Extra 1

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Alec sbatté la porta di casa con forza. Forse era stato eccessivamente violento, ma era troppo arrabbiato per curarsene.
"MAGNUS!" tuonò, stringendo i pugni.
"Ciao amore!" lo salutò la voce allegra del suo compagno.
"Dove diavolo sei?" continuò Alec, guardandosi attorno.
"In cucina!" rispose l'altro, completamente ignaro del suo stato d'animo.
Alec marciò verso quella direzione e si fermò di botto quando vide il sedere di Magnus danzare al ritmo di un'allegra canzoncina per bambini, che l'uomo stava canticchiando sottovoce, mentre frugava, piegato a novanta, in uno degli ultimi cassetti del mobile della cucina.
"Che cosa stai facendo?" chiese Alec, dimenticando momentaneamente tutta la sua rabbia ed osservando, con un certo interesse, quell'ondeggiare ipnotizzante.
"Sto cercando il mattarello!" rispose Magnus, lievemente corrucciato, mentre ritornava diritto. "Tu l'hai visto?" gli chiese, speranzoso.
Alec scosse la testa. "Ne abbiamo uno?" domandò, dubbioso.
"Certo che ce l'abbiamo!" rispose Magnus, convinto.
"Ne sei sicuro?"
"Ma certo! In ogni casa che si rispetti c'è un mattarello!"
"Se lo dici tu." rispose Alec, scrollando le spalle. "A che cosa ti serve?" chiese poi, curioso.
"Voglio preparare la pizza!" rispose Magnus, entusiasta, girandosi.
Ora che si era voltato completamente verso di lui, Alec notò che il compagno aveva un ciuffo bianco tra i capelli ed un baffo di farina sulla guancia.
"Perché?" chiese Alec, sbalordito. "Non fai prima ad ordinarla?"
"Ma non sarebbe la stessa cosa! Non trovi?" ritorse Magnus, con un sorriso a trentadue denti.
Alec allargò le braccia, lasciandole poi ricadere lungo i fianchi, incapace di formulare una risposta, che non risultasse troppo offensiva, sul perché non fosse proprio il caso di cimentarsi in un'attività del genere. Magnus era un cuoco eccezionale, questo andava detto, ed i suoi manicaretti, prima o poi, avrebbero fatto ingrassare Alec di cinquanta chili buoni, ma, ogni qual volta si dilettava in qualche piatto, l'uomo lasciava dietro di sé una scia di distruzione allucinante e la cucina sembrava sempre un campo di battaglia in cui era esplosa una bomba.. come in quel momento. Adocchiò, sconsolato, il bancone, che non era messo benissimo, ed alzò gli occhi al cielo.
Magnus gli diede un bacio veloce sulle labbra e poi riprese la sua ricerca. "Come mai sei già a casa?" gli chiese, aprendo e richiudendo altri cassetti.
Alec sbatté le palpebre. "Oh. Sì." esclamò, ricordando improvvisamente il motivo per cui si trovava lì. "Magnus!" berciò, con le mani sui fianchi ed un cipiglio arrabbiato.
"Che c'è?" gli chiese l'altro, bloccandosi nel momento in cui stava per aprire l'anta di un pensile.
"Tuo figlio l'ha combinata davvero grossa, questa volta!" comunicò Alec, con tutta la teatralità di cui era capace. D'altro canto, conviveva da abbastanza tempo con il re del dramma per riuscire a farlo in modo decente.
"Quale dei due?" domandò Magnus, con un sorriso appena accennato e per nulla turbato dalla notizia. "E perché ridiventano magicamente miei solo quando sono nei pasticci, mentre quando sono due angioletti sono più tuoi che del sottoscritto?" continuò, scuotendo la testa, divertito.
"Perché di certo non sono io che gli insegno certe cose!" ribatté Alec, sostenuto.
"Quali cose?" chiese Magnus, aggrottando la fronte.
"Max.." riprese Alec, interrompendosi per prendere un lungo respiro e massaggiare la radice del naso. "Tuo figlio ha raccontato ai suoi compagni di classe come viene concepito un bambino! Ti rendi conto?" domandò, con la voce che si alzava di un ottava.
Il sorriso di Magnus si allargò. "Davvero?"
"Da-davvero?" sputò Alec, con voce sempre più stridula. "Tutto quello che sai dire è davvero?"
Magnus scrollò le spalle, con noncuranza, tornando alla sua ricerca. "Non ha mica ucciso qualcuno, no?"
"Magnus!" lo rimbeccò Alec, sbuffando sonoramente. "Hanno sette anni! Sono piccoli! A quell'età dovrebbero pensare solo a giocare!" argomentò, esasperato.
"Ma va là!" minimizzò il compagno, sventolando una mano e sparendo, con il busto, all'interno di un mobiletto. "Tra qualche anno dovranno fare educazione sessuale, no? Mirtillo ha solo accelerato i tempi!"
Alec si schiaffò una mano in faccia. La faceva così facile, lui. Eh già. Tanto non era mica Magnus a venire convocato, nell'ufficio della preside, una settimana sì e l'altra pure, quando i bambini combinavano qualche marachella. No! Era sempre Alec a doversi sorbire mezz'ora buona di paternale sul fatto che Rafe e Max dovessero assolutamente frenare la loro esuberanza, essere meno vivaci e più disciplinati.
Le pochissime volte in cui era andato Magnus, il suo fidanzato gli aveva addirittura osato chiedere se non si stesse immaginando tutto, sui continui richiami, perché con lui l'amabile (parole sue eh, non di Alec. Alec l'avrebbe descritta con aggettivi ben peggiori, sia chiaro!) signora Herondale, la direttrice della scuola, spendeva sempre solo belle parole per i bambini, facendogli addirittura i complimenti per come li stava crescendo.
Alec, la prima volta che Magnus gli aveva riferito tutto ciò, aveva sentito il fortissimo impulso di tirargli una scarpa in testa e spiegargli come stessero i fatti. Era, però, riuscito a resistere perchè sapeva perfettamente che il compagno, nonostante facesse finta di nulla, era a conoscenza della realtà delle cose. L'ingorda vecchiaccia, infatti, aveva messo gli occhi su di lui fin da quando aveva iscritto i bambini a quella dannata scuola e si scioglieva come neve al sole ogni qual volta vedeva Magnus, che non mancava di alimentare allegramente quella cotta inopportuna presentandosi ad ogni fottutissimo incontro con un abbigliamento a dir poco indecente, fatto di camicie aperte per più di tre quarti buoni, che lasciavano un bel pezzo di carne esposta, e jeans talmente stretti che sembravano dipinti sul suo corpo. Tanto valeva che la incontrasse nudo, no? Ahhh ma, prima o poi, Alec l'avrebbe trascinato in quell'ufficio con un burqa! Oh sì! Giusto per vedere la faccia grinzosa della Herondale accartocciarsi quando non avrebbe avuto la sua solita dose di Bane.
Anche quella mattina, comunque, la simpaticissima preside non aveva esitato a convocare Alec per sottolineare, ancora una volta, che non si educavano in modo così disastroso i bambini, pontificando di come madri educande e padri puritani fossero sul piede di guerra, con la scuola, perché le menti virginali dei loro pargoletti erano state irrimediabilmente violate da immagini e termini osceni.
Già. La vecchiaccia aveva convocato lui, Alexander Gideon Lightwood, che, con i piccoli diavoletti Bane, non aveva (ancora) nessun legame ufficiale, mentre si era guardata bene dal chiamare Magnus, padre legale di quel dolce e tenero bambino che aveva creato uno scompiglio tale da mandare in agitazione l'intero corpo studentesco, facendo perfino svenire la bidella a causa delle immagini falliche che "adornavano" la lavagna. Sia mai che il suo compagno si beccasse la ramanzina del secolo su quanto fosse disdicevole che non solo un ragazzino di quell'età conoscesse certi termini, ma che addirittura li divulgasse ad altre giovani ed innocenti creature.
Secondo la vecchiaccia, era colpa sua! Mica dell'uomo dagli occhi magnetici che, in quel momento, stava ostinatamente cercando uno stupido mattarello, che con tutta probabilità non avevano neppure, o di un marmocchietto alto come un soldo di cacio che si era arrampicato sulla cattedra della maestra, durante l'intervallo, ed aveva tenuto una specie di comizio a tutta la sua classe, arrivando addirittura a disegnare illustrazioni estremamente esplicite su come uno spermatozoo giunga a fecondare un ovulo, dando così inizio ad una gravidanza.
