Alec si svegliò di soprassalto. Afferrò la sveglia, ancora addormentato, ed imprecò. E che cavolo! Avrebbe potuto dormire un'altra mezz'ora prima che la sveglia suonasse. Maledisse ad alta voce chiunque stesse facendo tutto quel casino alle 6:30 del mattino, in salotto, e si alzò per vedere cosa stava succedendo. L'unica spiegazione possibile era che qualcuno, tra Izzy e Jace, si stesse trasferendo e si stesse rubando i mobili. Avanzò lungo il corridoio e si bloccò sull'uscio che dava sulla stanza: Izzy stava spostando faticosamente il divano e solo l'Universo sapeva perchè.
"Cosa diamine stai facendo?" le chiese scontroso il fratello.
"Anf.. anf.. anffff.. Feng shui!" rispose Izzy, come se fosse ovvio, "Uffff! Per l'angelo non pensavo fosse così pesante! Mi dai una mano?".
"Assolutamente no! Che è il ciengciui? E perchè stai spostando il divano? E perchè la televisione non si trova al suo posto?" chiese sempre più attonito Alec.
"Il F-e-n-g s-h-u-i, fratellone, è un'antica arte cinese che ti permette di vivere meglio in casa, tirando fuori la sua energia positiva disponendo i mobili in un determinato modo."
"Che???", chiese sbalordito. Si avvicinò alla sorella e le tastò la fronte "Hai la febbre? Sei malata?".
"Ma no, sciocchino!", rispose Izzy, scostando la mano, "Maya mi ha detto che il salotto emana vibrazioni negative e dovevo assolutamente fare qualcosa!".
"Avete la febbre? Siete malate?".
"Ufff! Sì, hai ragione! Non siamo normali" sbuffò Izzy, "Ora, se non ti dispiace, mi dai una mano?".
"No!! Il divano resta dove è, la televisione ritorna dove stava e tu la pianti con questa cavolata!".
"Ma Alec, quando io e Jace ci trasferiremo, tu sarai tutto solo e preda di questa brutta energia! Ti lamenti sempre che l'Universo ce l'ha con te! Sto ponendo rimedio!".
"Ohhh per l'angelo Izzy! A me piacciono le mie vibrazioni negative, ormai siamo diventati così", ribattè incrociando le dita, "Comunque ti rendi conto che sono le 6:30 del mattino?".
"Maya dice che la mattina presto è l'orario migliore per incanalare positività ed eliminare la negatività".
Alec si diede una manata in fronte, era inutile discutere con i matti. Fece dietro front e si diresse in bagno: aveva bisogno di una doccia e poi di un caffè forte. L'ideale sarebbe stata una doccia di caffè.
Docciato, sbarbato e vestito, salutò Izzy, intenta a trovare una sistemazione alla pianta quasi morta che stava nell'angolo vicino alla tv, e si diresse alla libreria di Luke.
Gli piaceva lavorare lì, era la sua oasi felice. Non aveva un grosso contatto con il pubblico, lui sistemava i libri negli scaffali corretti, cercava qualche titolo che un cliente richiedeva e magari non appariva sul pc o dava suggerimenti a chi si avvicinava e, titubante, chiedeva un consiglio. La parte che gli piaceva di più era quando poteva permettersi di leggere, complice il fatto che non c'era nessuno in negozio o non aveva commissioni urgenti da fare.
Il suo stomaco brontolò, ricordandogli all'improvviso che non aveva fatto colazione, e, visto che mancava ancora mezz'ora al suo orario di inizio turno, si fermò in una caffetteria del centro.
Dopo aver ordinato un caffè doppio (ne aveva bisogno come l'aria) e un muffin al cioccolato, si diresse verso il tavolino libero di fianco alla vetrata e che aveva addocchiato prima di entrare. Stava per posare il vassoio quando fu bloccato da una voce che non faticò a riconoscere. Era da quasi quattro giorni che non la sentiva ma, diamine, l'avrebbe riconosciuta perfino se fosse stato ad un concerto, con la musica assordante che gli rimbombava nelle orecchie!
"Alexander!!" cinguettò felice Magnus, "Che meravigliosa coincidenza!".
"Magnus" sussurrò Alec, congelandosi sul posto. "Ti odio Universo" pensò, per poi darsi mentalmente una manata in fronte, spronandosi a girarsi con il miglior sorriso che poteva tirar fuori prima di fare l'ennesima figura di menta con il tipo strampalato.
