Alec aprì lentamente la porta e sbirciò nello spiraglio che aveva creato.
Non si sentiva volare una mosca, quindi aprì un po' di più l'uscio e infilò la testa fuori, per spiare il corridoio. Niente. Nessun segno di vita.
Richiuse la porta e diede un'occhiata alla camera di Magnus.
Era soverchiante, proprio come il suo proprietario.
L'enorme letto a baldacchino troneggiava su tutta la stanza e, su di esso, vi erano adagiati decine di cuscini e delle lenzuola di seta rossa, che al momento erano sfatte a causa del suo passaggio.
Ai tre lati del letto, facevano bella mostra di sè tre grandi tappeti gialli, soffici e pelosi. Alec aveva chiesto a Magnus dove era riuscito a trovare una stramberia del genere, ma non aveva voluto dirglielo. Forse al mercatino dell'assurdo?
Le pareti erano tinte di viola scuro e adornate da una bizzarra (e tenera, secondo Alec) fantasia: i bambini avevano dato il loro tocco personale al muro, intingendo le mani in una vernice gialla e decorando poi la parete fin dove riuscivano a toccare.
Alla sua destra, di fianco a lui, c'era un piccolo salottino formato da due poltrone e un basso tavolino, superati i quali c'era una porta che conduceva al bagno personale di Magnus, bello spazioso e con una bellissima e grande vasca idromassaggio (aveva avuto occasione di provarla una volta, quando il proprietario era fuori casa e i bambini dormivano: il paradiso!).
C'erano due cassettiere, da entrambi i lati della stanza su cui erano disposte, in file disordinate, un mucchio di foto in cornici dalle forme più strane (Magnus, con grande imbarazzo di Alec, aveva messo anche una sua foto in cui compariva con la famiglia Bane al completo, gatto compreso ovviamente).
Alla sua sinistra invece c'era un mobile con sopra una grande tv a schermo ultrapiatto, la cuccia, o meglio il "castello", di Chairman Meow in cui si rifugiava per sonnecchiare, quando sua maestà decideva di alloggiare in quella stanza, e due grandi specchi da parete (uno sostituiva quello rotto da Alec, l'altro Magnus l'aveva acquisto per non far sentire solo il gemello..).
C'era inoltre un'altra porta che apriva su una stanza che fungeva da armadio. Già perchè Mr. Bane non poteva accontentarsi di un normale guardaroba come tutti i comuni mortali, oh no! Oltre alle due cassettiere, straripanti di indumenti, lui doveva avere un'intera camera per contenere altri vestiti e tutte le sue scarpe. Izzy l'aveva talmente stressato, con quella storia, che dovette chiedere a Magnus se poteva farle fare il "tour turistico". Lui ovviamente aveva accettato entusiasta e le aveva fatto addirittura da cicerone, spiegandole, capo per capo, tutti i dettagli tecnici. Ci avevano messo l'intero pomeriggio per ciarlare di tutto quell'ambaradan!
Alec si massaggiò le tempie. Perchè diavolo era là? Ci era entrato pochissime volte in quella stanza e, in tutte le occasioni, ne era uscito quanto più velocemente possibile, onde evitare che al proprietario venissero strane idee.
C'era qualcosa, una sensazione forse, che lo tormentava, ma che non riusciva ad afferrare. Era come se la mente si rifiutasse di rivelargli alcunché e avesse innalzato un muro per impedirgli di vedere oltre. C'era però quella cosa che si divertiva a sbirciare da sopra esso, facendogli quasi tornare alle memoria tutto, per poi scappare via.
Acchiappò le scarpe che si trovavano ai piedi del letto e aprì nuovamente la porta, cercando di fare il meno rumore possibile. Si diresse in punta di piedi lungo il corridoio che dava sulla cucina, mentre la suoneria del suo cellulare gli arrivò alle orecchie. Dove l'aveva lasciato?
Arrivò sull'uscio e si bloccò. Oh cazzo!Izzy si svegliò di colpo. Simon, nel sonno, le aveva appena schiaffato la mano sul viso, destandola.
"Simon!! E che cavolo!" sussurrò con voce roca, sollevando e allontanando il braccio del fidanzato da lei.
Si stropicciò gli occhi e si stiracchiò. Che ore erano? Agguantò la sveglia sul comodino e diede un'occhiata alle lancette dell'orologio. Le 10 del mattino.