Qualcuno potrebbe dire che, almeno, il piccolo Max era stato diligentemente dettagliato e ben attento a non tralasciare neanche il più piccolo particolare, mentre spiegava, in modo esaustivo, l'atto che porta al grande miracolo della vita, ma non Alec. Alec, una volta scoperto il misfatto, avrebbe tanto voluto avere una pala per scavare una buca in cui sotterrarsi e da cui non uscire mai più.
"Magnus.." sospirò, sentendo che gli stava per venire un tic all'occhio destro. "Devi capire che non tutti hanno il tuo inesistente senso del pudore!"
Magnus gli diede un buffetto sul naso, per nulla toccato dalle parole del compagno, posandogli poi un bacio sulla guancia. "Parlo io con Imogen, va bene?" lo rassicurò, facendogli l'occhiolino.
Imogen? Adesso erano arrivati a darsi pure del tu? Da quando erano diventati così intimi quei due?
"Magnus!" sibilò Alec, serrando i pugni, mentre una fitta di acuta gelosia gli si insinuava sotto la pelle. "Puoi parlare anche con il Presidente degli Stati Uniti, per quel che mi riguarda, ma resta il fatto che tuo figlio ha esagerato! Sa troppe cose che non dovrebbe sapere. Non alla sua età, perlomeno. E' troppo smaliziato, è troppo navigato, è troppo.. te."
"E' troppo.. me?" chiese Magnus, aggrottando la fronte. "Dovrei prenderlo come un insulto?"
"Sì.. no.. forse.." rispose Alec, titubante, mordicchiandosi l'unghia del pollice.
"Ma io sono fantastico." replicò Magnus, porgendo il labbro in un broncio infantile ed incrociando le braccia al petto.
"Sì, Mags, lo sei." confermò Alec, con un accenno di sorriso. "Ma sei anche incredibilmente sfacciato e privo di freni inibitori!"
"Non è mica colpa mia." ritorse Magnus, guardandolo intensamente.
Alec lo fissò di rimando. "Stai dicendo che è mia?" chiese poi, sbalordito, portandosi la mano al petto.
"Sei tu che mi ispiri, dolcezza." sorrise Magnus, compiaciuto.
"Scusa?" domandò Alec, inarcando un sopracciglio. "Fino a prova contraria, i tuoi figli erano due piccoli terremoti impertinenti ben prima che io entrassi nella vostra vita!" precisò, indispettito. "E poi non sono di certo io quello assatanato tra noi due!"
"Assatanato?" domandò Magnus, ridacchiando.
"Sì!"
"Non sono assatanato." obiettò Magnus. "Sei tu che sei troppo delizioso. E' per questo che non so resisterti." spiegò, agganciando i passanti dei jeans e tirandolo a sè per baciarlo.
Alec gli circondò prontamente il collo con le braccia. "Mags, sono serio!"
"Anch'io!" rispose Magnus, baciandogli la punta del naso. "Sono seriamente innamorato di te!"
Alec sorrise, alzando gli occhi al cielo e scuotendo affettuosamente la testa, mentre gli puliva il viso ed i capelli dalla farina. "So quello che stai facendo."
"E sta funzionando alla grande!" ribattè Magnus, con un sorriso canzonatorio, avvicinando le labbra alle sue, ma fermandosi un attimo prima di baciarlo. "Giusto per capire, se non ti saltassi addosso ogni due per tre, se non iniziassi io l'approccio.. in questa casa non si batterebbe chiodo?" domandò, fingendosi preoccupato.
"Oh per l'angelo! Non ho detto questo!" esclamò Alec, con una smorfia buffa.
"Oh, meno male!" rispose Magnus, fintamente sollevato e stringendolo di più a sé. "No perché mi stavo già chiedendo se quello che mi ha spintonato dentro la doccia ieri sera, per fare il bagno insieme.. e non solo.." ammiccò, con un enorme sorriso. "..non fosse, per caso, il tuo gemello perverso."
Alec rise. "Sei uno sciocco." sentenziò, unendo le labbra alle sue.
Magnus gemette, in segno di protesta, ma rispose con entusiasmo al bacio, facendo duellare le loro lingue. Le sue mani scesero sul sedere del compagno, stringendolo, ed iniziò a ridere sommessamente quando la mano impudente di Alec scivolò, invece, sul cavallo dei sui pantaloni.
"E sarei io quello assatanato?"
"Sta zitto, Bane!" sussurrò Alec, con un sorriso sgembo, trascinandolo sul divano.

Patto col diavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora