Capitolo 7

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- Si può sapere che cos'era quell'esplosione? - chiese Nico quando Malfoy rientrò nella sua camera

Drago aveva una faccia scura e non sembrava molto felice di quello che era successo

- È successo che uno dei tuoi amichetti del cavolo ha mandato in infermeria tre dei Serpeverde - rispose il mago

Nico annuì, doveva immaginarselo che era opera di qualcuno di loro, dubitava che i maghi potessero causare un'esplosione di quel calibro

- Che poi tanto non gli faranno niente, voi siete ospiti quindi non verrete di certo puniti! Non può passarla liscia. Anche se è uno dei tuoi amici - continuò Draco

Il semidio lo guardò di traverso e scosse il capo

- Chi è stato esattamente? - chiese dopo

- Quel Percy Jackson -

Nico si alzò e si mise di fronte al mago, anche se il biondo era più alto di lui.
Malfoy non sapeva contro chi si stava mettendo.

- Attento a quello che fai, Draco - disse - Con Percy o ci sei amico o lo ignori, non fartelo come nemico, ti metteresti nei guai -

- Mi stai minacciando? -

- Ti sto avvisando e lo faccio solo perché mi sei simpatico e mi tratti come se fossi uno di voi - spiegò il semidio - Percy è pericoloso, più di quanto immagini -

Draco lo guardò combattuto. Non era da lui lasciar passare un torto fatto alla sua casata, però, effettivamente, non conosceva i ragazzi nuovi, si fidava Nico e lui conosceva meglio Percy. Sapeva quello che diceva.

- L'ho visto sbaragliare interi eserciti e da solo, ho visto ponti cadere e vulcani eruttare a causa sua. Non te lo sto dicendo per scherzo o solo per parare il culo a Percy, puoi starne sicuro - continuò Nico - Lascia stare Draco, non fare sciocchezze -

- Se mi scagliassi contro di lui lo stesso, da che parte staresti tu? - chiese il mago per togliersi un dubbio

- Draco, io ti ammiro e nonostante il mio caratteraccio abbiamo legato...ma se dovrò mai scegliere tra te e la mia famiglia, non ci devo nemmeno pensare -

Nico era stato abbastanza chiaro, in qualunque caso sarebbe stato dalla parte dei semidei

- D'accordo, per questa volta lasciamo stare -

- Si ma dovrai dirlo anche agli altri -

                                ***

- Per questa volta chiuderemo un occhio, ma che non si ripeta mai più una cosa simile - disse la Mcgranitt

Percy sbuffò.
Era seduto davanti alla scrivania, nell'ufficio della professoressa e si era preso una bella strigliata per aver fatto saltare in aria i bagni e per aver spedito tre maghi in infermeria.

Come se avesse iniziato lui la discussione!

- Anche se non mi spiego...se hanno iniziato loro, perché tu non hai nessun segno di combattimento? - chiese il professor Lumacorno

A quel punto il ragazzo perse la pazienza. No, non si era ancora calmato!

- Non è colpa mia sei vostri stupidi studenti fanno degli stupidi incantesimi da quattro soldi e non sono in grado nemmeno di scalfirmi! - sbottò Percy alzandosi di scatto e sbattendo le mani sulla scrivania

Proprio in quel momento la porta si spalancò e Harry irruppe nella stanza

- Non...non...lo punite! È sotto la mia responsabilità, se dovete prendervela con qualcuno, prendetevela con me - disse con il fiatone

- Non si preoccupi signor Potter, nessuno verrà punito - disse la Mcgranitt

- D...d'avvero? - chiese il mago stupito

La professoressa annuì e poco dopo lì mandò via, con la promessa che una cosa del genere non sarebbe dovuta più accadere.

I due ragazzi se ne stavano tornando tranquillamente nella loro casata senza rivolgersi la parola, ognuno perso nei propri pensieri. Quando qualcuno si parò davanti a loro

- Ancora? - chiese Percy scocciato

- Che cosa volete Serpeverde? - chiese Harry

- Il tuo amico ha fatto male a tre di noi, Potter, non può passarla liscia! - disse uno dei due

Il semidio li guardò male, aveva appena promesso che non l'avrebbe più fatto e sapeva che stava per rimangiarsi la parola.
In più non gli piaceva fare quello che aveva fatto, non era una bella sensazione quella che provava nel vedere gli altri soffrire, soprattutto se succedeva per mano sua.

- Vedete. Di. Togliervi. Dalle. Scatole. - disse - Non ho voglia di perdere altro tempo -

- Adesso vedi tu, no che ti facciamo perdere tempo - lo minacciò l'altro

Harry estrasse la bacchetta e la puntò verso i due maghi che gli sbarravano la strada

- Adesso piantatela, questa è una scuola non un posto in cui ci si minaccia a vicenda - disse il mago - Se avete qualche problema siete liberi di andare dal preside o dai professori e fare un reclamo -

- Potter non ci dai ordini, tu non sei nessuno per noi -

- Forse per voi cari Serpeverde il signor Potter non conta nulla, ma dovete per forza ubbidire a me - disse una terza voce

Una donna apparve all'improvviso e li squadrò, soffermandosi un po' troppo a guardare Percy

- E lei chi sarebbe? - chiese Harry

- Oh, giusto! Sono Aline Dastrin e sono la nuova insegnante delle arti oscure, nonché responsabile della casa del Serpeverde - disse la donna con un sorriso che non aveva niente di rassicurante - Quindi, miei cari allievi, siete pregati di tornare nelle vostre stanze -

I quattro ragazzi annuirono e ognuno tornò per la propria strada, lasciando la discussione a metà.
Non era il caso di disubbidire ad un insegnante

- Signor Jackson, aspetti! - lo richiamò la donna - Vorrei scambiare due parole con voi, se lo permettete -

Percy la guardò, quella donna non gli piaceva ad impatto. Gli metteva addosso una strana sensazione, e solitamente il suo istinto non aveva mai torto.

- Allora? - insistè

- Proprio adesso? Perché mi sono già preso una bella ramanzina e sinceramente, non ho voglia di sentire altri professori - rispose il ragazzo

- Ah, capisco - disse la donna dispiaciuta - Va bene, rimanderemo a dopo la nostra chiacchierata -

Il semidio annuì poco convinto e seguì Harry verso la casa del Grifondoro

- Spero proprio che questa chiacchierata non debba aspettare a lungo, Percy Jackson - mormorò Aline quando il ragazzo si allontanò

Due eroi diversi...stesso calibro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora