Il dito si avvicinò al pulsante del campanello. Poi, poco prima di pigiarlo, si ritirò. Ritornò deciso verso la meta, per battere in ritirata un secondo dopo.
"Piantala idiota!" si disse perentorio Alec.
Insomma, solo perchè si era reso conto che Magnus gli piaceva, non poteva comportarsi come una ragazzina alla prima cotta adolescenziale per il cantante di turno. Su.
Prese un bel respiro e ritentò. Il dito fece in tempo a posarsi sul pulsante, senza però schiacciarlo, che Alec lo allontanò di nuovo.
Diede le spalle alla porta, mise le mani sui fianchi ed esibì la miglior espressione truce che gli potesse venire in quel momento. "Allora? La smettiamo? Eh? Smettila di comportarti come un poppante. Sei un uomo di venticinque anni. E che cavolo!" proruppe, spazientendosi con se stesso.
Scosse la testa, prese l'ennesimo respiro, si girò e la sua determinazione si sgretolò sotto lo sguardo divertito di Magnus, che lo stava guardando mentre era appoggiato allo stipite della porta con le braccia incrociate.
"Buongiorno Alexander! Tutto bene?" gli sorrise.
"Eh? Ah.. s-s-sì. Ehm.. uhm.. sì.. sì tutto ok, sì!" balbettò Alec, "Bu-buongiorno!". Si diede, mentalmente, una manata in fronte per la splendida figura da pirla che aveva appena fatto.
"Con chi ce l'avevi?" gli chiese interessato l'uomo, allungando il collo per guardare oltre la sua spalla.
"Eh? Con.. con nessuno! Già! Ehm.. uhm.. posso.. posso entrare?" domandò incerto il ragazzo.
"Certo! Che domande fai? Vieni!" rispose Magnus, sorridendo e mettendosi di lato per lasciarlo passare. Quella mattina il suo occhi blu era più strano del solito, ma era lunedì ed era sempre tragico svegliarsi il lunedì mattina per affrontare una nuova settimana lavorativa! Era di sicuro per quel motivo.
Alec inspirò ed espirò nuovamente, imponendo ai suoi arti inferiori di muoversi, prima di fare un'altra figura barbina. Entrò in casa, lasciandosi avvolgere dal profumo di Magnus. Attese, quindi, che chiudesse la porta e lo precedesse per andare nello studio e farsi consegnare i compiti di quella giornata.
A lavoro assegnato, stava per uscire dall'ufficio quando, giratosi per salutare Magnus, lo vide pensieroso.
"Magnus?"
"Uh?" rispose, distratto, l'uomo.
"Tutto ok?"
"Sì, grazie." sorrise appena.
"Sicuro?"
Magnus sospirò e fece spallucce. "Voglio andare al locale e vedere se mi permettono di entrare per controllare in che condizioni è. Ragnor mi ha detto che non è una grande idea, ma devo vedere con i miei occhi cosa è rimasto."
"Vengo con te!" rispose, d'istinto, Alec.
"Eh?"
"Vengo con te!" ripetò il ragazzo, "Cioè.. sempre se non ti scoccia avere compagnia e se posso rimandare a più tardi il lavoro che mi hai dato da fare, ecco!" arrossì.
Magnus annuì. "Grazie Alexander!" gli sorrise grato."Uffff e va bene, Mr. Bane, può entrare! Ma solo per pochi minuti e, mi raccomando, non tocchi niente! Le indagini sono ancora in corso e potrebbe contaminare qualche prova." acconsentì, sfinito, il poliziotto. In teoria, anche se era il proprietario del locale, quell'uomo non sarebbe potuto entrare, in pratica però Mr. Bane sapeva essere una persona davvero persuasiva!
"Farò il bravo! Parola di lupetto!" affermò Magnus, mettendosi una mano sul cuore, sorridendo.
Alec scosse la testa e si avviò con lui all'interno del Pandemonium.
Una volta dentro, rimasero entrambi senza fiato. Era surreale. Quello che era rimasto dei mobili e dei divanetti, scheletri solitari ed anneriti, aspettava solo di essere rimosso e c'erano macerie e pozze d'acqua, causate dagli idranti dei pompieri, un po' ovunque e che rendevano quel posto quasi spettrale.
Sentì un singhiozzo al suo fianco e si voltò verso Magnus. Lacrime silenziose solcavano le guance di quel pezzo di marcantonio alto un metro e novanta ed ad Alec gli si strinse il cuore.
