Capitolo 14

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Alec era viola dall'imbarazzo. Il cuore gli stava battendo nel petto talmente forte che temeva gli sarebbe scoppiato da un momento all'altro.
Aveva fatto sesso con Magnus! Cioè.. si poteva definire sesso ricevere un pompino? Forse rientrava nella categoria di sesso unilaterale?
"Ohhh tranquillo!" disse Magnus, sventolando una mano, "All'inizio forse, e sottolineo forse, potrei essermi leggermente risentito. Insomma sono un professionista del fellatio e mai nessuno si era assopito dopo un mio servizio! Ma poi ho pensato che era la tua prima volta ed è normale che tu sia stato sopraffatto dal mio talento!" annuì convinto.
Alec non sapeva più dove guardare. Voleva morire. Perchè un colpo apoplettico non lo coglieva in quell'attimo, ponendo fine a tutte le sue sofferenze? Perchè?
Magnus gli prese la mano, percependolo in difficoltà, e gliela strinse. "Alexander! Va tutto bene! Davvero!" tentò di rassicurarlo.
"N-no! Noi.. io.. tu.." ripetè, come un disco rotto.
"Coraggio, fai un bel respiro! Ecco così! Inspira ed espira, bravo!".
"Abbiamo fatto sesso.." sussurrò.
"Beh, oddio, diciamo che ci siamo fermati all'antipasto ecco!" gli sorrise.
"Che io mi sono fermato all'antipasto. Tu non ti sei neanche seduto a tavola!" ribattè il ragazzo, "Sono un idiota! Il più grande e immenso idiota che cammina su questa terra!".
"Alexander smettila! Non sei un idiota e l'antipasto l'ho assaggiato anch'io, credimi!" disse, leccandosi le labbra maliziosamente.
"In che sens.. oh!" ribattè boccheggiando.
Magnus rise. "Non ti preoccupare Alexander. Arriveremo anche al piatto più importante!".
"Pe-perchè? Vuoi rifarlo?"
Magnus lo guardò, curioso. "Perchè tu no?"
Voleva rifarlo? Ovviamente no! Beh.. certo che, se capitava, sarebbe stato scortese fermare Magnus, no? No! No, no e ancora no! Magnus era il suo capo! Che andava pensando? Non si faceva sesso col proprio capo! Non era etico! E però Magnus non è che lo trattasse come un qualunque altro dipendente e frequentava quella casa forse addirittura più di Cat o di Raphael o di Ragnor! Era pur vero che nessun altro che lavorava per Magnus gli doveva cinquecento mila dollari eh! Lui era speciale, se così lo si poteva definire.
"Se-sei il mio capo!" riuscì solo a dire, in mezzo a tutto quel caos che erano i suoi pensieri.
"Oh! E' questo il problema maggiore?" sorrise l'uomo.
Alec annuì.
"Perfetto!". Magnus gli si avvicinò pericolosamente. "Sei licenziato!" sussurrò, scherzando, e leccandogli l'orecchio.

Alec non fece in tempo a chiudersi la porta dietro di lui, che Izzy lo placcò. Ottimo! Ora quella piccola arpia lo avrebbe tartassato fino a quando non le avrebbe raccontato tutto.
"Raccontami! Raccontami! Raccontamiiii!" disse eccitata e saltellando dalla felicità.
"Se proprio lo vuoi sapere, mi ha licenziato." esordì Alec, con aria funerea.
Izzy si bloccò di colpo, basita. "Licenziato? Cosa? Come? Perchè?" chiese stupefatta.
"Ho bisogno di una doccia." le disse, sorpassandola ed ignorando le sue domande. "Ne parliamo dopo!". Si chiuse la porta del bagno dietro di lui e ci si appoggiò contro.
Scivolò lentamente verso terra e si prese la testa tra le mani. Come poteva essere stato così stupido? Come?

Magnus non riusciva a stare fermo e continuava a fare su e giù per il salotto, sembrando un leone in gabbia.
Aveva combinato un disastro! Era tutta colpa sua e della sua stupida stupida e inopportuna linguaccia. E del fatto che non fosse paziente. E anche che trovava Alec irresistibile. E che voleva farci sesso e baciarlo e ridere con lui e scherzare con lui e svegliarsi la mattina trovandoselo davanti.
Lo amava, ormai ne era certo. Alexander era diverso da qualsiasi persona gravitazionasse attorno a lui. Era timido, ma al tempo stesso dotato di una schiettezza che rasentava la sconvenienza. Era dolce, gentile, determinato ed intelligente. Adorava passare il tempo in sua compagnia. Sapeva però che doveva andarci con i piedi di piombo, ma lui no! Doveva sempre affrettare tutto! Essere impaziente. Essere troppo!
"Stupido! Stupido! Stupido!" si dissò, picchiandosi la testa.
I bambini lo guardavano, tristi e con gli occhietti rossi. Avevano pianto a dirotto dopo aver assistito all'ultima parte della scenata. Sapevano solo che Alec se ne era andato da quella casa arrabbiato, sbattendosi la porta dietro di sè, ed urlando "Non voglio più avere niente a che fare con te!".
Magnus si bloccò, osservandoli triste. "Mi dispiace cuccioli. E' tutta colpa mia!" disse abbassando lo sguardo, non riuscendo a sostenere i loro occhietti in lacrime.
Li abbracciò poi di slancio e li baciò sulla testa "Vi prometto che sistemerò tutto ed Alexander tornerà qui!".
Sì, avrebbe riparato al danno. Avrebbe risolto tutto immediatamente.

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