Roteò su stesso, dimenticandosi completamente di avere ancora il vassoio in mano, e la tazza volò addosso all'uomo più bello che Alec avesse mai visto, macchiandogli la camicia immacolata. Alec voleva morire, possibilmente di autocombustione così che di lui non sarebbe rimasto più niente, tranne la cenere.
Magnus rimase immobile, scioccato, per una manciata di secondi. Alzò lo sguardo su di lui e poi scoppiò a ridere "Ohhh Alexander! Mi sembrava strano che non avessi ancora rovesciato o rotto qualcosa".
Alec, viola per l'imbarazzo, balbettò "Mi-mi dispiace! Oh per l'angelo! Le ho rovinato la camicia!".
Magnus si asciugò gli occhi, "Tranquillo Alexander" lo rassicurò, "Questa mattina ero davvero indeciso se indossarla o meno, quindi ti ringrazio perchè ora posso metterne una più bella!". Alec non sapeva che dire, lo sguardo puntato a terra sperando ardentemente che una voragine gli si aprisse sotto i piedi e lo inghiottisse.
"Ti va di farmi compagnia?" gli chiese Magnus.
Alec, preso in contropiede, si sedette senza alcuna grazia sulla sedia di fronte, facendo sorridere il tipo strampalato, sussurrando un "Buongiorno!".
Mentre Magnus fermava la cameriera per ordinargli un altro caffè, Alec si prese tutto il tempo per osservarlo. Per tutti gli angeli! C'era questo dio, sceso direttamente dall'olimpo, sotto il cerone bianco? Magnus aveva la pelle ambrata, gli occhi verde-oro gli sembravano ancora più belli di quanto ricordasse ed erano accentuati da un trucco viola, colore che aveva scelto anche per le punte dei suoi capelli neri e per le unghie delle sue lunghe dita eleganti, le labbra, su cui aveva fantasticato ogni notte dal loro incontro, erano carnose e tutte da baciare. Era pieno di orecchini, braccialetti, collane ed anelli, ma questi dettagli, anzichè sminuirlo ai suoi occhi, ne accentuavano la bellezza. Magnus Bane era perfezione pura e non riusciva a capacitarsi di come non solo avesse assecondato il suo assalto inesperto, ma l'aveva reso ancora più profondo. L'uomo di fronte aveva sicuramente la fila davanti alla porta, letteralmente parlando, e per qualche arcano motivo perdeva tempo con lui. Perchè? Non riusciva a darsi una risposta.
"Allora, come stai?" gli chiese Magnus, sorseggiando il suo cappuccino.
"Bene, lei?", rispose impacciato Alec.
"A meraviglia! Posso offrirti un altro muffin?" gli propose, avendo notato come le sue mani nervose avessero sbriciolato il dolcetto, "O qualsiasi altra cosa tu desideri?" concluse malizioso.
Alec arrossì nuovamente e si diede dello stupido. Doveva smetterla di farlo o Magnus l'avrebbe scambiato per un semaforo che passava dal rosso normale ad un rosso più scuro ad un rosso ancora più scuro.
"Ehm.. no grazie.. sono a posto così", ma il suo stomaco traditore decise di farsi sentire proprio in quel momento ed Alec si rassegnò ad arrossire nuovamente.
Magnus sorrise ed ordinò due muffin al cioccolato alla cameriera che era arrivata al loro tavolo per portare via le tazze vuote e consegnarne una piena ad Alec.
"Rieccoci qua. Allora, come mai ti trovi da queste parti? Lavori in zona?" gli chiese curioso.
"Ehm.. sì. Lavoro alla libreria "Shadowhunters" all'angolo della 36esima".
"Ma davvero? Ti piace lavorare lì?".
"Oh sì", risposte Alec, tutto ad un tratto sicuro di sè.
"Come mai?"
"Beh adoro leggere, mi piace la sensazione della carta ruvida sotto le dita e l'odore di un libro. Amo il fatto che puoi conoscere posti e gente nuova, anche se non fisicamente, e mi piace immaginarmi quanto descritto ed immedesimarmi nei personaggi di un'opera. Questo lavoro mi permette di fare tutto questo e.. mi scusi! La sto sicuramente annoiando!".
"Al contrario fiorellino!" rispose e attese che la cameriera posasse il nuovo ordine. "Lo trovo molto interessante!".
"Uhm.. ehm..aehmmm.. lei che lavoro fa?"
