Sebastian si asciugò la fronte mandida di sudore.
Quando era arrivato a Città del Messico, più di un mese fa, non aveva messo in conto che il sole messicano fosse decisamente diverso da quello newyorkese. Avrebbe rischiato l'insolazione se non avesse trovato riparo al più presto. Adocchiò finalmente un bar e decise di dirigersi al suo interno, alla ricerca di ombra e frescura.
Si diresse al bancone e chiese al barista una tequila con ghiaccio. Quando gliela servì, ingoiò il liquido tutto d'un fiato, facendo poi un verso strozzato.
Il cellulare vibrò nella tasca dei pantaloni e Sebastian aggrottò la fronte. Da quando aveva lasciato New York, l'unico contatto in possesso di quel numero non l'aveva mai cercato. Se gli scriveva, significava che era successo qualcosa. Qualcosa di importante.
Aprì il cellulare. Dopo aver letto il contenuto del messaggio di suo padre, non sapeva se ridere od iniziare a preoccuparsi.
Bobby, quella grandissima testa di cazzo di Bobby, si era fatto infinocchiare dalla polizia. Idiota.
Il ragazzo si disse che non era colpa sua. Aveva eseguito il compito magistralmente, senza sbavature od intoppi. Non aveva idea, quindi, di come fossero arrivati a loro, ma era dannatamente sicuro di non essere lui quello da biasimare.
Fece cenno al barista di versargli un altro bicchiere e, pensieroso, fisso il liquido ambrato mentre girava e rigirava il bicchiere tra le mani.
Un uomo si sedette sullo sgabello di fianco al suo, ma Sebastian non gli prestò la minima attenzione, troppo preso ad arrovellarsi su come uscire pulito da tutta quella faccenda.
Cazzo! Non avrebbe mai dovuto accettare quell'incarico. L'aveva fatto solo perchè Bobby era in buoni rapporti con suo padre e l'aveva stressato talmente tanto che, alla fine, aveva acconsentito a fargli quel piacere. Il problema era che quell'uomo credeva di essere intelligente, ma in realtà era un imbecille. E non era saggio fare affari con gli imbecilli.
Sbuffò. Sicuramente quell'idiota, a quest'ora, aveva già fatto il suo nome. Dannazione. Sarebbe dovuto rimanere in quella città per un bel po'. 'Fanculo!!
Alzò di nuovo l'indice per chiedere il terzo giro ed una voce profonda arrivò al suo orecchio.
"Non è un po' troppo presto per ubriacarsi, ragazzino?"
Sebastian si accigliò e si girò verso lo sconosciuto che si era permesso di sparare giudizi non richiesti. Si bloccò nel bel mezzo dell'imprecazione che gli stava dedicando.
"Mr. Morgenstern." ghignò Raphael, toccandosi lievemente il cappello.Hodge sorrise lievemente, mentre, con passo felpato, si aggirava per la villa.
Era al servizio del signor Lightwood da almeno una decina d'anni e conosceva ogni segreto, ogni sussurro, ogni cosa importante ed ogni inezia successi in quella casa.
Era un buon ascoltatore e il suo capo tendeva a raccontargli i propri affari, sicuro che lui non avrebbe mai tradito quelle confidenze. Non aveva mai capito perchè gli ispirasse tutta quella fiducia. Personalmente, non si sarebbe mai confidato in quella maniera con un perfetto sconosciuto. Perchè, che Mr. Lightwood non lo credesse o meno, loro due non si conoscevano affatto.
Non sapeva individuare il preciso momento in cui era successo, ma, giorno dopo giorno, era diventato sempre più insofferente verso Mr. Lightwood. Quell'essere, tanto dispotico quanto irritante, che gli pagava mensilmente un ottimo stipendio, aveva iniziato a stargli sulle palle e lo irritava ogni qual volta lo convocava, che fosse una cazzata o una cosa seria.
La goccia che fece traboccare il vaso fu quando, una sera, incrociò la signora Lightwood, mentre stava tornando nella sua stanza, che sfoggiava un occhio livido ed il labbro sanguinante. Il verme aveva alzato le mani per l'ennesima volta e Hodge aveva deciso che quella sarebbe stata l'ultima volta.
Non si era mai ritenuto un eroe, anzi. Era un normalissimo essere umano che, come filosofia di vita, cercava di sfruttare appieno ogni occasione che gli capitava a tiro e che poteva portargli dei vantaggi. Che fosse legale o meno, non gli interessava. L'importante era tenere un basso profilo e non farsi beccare dalla polizia, ma fare la soffiata, su chi fosse il mandante dell'incendio al Pandemonium, gli sembrava l'unica cosa giusta da fare liberarsi e liberare quella donna da un uomo violento.
Mr. Lightwood era moralmente e socialmente distrutto. Con un po' di fortuna, entrambi, non avrebbero rivisto la sua brutta faccia per un bel po'.

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Patto col diavolo
FanfictionAlec era nei guai, in guai grossi. Cinquecento mila dollari. Come avrebbe fatto a racimolare quella somma, regalo di una notte di bagordi? ~~ La storia non è mia ma di AthenaKira83 su EFP e tutti i crediti vanno a lei. Lei mi ha dato il permesso per...