Capitolo 3

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Era innamorato.
Magnus Bane, il dio del sesso e delle avventure occasionali, colui che trovava del tutto naturale accarezzare curve femminili un attimo prima per passare a muscolose braccia maschili il secondo successivo, era completamente ed irrimediabilmente innamorato.
Posò il cellulare, si gettò sul letto e fissò il soffitto, sorridendo imbambolato e godendosi quella meravigliosa sensazione.
Non avrebbe mai creduto che sarebbe capitato. Era convito che sarebbe invecchiato senza provare la devastante forza del colpo di fulmine. Invece non solo era successo, ma l'oggetto del suo desiderio era un angelo caduto dal cielo.

Magnus era soddisfatto, la sua festa di Halloween era un successo. Il Pandemonium era stipato di gente e, dalla sua posizione defilata rispetto alla pista, aveva una perfetta panoramica del locale. In quel momento si stava godendo le attenzioni di due gemelle travestiste (o meglio svestite, vista la quantità di pella esposta) da infermiere e di un aitante pompiere che gli stava massaggiando l'inguine.
Ad un certo punto lo vide, si stava dirigendo verso quella parte, traballante e con un vassoio carico carico di drink. Successe tutto in pochi secondi: un momento prima Batman stava marciando a passo svelto, quello dopo il mantello gli svolazzò tra le gambe, lo fece incespicare, girare su se stesso e gettare l'intero contenuto dei bicchieri in faccia a Magnus e ai suoi ospiti sul divanetto.
Magnus strabuzzò gli occhi, era fradicio e appiccicoso e cominciò a tossire convulsamente a causa del liquido che aveva innavertitamente ingoiato a tradimento.
Era successo veramente? Quell'imbecille gli aveva davvero versato addosso i cocktail?
Si tastò: il vestito aveva bisogno di incontrare la lavanderia, il trucco si era impiastricciato tutto e i capelli.. oddio i suoi capelli!! Erano zuppi e ora gli ricadevano flosci sulla fronte. Ci aveva messo oltre un'ora per renderli perfetti e dargli la piega che voleva!
Riemerse dal suo stato di shock e fu allora che lo sentì: Batman, anzichè essere mortificato e tentare delle banali scuse, si stava tenendo la pancia e stava ridendo a crepapelle, con i lacrimoni che scendevano bagnandogli la maschera.
Per Lilith era serio? Come osava? Come??? Ma aveva idea di chi si stava facendo beffe? Nessuno aveva mai osato ridergli in faccia!
Gli lanciò un'occhiata omicida. L'avrebbe ucciso, lentamente e procurandogli quanta più sofferenza possibile!
"Ahahahahah!! Scusa.. scusa.. ahahahahah!! Scusa.. davvero.. scusa.. ahahahahah!!". Ci mancava poco che si rotolasse sul pavimento e poi il quadro era completo. Cosa che successe trenta secondi dopo.
A Magnus non importava se sarebbe finito in galera, gli avrebbe fatto patire le pene dell'inferno, fosse l'ultima cosa che avesse fatto!
Si eresse in tutti i suoi 190 cm di statura, fumante e tremante di rabbia, mentre le infermiere e il pompiere furono lesti a dileguarsi, consapevoli che c'erano guai in vista.
Batman si mise a sedere, togliendosi la maschera per asciugarsi gli occhi umidi e poi lo guardò.
Fu allora che successe: gli occhi dell'imbecille pasticcione si agganciarono ai suoi e il mondo di Magnus si fermò. Il cuore cominciò ad infuriargli nel petto, gli stava quasi soffocando la gola, e le farfalle nello stomaco, mai sentite in vita sua, cominciarono a svolazzare all'impazzata. La sua rabbia evaporò all'istante.
Batman era bellissimo, moro con gli occhi blu (la sua combinazione preferita, non era un segreto) e a Magnus cominciarono a formicolargli le mani: aveva una voglia matta di toccarlo e di trascinarlo nel privè per approfondire la conoscenza e baciarlo per ore e ore e ore.
"Anf.. anf.. anf.. ti chiedo da-davvero scuuusa!" ansimò Batman, sorridendogli.
"Oh non preoccuparti! Hanno inventato la lavatrice e la doccia anche per situazioni come queste" sorrise incoraggiante Magnus, "Ciao, mi chiamo Magnus. Magnus Bane." disse, allungandogli la mano per stringerla e, contemporaneamente, tirarlo su da terra.
"Alexander! Alexander Lightwood, maaa tutti mi chiamano Alec" rispose il suo angelo moro, accettando la stretta e l'aiuto.
"Piacere di conoscerti Alec" rispose Magnus senza lasciargli la mano. Quando se ne accorse, fece per farla tornare dal legittimo proprietario, ma Alec la strinse ancora di più e se la rigirò incuriosito. "Che mano ssstrana che hai" disse infatti, "E' davvero ssstrana! Ahahahah!! Ma ssstrana ssstrana eh! Ed è violaaa! Ahahahah!! Non avevo mai visto una mano viola! Ed è così lissscia! Ma è un lissscio strano! Sappp-sapevi di aveva una mano così strana?". "Ehm.. tesoro.. la mano è coperta dal guanto..". Alec scoppiò a ridere di gusto e Magnus lo osservò meglio di quanto avesse fatto fin'ora. Non l'aveva notato prima, troppo preso a gestire la scossa emotiva che l'aveva percosso, ma, ora che lo guardava meglio, il suo Batman era un po' brillo.
Il ragazzo lo fissò "Sei un tipo ssstrano sai? Hai la pelle biaaanca", disse toccandogli il volto e sporcandosi le dita con il trucco, "E hai la mano viola! Ihihihih!! Ohhh e hai i capelli verdi!!", continuò spostandogli i ciuffi dalla fronte "Però dovresti sssistemarli meglio la prossima volta, sai, perchè hanno una forma strrraaana, ihihihih!!".
Ok forse era più ubriaco di quanto pensasse. E i suoi sospetti furono confermati quando Alec cominciò ad oscillare, in modo sospetto, avanti ed indietro.
Prima che spiaccicasse il suo bel nasino a terra, Magnus gli passò un braccio attorno alla vita e si complimentò con se stesso per essere stato un bravo cavaliere. Tutto quello che doveva fare, ora, era farlo sedere sul divanetto, andare a prendergli dell'acqua (o era meglio un caffè bello forte?) ed assisterlo come meglio poteva, mentre mandava uno dei suoi a perlustrare il locale per vedere se c'era qualcuno che lo conosceva. Non si aspettava certo che il ragazzo, approfittando della vicinanza, gli piantasse un bacio sulle labbra!
Magnus spalancò gli occhi sorpreso, ed era raro che accadesse, ma non perse tempo e ricambiò il bacio. Al diavolo il buon senso! Al diavolo le buone maniere! Al diavolo tutto!
Baciare Alec esulava da tutto ciò che aveva mai conosciuto fin'ora. Le sue labbra erano dolci e cedevoli e, se all'inizio si mossero timide, diventarono poi più sicure. Le braccia di Magnus lo abbracciarono lentamente e lo strinsero a sè, mentre Alec gli gettava le sue al collo, spingendogli la testa ancora di più verso di lui e approfondendo così il bacio. Da casto ed innocente, questo si trasformò in tutt'altro. Magnus stuzzicò la linea morbida e sensibile del labbro superiore di Alec, per poi passare a mordicchiare delicatamente quello inferiore, mentre una mano impertinente andò a tastargli il sedere sodo. Il bel Batman gemette, schiudendo così la labbra. Era quello che Magnus aspettava. Spinse la lingua per entrare ed approfondì il bacio accarezzando ed assaporando la sua bocca.
Alec interruppe il bacio, ansando, gli occhi che gli brillavano più di un firmamento di stelle e, sorprendendolo per la seconda volta in pochi minuti, gli chiese "Ti va di ballare?". Magnus sorrise e lo trascinò sulla pista da ballo dove ebbe inizio il loro show: tra esplorazioni delle rispettive cavità orali e strusciamenti e palpate al limite della pubblica decenza, Magnus era schizzato in paradiso. Ohhh sì! La serata forse sarebbe terminata ancora meglio di quanto si aspettasse all'inizio della festa.
Era esaltante e, allo stesso tempo, frustrante toccare Alec in modo così superficiale. Avrebbe voluto sfiorare il suo petto, ma quel dannato costume glielo impediva.
Fischi di approvazione gli giunsero alle orecchie, ma Magnus li ignorò. Baciare Alec era diventato indispensabile come respirare e non aveva nessuna intenzione di smettere. Ancora una volta, però, il ragazzo di staccò e volse lo sguardo verso la sua destra: un gruppetto di ragazzi li stavano osservando. Che volevano? Erano amici di Alec o dei voyeuristi? Certo, nella seconda ipotesi, come dargli torto? Magnus ed Alec formavano una coppia esteticamente perfetta e la passione che ci stavano mettendo, nel loro incontro di lingue e saliva, poteva essere d'ispirazione a quei giovani. Magnus era fiero di poter essere visto come un esempio da seguire!
Lanciò loro un'occhiata distratta: una ragazza mora stava saltellando eccitata e non smetteva più di sorridere e battere le mani, mentre un biondino (sicuramente tinto) incitava sghignazzando "Continua così Alec! Mettici più lingua però!". Li liquidò con un'alzata di spalle e ritornò a guardare la meraviglia davanti a lui.
Alec, dopo aver indirizzato un dito medio al finto biondo, facendo sogghignare Magnus, ritornò alla carica sulla bocca di Magnus, che fu ben felice di riprendere da dove avevano interrotto.
Il ragazzo si scollò nuovamente ed emise un verso sopreso, sollevando un paio di chiavi e facendole dondolare davanti ai loro occhi. Magnus, preso com'era, non si era accorto che gli aveva infilato le mani nella tasca della giacca e che ora aveva uno strano sorriso sulle labbra.
"Uhhh e quessste cosa son-sonooo?" chiese.
"Le chiavi della mia macchina." rispose cauto Magnus. Ne era molto geloso, per non dire morbosamente possessivo.
"Uhhh hai una macchina?"
"Ehm sì.. una Ferrari per la precisione."
Alec cominciò a saltellargli tra le braccia, felice come una Pasqua, "Uhhh a me piacciono tantotantotantotantotanto le Ferrari!! Possssssiamo andare a farci un giro? Tipregotipregotipregotipregotipregooooooooo!!" lo supplicò, per poi avvicinarsi al suo orecchio e sussurargli "Potrei guiiiidarla fino al tuo appppppartamento e potremmmmo finire la serata nella tua camera da letttttto".
Magnus si scansò e lo guardò. Per Lilith! Quell'ultima frase lo aveva fatto quasi venire nei pantaloni e non gli era mai successo in vita sua!! Ora tutto quello che riusciva a pensare era di arrivare a casa, togliergli quel maledetto costume e farci l'amore fino alla mattina seguente.
Prese Alec per il polso e lo trascinò fuori, mentre questo, ridendo, urlava ai suoi amici che doveva assolutamente correre dietro a Joker per impedirgli di mettere a ferro e fuoco le strade della città.
Ahhh cosa non si fa per amore! A nessuno era permesso toccare la sua bimba, nessuno! Neanche ai suoi amici più cari! Eppure ora stava aprendo la portiera del conducente ad Alec, permettendogli così di sedersi al posto di guida, mentre lui andò a raggiungere quello del passeggero. Sapeva che era pericoloso ed altamente irresponsabile, se qualche poliziotto li avesse beccati li avrebbero rinchiusi e gettato via la chiave, ma tutto quello che continuava ad immaginare era Alec, nudo, disteso tra le sue lenzuola di seta, i capelli neri come la pece sparpagliati sul cuscino, gli occhi blu languidi e vogliosi e lui che sussurrava "Sono tuo! Prendimi!".
Oddio! Oddio! Oddio! Doveva arrivare a casa il più presto possibile, perchè la sua erezione cominciava a diventare davvero dolorosa!
Alec avviò il motore, lo fece rombare e poi pigiò sul pedale dell'acceleratore con un sorriso a trentadue denti e senza alcuna preoccupazione al mondo.

La porta della sua stanza di aprì e Cat, più una sorella che una cara amica, si gettò di fianco a lui, guardandolo.
"Allora, lo hai convinto?" gli chiese, curiosa.
"Non ancora, ma è solo questione di tempo! Sono sicuro che accetterà!" le rispose, gli occhi luccicanti di determinazione, "Obiettivamente, dove li trova tutti quei soldi?".
"E se avesse, da qualche parte, un parente ricco sfondato che glieli prestasse?".
"Naaa! Avresti dovuto vederlo! Era così teneramente disperato! E poi sono sicuro che me l'avrebbe già detto se avesse avuto la possibilità di saldare il debito. E' mio, Cat! Non ha altra scelta!" il sorriso sognante che fece nuovamente capolino sul suo viso, "E presto scoprirà anche lui che siamo destinati a stare insieme, che siamo le due metà della stessa mela, che siamo anime gemelle, che..".
"Oh gesù, piantala! Sei schifosamente sdolcinato!".
"Sei gelosa vero?" ridacchiò Magnus, anche se sapeva che la sua amica aveva ragione. Non era mai stato così stucchevole con nessuna delle sue conquiste. Mai.
Cat rise di rimando e gli scoccò un bacio sulla guancia "Lo sai che non lo sono, anzi sono devvero felice che finalmente il tuo cuore abbia trovato il suo compagno". Magnus se la strinse al petto e le diede un bacio tra i capelli.
"Cambiando discorso, i miei cuccioli?" chiese Magnus.
"Hanno finalmente preso sonno! Sul serio, Mags, devi fare qualcosa! Sono due piccoli terremoti! E' impossibile non adorarli, ma arrivi a sera che vuoi solo seppellirti nel letto e non uscirne più!".
"Tranquilla! Se il mio piano va come deve andare, potrai ritornare alle tue noiose serate fatte di maratone televisive, quando non dovrai lavorare", la punzecchiò.
"Ehi! Io non critico mica le tue serate da promiscua zoccola!" rispose piccata, "E, per restare in tema, esci stasera?".
"No! Stasera voglio restarmene qui e sognare Alexander", rispose estasiato.
Cat si alzò scioccata e non credendo alle proprio orecchie: Magnus Bane che restava a casa di sua spontanea volontà! La fine del mondo era vicina! "Uau!! Non vedo l'ora di incontrarlo! Deve essere davvero speciale, per averti reso un pantofolaio anche solo per una sera!".
Magnus scoppiò a ridere e le diede un altro bacio quando lei si alzò per andare a dormire, dopo avergli augurato la buona notte.
Una volta solo, il suo pensierò ritorno al dolce occhi blu. Aveva capito che l'alcool l'aveva reso più loquace ed intraprendente di quanto non fosse in realtà e questo aspetto lo intrigava ancora di più. Era un verginello da prendere per mano e da iniziare alle gioie del sesso e Magnus non vedeva l'ora di essere il suo insegnante. Uhhh, si doveva appuntare mentalmente di fare quanto prima quel bel giochino di ruolo con il suo sexy angelo.
Soddisfatto, fissò ancora il soffitto, le mani dietro la nuca e il sorriso che si rifiutava di lasciargli le labbra.
Era innamorato.

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