Capitolo 20

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"Non ci credooo!"
"Giuro! Io volevo spiegarglielo, ma non ha voluto!"
"Perchè non ha voluto?"
"Non lo so! Forse è.. papi com'è che si dice?"
"Cosa, orsacchiotto?" chiese Magnus distrattamente, mentre azzannava un trancio di pizza.
"Quando uno si vergogna! Me l'hai già detto, ma non lo ricordo più!"
"Oh! Pudico!"
"Ecco, sì! Forse è pudico?"
"Uhm, potrebbe essere! Dovremmo chiederglielo!"
"Vi rendete conto, vero," replicò Alec, imbronciato, "che io sono proprio qui, accanto a voi, e che non siete diventati magicamente invisibili nè io improvvisamente sordo? Vi vedo e vi sento benissimo! Quindi smettetela! Tutti e tre!"
"Ehi che c'entro io?" si stupì Magnus, cadendo dalle nuvole.
"E' tutta colpa tua!" lo fulminò Alec.
Quando si era svegliato anche Rafe, era ormai ora di cena ed Alec li aveva invitati a rimanere, ordinando pizza a domicilio. Magnus e i bambini avevano accettato con entusiasmo, ma il ragazzo si stava pentendo amaramente di quella cortesia.
Rafe si girò verso di lui e gli chiese interessato "Sei pudico, Alec?"
"NO! Ho solo un minimo di decenza!" rispose il ragazzo.
"Cos'è la decenza?" chiese Max, mentre masticava una patatina.
"Quando hai rispetto di un qualcosa che per te ha valore. Quello che, ad esempio, non ha vostro padre!"
"Ehiii! Io sono rispettoso!"
"Sì, certo.." replicò Alec, roteando gli occhi.
"Ma davvero davvero non sai da dove vengono i bambini?" si intromise Rafe.
"Sì che lo so! Oh per l'angelo, vostro padre stava scherzando! Diglielo!" disse, rivolgendosi a Magnus e dandogli una gomitata, "E smettila di ridere!!"
"E un giorno lo vorresti un bambino?"
"Beh, mi piacerebbe, sì."
"Ma uno tutto tuo o lo adotterai, come papi ha fatto con noi?" sorrise Max.
"Beh.. non lo so.." rispose impacciato Alec.
Oh cielo! Perchè si erano adentrati in un ginepraio del genere? E, soprattutto, perchè quei nanerottoli lo stavano sottoponendo ad un interrogatorio di terzo grado così personale? Eh?
"Beh ma se vuoi un bambino tuo, lo sai che devi fare sesso con una donna, vero?" chiese Rafe, masticando.
"Sììì! Per fare un bambino, bisogna fare sesso! Vero papi?" saltò fuori Max.
"Giusto patatina!" rispose tranquillamente Magnus. La conversazione aveva preso una piega inaspettata, ma lui non aveva nessuna intenzione di intervenire. Se la stava godendo un mondo a vedere occhi blu in imbarazzo.
Ad Alec uscì un verso strozzato. Stava seriamente dubitando che il racconto di Magnus fosse vero. Doveva per forza essere una panzana colossale! Quei due mocciosetti, proprio come il padre, non avevano un minimo né di decenza né di pudore!
"Allora lo sai?" chiese Rafe.
"Cosa?" temporeggiò Alec.
"Che per fare un bambino devi fare sesso! Tu fai sesso, Alec?" chiese inaspettatamente Rafe.
"Sììì Alec, dicci se fai sesso!"
"Sììì Alexander! Siamo tutti interessati a sapere se fai sesso!" rise Magnus, guardandolo con interesse.
Ad Alec andò di traverso la birra che stava bevendo. Cominciò a tossire convulsamente ed a lacrimare perchè il liquido si era insinuato anche nel naso.
Magnus scosse la testa ridendo e decise di avere pietà di lui, dandogli qualche pacca sulla schiena.
"Ah.. eh.. Magnuuus!!!" boccheggiò il ragazzo.
"Che c'è?" disse ridendo.
"Sono i tuoi figli! Per l'angelo, falli smettere!"
"Guarda che, se vuoi, te lo spiegano loro cos'è il sesso. Vero pulci?" disse ridacchiando, mentre i figli annuivano convinti.
Alec spalancò gli occhi e arrossì. Non poteva essere serio, vero? Si rifiutava di credere che avesse già spiegato, a due bambini così piccoli, cosa fosse il sesso. Nel dubbio, era meglio non sfidare la sorte. "NO!! Grazie! Lo so cos'è!"
"Quindi lo fai?" insistè Rafe.
"Oh per l'angelo! Smettetela di parlare della mia vita sessuale! Perchè non chiedete a vostro padre della sua e.. no! Per favore, non fatelo!" disse alzando una mano, per interrompere sul nascere qualsiasi replica. "E perchè diamine siete così saputelli? Eh?"
"Semplice, perchè quando facciamo una domanda a papi, lui ci risponde! Mica come tutti gli altri adulti che dicono "Sei troppo piccolo, Rafe! Te lo dirò quando sarai grande!" e cose così!" sciommiottò il bambino, roteando poi gli occhi.
"Beh, vostro padre" calcò Alec, "potrebbe anche lasciarvi la sorpresa per quando sarete più grandi eh!" disse, lanciando un'occhiataccia all'uomo seduto al suo fianco che si stava guardando le unghie smaltate, facendo finta di niente.
All'improvviso un tuono squarciò le loro chiacchiere e Max saltò in braccio a Magnus.
"Papiiii c'è il temporale!" disse, nascondendo il viso sul suo petto.
Magnus lo abbracciò stretto. "Tranquillo Max, come ti dico sempre, è solo un fenomeno atmosferico! Se sei dentro casa, non può farti niente!" lo cullò, baciandogli la testa.
Rafe corse alla finestra. "Uau!! Guardante quanta pioggia!" esclamò. Si girò verso il padre e gli chiese "Papi, come facciamo a tornare a casa?".
"Beh, magari, tra un po', smette!" gli rispose, poco convinto.
Alec si avvicinò al bambino e diede un'occhiata fuori. Sembrava che si stesse scatenando il diluvio universale e dubitava seriamente che sarebbe finito tanto presto.
"Beh.. ho due stanze in più e, se volete, potete restare qui, per questa notte!" propose sorridente al trio.
"Davverooo!" esclamò contento Rafe, "Papiii possiamo restare qui? Eh? Possiamo?".
"Sììì papino! Possiamo? Perfavoreperfavoreperfavooore!!" disse Max, saltellandogli tra le braccia.
Magnus guardò Alec. "Uhm.. sei sicuro che non disturbiamo?" chiese titubante. L'idea di rimanere lì, lo elettrizzava, ma non voleva che Alec si sentisse in dovere di invitarli, pur controvoglia.
Alec sorrise, scuotendo la testa. "Tranquillo! Nessun disturbo!".

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