, no?
Magnus lo guardò con un sorrisetto sornione. "Alexander?" sussurrò, mettendogli un dito sotto al mento e spostandogli gentilmente il viso verso di lui.
"Che c'è?" chiese scocciato, guardandolo e allontanandogli la mano.
"Non è vero." gli disse.
"Che cosa?" chiese Alec, accigliandosi.
"Camille non è la madre di Rafe e Max!" gli rispose. "Scusa, non volevo prenderti in giro, ma non pensavo che avresti creduto davvero a questa storia! E' talmente assurda, come ipotesi, che pensavo mi scoppiassi a ridere in faccia ed invece ti ho fatto arrabbiare. Mi dispiace! Non era mia intenzione!".
"Eh? Come non è vero?"
"No. Ma ti pare che una come Camille possa essere la madre di Rafe e Max? Sul serio, potrei quasi sentirmi offeso per il fatto che tu lo abbia anche solo pensato!" rise Magnus, scuotendo la testa, "E, tanto per la cronaca, anche se so perfettamente che non ti interessa perchè abbiamo solo un rapporto lavorativo e non ti devo spiegazioni e bla bla bla, io e Camille non stiamo insieme!"
"Non.. non state insieme?" cadde dalla nuvole Alec.
Magnus scosse la testa. "No. Ci siamo frequentati una quindicina di anni fa, ma non è andata. Non è la persona giusta per me." disse guardandolo intensamente.
Alec arrossì sotto quello sguardo. Perchè poi? Non c'erano mica dei sottointesi in quella frase! Aveva semplicemente detto che una persona non era adatta a lui. Che cazzo c'era da arrossire e agitarsi? Eh?
Per sviare l'attenzione dal suo imbarazzo, buttò lì, scettico. "Beh, non si direbbe da come si spalma su di te ogni volta che ti vede. E non mi pare di aver mai sentito obiezioni da parte tua! Non che la cosa mi riguardi, ovviamente. Siete liberissimi di strusciarvi quanto volete! Non è affare mio!" disse sostenuto.
Magnus sorrise. Per Lilith, Camille gli stava davvero sulle scatole! "Il fatto che ne approfitti, non significa che abbiamo un legame sentimentale. L'hai vista? Ha due tette così e.."
"Sì sì! Ho recepito il messaggio! E'.. com'è che hai detto prima? Ah sì! E' "ben attrezzata"!" disse Alec con una smorfia.
Magnus ridacchiò. "Già!"
Alec aggrottò le sopracciglia. "Ma scusa, se non è lei, allora chi è la madre di Rafe e Max?"
"Sinceramente? Non ne ho la più pallida idea!" disse Magnus, con un'alzata di spalle.
"Eh? Come fai a non sapere chi è? Hai fatto sesso al buio?" gli chiese sbalordito. Come caspita faceva a non sapere chi era la madre dei suoi figli? Che era successo? Aveva fatto sesso occasionale e poi gli avevano sbolognato i figli, mettendoli davanti alla porta?
Magnus scoppiò a ridere, scosse la testa e si alzò per poggiare la tazza sporca nel lavello, mentre Alec lo seguiva con lo sguardo, in attesa di una risposta. Si appoggiò contro la cucina a braccia conserte ed incrociando le caviglie. Lo guardò e sorrise. "Semplice, li ho adottati!"
"Non.. non sono tuoi???" gli chiese Alec allibito.
"Biologicamente no, legalmente sì." puntualizzò l'uomo.
"Ma.. ma.. sono praticamente identici a te!" saltò sù, guardando verso il divano. Non era possibile! Quei due bambini erano due mini-Magnus in tutto e per tutto!
Magnus ridacchiò. "Sì, lo so." disse, seguendo il suo sguardo. "Me lo dicono in tanti! Caratterialmente mi somigliano perchè li ho plagiati!" disse ridendo, "Fisicamente credo sia perchè abbiamo qualche tratto somatico in comune, ma, nelle nostre vene, non scorre lo stesso sangue".
"Neanche tra Rafe e Max?" chiese sempre più stupefatto.
"No, biologicamente, neanche loro due sono imparentati."
"Ma.. ma come.."
Magnus sorrise nuovamente. Alec non poteva saperlo, ma era successo la stessa cosa che era capitata quando aveva incontrato lui, anche se era un tipo di amore diverso.
Il colpo di fulmine "paterno" lo aveva colpito in un afoso giorno di agosto e, da quel momento, la sua vita era stata stravolta completamente.
Come nel caso di Alec, non credeva che avrebbe mai provato un sentimento del genere, anche perchè, prima di incontrarli, non gli era mai sorto il desiderio di avere un figlio.
Gli amici che si erano riprodotti, invece, ci tenevano tutti a dargli la loro opinione, che era pressoché identica. Quando Magnus osservava schifato la quantità di bave e fluidi corporei che quei nanetti riuscivano a produrre, i suoi amici si prodigavano nel dirgli che avrebbe cambiato idea nell'esatto momento in cui avrebbe visto per la prima volta suo figlio. Bastava un solo sguardo e si era fregati, cuore e anima incatenati per il resto della propria vita, e senza possibilità di scampo, a quell'esserino che ti guardava per la prima volta.
Quei iettatori avevano anche ventilato la possibilità che, un giorno, il suo amico profilattico non avrebbe svolto correttamente il suo dovere e si sarebbe trovato con un figlio a carico. Quei porta-sfiga ambulanti!
Magnus, comunque, aveva sempre liquidato quei discorsi insulsi con un'alzata di spalle, ignorando che il destino aveva in serbo per lui una doppia sorpresa.

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