Considerando che erano tornati a casa alle 4 passate, si era svegliata fin troppo presto.
Sbadigliando si alzò dal letto e si diresse verso il bagno.
Passò davanti alla stanza di Alec e il suo cervello registrò, quando ormai l'aveva sorpassata, che la porta era aperta. Si bloccò. "Che strano.." pensò, ritornando sui suoi passi e fermandosi davanti alla soglia. Il letto era perfettamente in ordine, come l'aveva lasciato suo fratello il giorno prima, segno che non ci aveva più dormito.
Si diresse verso il salotto per vedere se, per caso, si era coricato sul divano, ma anche lì non c'era nessuno. Provò anche con la stanza di Jace: il fratello era in coma profondo, abbracciato alla fidanzata. Niente neanche lì.
Non era tornato? Oh cielo! E se gli era capitato qualcosa? E se fosse caduto a causa del ghiaccio, sbattendo la testa e non ricordandosi più chi fosse? Non voleva neanche pensare a scenari ben peggiori, così corse in camera ed afferrò il suo cellullare. Nessuna chiamata nè messaggio da parte di Alec. Questo la agitava ancora di più. Dov'era suo fratello?
Compose il suo numero, preoccupatissima che potesse risponderle un medico o un poliziotto. Al terzo squillo, finalmente, qualcuno accettò la sua chiamata.
"Buongiorno biscottino!" cinguettò una voce allegra.
"Magnus?" chiese sbalordita la ragazza.
"In persona!" rise l'interlocutore.
"Perchè stai rispondendo al cellulare di mio fratello?" chiese confusa.
Magnus? M-A-G-N-U-S? Che caspita ci faceva Magnus con il cellulare di Alec? Perchè aveva risp.. ohhh per tutti gli angeli del paradiso!! "E' lì?" chiese, tra l'incredulo e l'eccitazione.
"Sì!" le rispose, "Il bel addormentato al momento si trova nel mio letto e.. anzi no! E' appena comparso nella mia cucina, tutto scarmigliato e dannatamente sexy se proprio lo vuoi sapere. Ci vuoi parlare?".
"Passamelo!" gli ordinò.
Sentì Magnus ridacchiare e dire ad Alec con chi stava parlando. La voce del fratello si fece sentire dall'altro capo della linea, impacciata, "Ehm.. ciao Izzy!".
"Ciao fratellone!" gli disse, grondando malizia da tutti i pori, "Tutto ok?".
"Ehm.. sì, perchè?"
"Fisicamente intendo, stai bene?"
"Eh? Sì, sto bene! Perchè non dovrei stare bene?"
"Oh non so.. E senti maaa, per esempio, non senti un leggero fastidio al tuo lato B?"
"Al mio lato che? Izzy che stai dicendo?"
"Oh cielo, Alec! Ce l'hai ancora insensibile? Deve averlo davvero grosso!"
"Ma insensibile cosa? Cosa è grosso? Iz di che diavolo stai parl.. IZZY!!!!"
La ragazza proruppe in una risata gioiosa "Beh il tuo letto non è stato toccato, quindi non sei tornato a casa.. Oh e tra l'altro me la pagherai per avermi fatto preoccupare da morire!" lo bacchettò, "Hai dormito lì da Magnus no? Nel suo letto, da quanto ho sentito e.."
"Izzy smettila! Non è successo niente! Vero?"
La domanda non era rivolta a lei però, ma all'uomo che la ragazza sentiva distintamente ridere senza alcun ritegno in sottofondo. Il suo sorriso si allargò.
"Davvero? Sei sicuro che non ci fosse anche Magnus? Magari sopra di te?" gli chiese ridacchiando.
"IZZY!!!!" le urlò per l'ennesima volta, "E tu piantala di ridere!" lo sentì dire a Magnus.
"Ok, ok! Vi lascio alla vostra pomiciata mattutina. Ci vediamo più tardi. Voglio tutti i dettagli! Capito Alec? Tutti!" lo salutò, chiudendo la conversazione prima che il fratello potesse aggiungere altro.
Isabelle Lightwood cominciò a saltellare sul posto eccitata.

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Patto col diavolo
FanfictionAlec era nei guai, in guai grossi. Cinquecento mila dollari. Come avrebbe fatto a racimolare quella somma, regalo di una notte di bagordi? ~~ La storia non è mia ma di AthenaKira83 su EFP e tutti i crediti vanno a lei. Lei mi ha dato il permesso per...