"Sono il proprietario di una serie di locali che hanno un buon giro d'affari" rispose orgoglioso, "Il Pandemonium è uno di questi" concluse facendogli l'occhiolino.
Alec ci mise un secondo a capire perchè, ma poi lo realizzò "Ohhh il locale della festa di Halloween?".
"Già, proprio quel locale!".
Calò il silenzio, entrambi stavano ripensando a quella sera e ai momenti vissuti insieme.
Fu Magnus ad interromperlo "Ehhh già.. già già.. Allora.. non che voglia metterti pressione, ma hai delle novità sul fronte offerta?"
"Ah.. eh.. uhmmm..".
Magnus sorrise "Alexander, ero sincero quando ti avevo detto che avevi tempo fino a sabato! Mancano ancora due giorni, ma poi, capirai bene, ho bisogno di sapere come intendi pagarmi".
"Oh sì! Oh sì sì! Ha ragione Mr. Bane, ma vede.."
"Magnus", lo interruppe, "Per favore chiamami Magnus. Mr. Bane mi fa sentire vecchio! Pensi che sia vecchio?" gli chiese.
"Oh no! Oh no no no!! Mr. Bane lei è tutto, tranne che vecchio!" arrossì Alec.
"Ma davvero?" domandò, mentre si sporgeva verso di lui, guardandolo come un lupo quando punta la sua preda, "E come mi trovi?".
"Oh.. eh.. beh.. lei è un bell'uomo, Mr. Bane, e non da proprio l'idea di una persona anziana. Cioè.. voglio dire.. non che una persona anziana non possa essere un bell'uomo eh, ma lei è giovane e così non assomiglia per niente ad una persona anziana ed è un bell'uomo come potrebbe esserlo anche una persona anziana, ma lei non lo è.. e cioè..".
Una pala! Qualcuno gli desse una dannata pala o lo uccidesse in quell'istante, facendolo smettere di soffrire in quel modo! Si poteva essere più imbranati di così? Come faceva Magnus a rimanersene ancora lì, anzichè piantarlo in asso dandogli dell'imbecille? Era masochista? O godeva a fargli fare figure di cioccolato? Perchè questo stava facendo, era inutile girarci intorno.
"Beh ti ringrazio, Alexander, di trovarmi un uomo bello e giovane" sorrise radioso, Magnus, "Anche tu lo sei!".
"Ah.. oh.. ehm.. grazie" arrossì, abbassando lo sguardo per poi rialzarlo quasi subito, colpito da un pensiero.
"Sìììì?" domandò Magnus.
"Ah.. ehmmmm.. Mr. Bane, per quanto riguarda l'offerta.. cioè.. ecco.. non ne sono ancora sicuro, ma-ma non credo che verrò a lavorare per lei.".
"Oh" sospirò improvvisamente triste Magnus e Alec si ritrovò a pensare che avrebbe fatto di tutto, qualsiasi cosa, per levargli dal viso quell'espressione, ma ci aveva pensato, pensato tanto. Non aveva ancora trovato una soluzione, quello no, ma era una frana nell'avere una conversazione normale quando aveva a che fare con gente comune, figurarsi con Magnus! Chiacchierando con lui era giunto alla conclusione che se non riusciva ad avere una banale chiacchierata di pochi minuti, come poteva pensare di avere un rapporto lavorativo con lui per ben due anni (uno se il raddoppio dell'offerta era ancora valido)?
Guardò l'orologio e si alzò in fretta "Oh per l'angelo! Sono in ritardo! Devo andare!!" disse, tirando fuori i soldi per pagare la sua consumazione.
Magnus gli bloccò il polso ed una scarica elettrica trapassò Alec. "Tranquillo, faccio io" gli disse, "Comunque ti chiedo di pensarci fino a sabato, solo allora accetterò una risposta definitiva" gli disse, "Per favore, però, pensaci bene." concluse lasciandogli il braccio.
Alec annui ripetutamente e poi volò verso l'uscita.
Due giorni. Aveva ancora due giorni, ma ne era sempre più convinto: non avrebbe accettato.

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Patto col diavolo
FanfictionAlec era nei guai, in guai grossi. Cinquecento mila dollari. Come avrebbe fatto a racimolare quella somma, regalo di una notte di bagordi? ~~ La storia non è mia ma di AthenaKira83 su EFP e tutti i crediti vanno a lei. Lei mi ha dato il permesso per...