Capitolo 9

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"Ne sei certo?" chiese dubbioso Alec.
"Sì! Non ho un maglione del genere e neanche Max. Questo è sicuramente di papà!" rispose Rafe.
Cavolo, quello poteva essere un problema. Anzi lo era certamente!
Quel pomeriggio aveva il compito di fare da baby-sitter ai piccoli Bane e, visto che c'era, voleva dare una mano alla signora Penhallow, la governante, nelle faccende di casa.
Non aveva messo in conto che i vestiti di Magnus erano piuttosto delicati (i suoi non avevano mai avuto di questi problemi!) e, tirando fuori la roba dalla lavatrice, si rese conto di aver rovinato uno dei maglioni di Magnus, che si era rimpicciolito e, ora, a malapena andava bene a Max.
"Sai, credo che quello fosse il maglione preferito di papi!" rincarò, incosapevolmente, Rafe.
Non stava aiutando, per niente.
"Posso mettermelo io?" chiese Max, "Così sarò come papino!" e cominciò a saltellare per la stanza. Come se non lo imitasse già abbastanza! Tra glitter sparso ovunque e vestiti eccentrici, i due fratelli erano dei mini-Bane perfetti, soprattutto nella sfacciataggine (innocente nel loro caso, cosa che però non si poteva dire del padre, visto che pareva metterci particolare cura nell'essere il più impertinente possibile).
Dopo un inizio tentennante da entrambe le parti, Alec e i bambini avevano legato ed erano ormai affiatati. Adorava passare il tempo con i piccoli, con loro non ci si annoiava mai. Erano intelligenti, divertenti e scalmanati. Quest'ultimo aspetto gli faceva venire più infarti di quanto fosse disposto a sopportare il suo povero cuore, ma sperava che si dessero una calmata, prima o poi. O che almeno diminuissero i loro giochi spericolati, come scalare il mobile del salotto per saltare sul divano, imitando un drago, o allagare completamente il bagno per simulare un sottomarino.
Chairman Meow, il gatto di famiglia, lo guardava da sopra l'armadio degli asciugamani, e sembrava ridersela sotto ai baffi. Il micio lo aveva preso in simpatia da subito e, stando agli abitanti di quella casa, era un privilegio non da poco. Chairman era piuttosto selettivo nelle sue "amicizie" e il fatto che non avesse artigliato selvaggiamente Alec, ma anzi gli si era addirittura strusciato addosso senza ritegno, aveva mandato in brodo di giuggiole Magnus. Quella era la prova definitiva che occhi blu era destinato a lui.
Alec sospirò e consegnò la prova del suo ultimo misfatto al piccolo Max. "Beh, ormai non credo che tuo padre ci potrà fare qualcosa, quindi sì, tieni!".
Lavorava per Magnus da quasi un mese ormai e, oltre a dovergli ricomprare un'auto, doveva aggiungere alla lista un set di tazze da tè, uno specchio da parete, un boa di piume maculato e ora anche un maglione di cashmere dall'aria piuttosto costosa. Di questo passo ci avrebbe impiegato una vita per saldare tutti i debiti che stava lentamente accumulando.
"C'è nessunooo?" urlò uno voce nota.
"Parli del diavolo.." pensò Alec, che prese dalle mani di Max il maglione e, guardandosi nervosamente attorno, lo infilò nel cesto della biancheria sporca. Era sicuro che lì non avrebbe mai guardato. Avrebbe pensato poi a come sistemare la faccenda.
Il trio gli andò incontro. "Ciao frittelle di mele!" disse, abbracciando i due bambini, che risero felici. Alzò lo sguardo e scoccò un sorriso abbacinante ad Alec "Buonasera Alexander! I miei diavoletti hanno fatto i bravi?".
"Sì, sono stati bravissimi!" sorrise di rimando, impacciato. Non si sarebbe mai abituato alla bellezza di Magnus né al modo in cui gli sorrideva.
"Ok, visto che sono quasi le otto, ti fermi a mangiare con noi?" gli chiese il padrone di casa.
"Oh.. grazie dell'invito, ma.."
"Perrr favoreee Alec, resta qui!" lo pregò Max, attaccandosi alla sua gamba. Rafe cominciò a tirargli il braccio e a saltellare felice "Sìììì Alec, restaaa!".
"Siamo tre contro uno!" rise Magnus, "Dai Alexander, non farti pregare!".
"Oh.. ok.. allora rimango.." sorrise Alec, "Avviso Izzy!".
"Bene! Che ne dite della pizza?". L'esplosione di gioia gli disse che la proposta andava più che bene.
Mentre i Bane si dirigevano verso la cucina, Alec chiamò la sorella.
"Ciao Iz!" la salutò, appena rispose.
"Ciao fratellone! A che ora torni stasera? La cena è quasi pronta e Simon e Jace si stanno già lamentando. Ufff! Non capisco poi perchè!" gli rispose.
Oh santo cielo! Cucinava lei? Izzy e l'arte culinaria correvano su due rette parallele che non si sarebbero incontrate mai e poi mai. La sentì, in sottofondo, spadellare e ringraziò mentalmente Magnus per averlo salvato. "Ehm, i bambini hanno insistito perchè rimanessi a cena e così ti ho chiamato per avvisarti di non aspettarmi.".
Izzy ridacchiò "I bambini eh? Magnus invece ti starà maledicendo perchè ti devi trattenere in quella casa, vero?".
Alec arrossì. Per fortuna Izzy non poteva vederlo o lo avrebbe canzonato ancora di più.
"Ok, allora non ti aspetterò alzata." continuò la ragazza.
"Beh, ma non farò così tardi.. Comunque salutami gli altri!" disse Alec.
Stava per attaccare, quando Izzy lo bloccò "Oh Alec!" gli disse, quasi si stesse dimenticando di dirgli una cosa importante.
"Cosa?" chiese il ragazzo.
"Fate i bravi tu e Magnus! Ci sono dei minori in quella casa! Se dovete farlo come conigli arrapati, almeno siate silenziosi!" e riattaccò, ridendo.
Alec boccheggiò. Ma che avevano tutti? Tra i suoi fratelli, i suoi amici e pure quelli di Magnus, stando ai racconti dei bambini, sembrava che ci fosse una coalizione in atto per spingerli l'uno tra le braccia dell'altro. Ok, avevano avuto un incontro ravvicinato la notte di Halloween, ma ora l'unico tipo di rapporto tra loro era esclusivamente di tipo lavorativo. Tra lui e Magnus non ci sarebbe mai stato niente altro che un relazione professionale. E basta.

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