Gli prese la mano e gliela strinse delicatamente, ricevendo, in cambio, il fantasma di un sorriso.
"Mi dispiace tanto, Magnus!" gli disse piano.
"Grazie." rispose l'uomo, tornando a guardare l'ambiente circostante con gli occhi lucidi. Il suo bambino! Era in condizioni disastrose!
Emise poi un bel respiro e tentò di sdrammatizzare la situazione, per non far preoccupare ulteriormente il ragazzo accanto a lui. "Beh.. pensavo peggio!" affermò, guardandolo e tirando su con il naso. Si asciugò gli occhi con il palmo della mano e tentò di fare un sorriso.
"Già! E' un peccato che non sia successo in prossimità di Halloween. Avresti potuto dare una festa epica!" disse Alec, sperando di tirargli su il morale e stringendogli un po' di più la mano.
Magnus finalmente rise. "Sai che hai ragione? Sarebbe stata memorabile!".
"Ehi, ti va se andiamo a fare shopping? Ti farò da facchino e non mi lamenterò neanche una volta!" propose, spintonandolo con la spalla.
"Per Lilith! Devo avere un'aria davvero disperata!" sorrise, "Ma grazie! E accetto la tua proposta!".
"Andiamo allora!" disse Alec, tirandolo con sè.
Alec voleva soltanto essere gentile, perchè non poteva sopportare di vedere quell'aria triste sul viso di Magnus, ma, per l'angelo, non avrebbe mai immaginato che avrebbe acquistato un'intera catena di negozi! Quell'uomo non aveva il minimo senso della moderatezza, mentre veleggiava spensierato da una boutique all'altra, provando capi su capi e chiedendo continuamente il suo parere. Non ci sarebbe stato niente di male se non si fosse messo pantaloni scandalosamente indecenti o camicie e maglie che lasciavano ben poco spazio all'immaginazione. Non sapeva se era peggio rimanere indifferenti quando Magnus gli mostrava il sedere chiedendogli se quei jeans gli rendevano giustizia o quando gli domandava se si notavano gli addominali sotto il tessuto leggero della maglietta.
Si sedette, esausto, su un divanetto dell'ennesimo negozio. Cominciavano a fargli male i piedi. E le gambe. E le braccia, vista la quantità spropositata di pacchi e pacchetti che aveva trasportato per tutta la mattinata.
Magnus era nel camerino, che si stava provando il cielo solo sapeva cosa.
Dalla tendina sbucò la sua testa. "Mi dai il tuo parere?" gli chiese per la milionesima volta.
"Certo! Fa vedere!" rispose Alec, come aveva fatto in tutte quelle estenuanti ore.
Magnus scostò del tutto la tenda ed ad Alec andò di traverso la saliva, iniziando quindi a tossire.
"Ohhh andiamo! Non sono così orribili!" affermò sorridente l'uomo.
Era praticamente nudo, vestito solo con un paio di aderentissimi slip dorati e glitterati.
"Allora? Che ne pensi? Ti piacciono?" gli chiese, girando lentamente su se stesso. "Mi stringono un po' qui," disse sistemandosi il davanti, "ma sono troppo belli per non prenderli!".
Alec era a corto d'aria. Quell'uomo era dannatamente sleale. Non ci si comportava così! Non era giusto presentarsi all'improvviso in quelle condizioni, come se nulla fosse. Quel corpo da urlo non era legale ed Alec si immaginò le proprie mani su quella pelle di seta. Sentì l'inguine contrarsi. Brutto segno.
"Tutto ok?" gli chiese sorridente Magnus, piegando la testa di lato e guardandolo biricchino.
"Eh? Ah.. sì. Sì tutto ok! Ehm.. sì.. credo.. credo che ti stiano bene, sì!"
"Bene, allora li prendo!" battè la mani soddisfatto e tornò dentro al camerino, permettendo così ad Alec di riprendere a respirare correttamente.
Maledetto l'attimo in cui gli aveva proposto di andare a fare compere!

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Patto col diavolo
FanfictionAlec era nei guai, in guai grossi. Cinquecento mila dollari. Come avrebbe fatto a racimolare quella somma, regalo di una notte di bagordi? ~~ La storia non è mia ma di AthenaKira83 su EFP e tutti i crediti vanno a lei. Lei mi ha dato il permesso per...