Capitolo 17

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- Percy...che ti succede...che stai...facendo... - balbettò Annabeth stringendo i denti.

Le lacrime sarebbero volute uscire dai suoi occhi, ma preferí non mostrarsi più debole di quello che era in quel momento.

Era allungata su un letto e delle catene le immobilizzavano le braccia sopra la testa.
Percy era in piedi e la guardava con un'espressione indecifrabile.

La figlia di Atena aveva paura.
In quel momento le sembrava di vivere il passato, quando Luke l'aveva abbandonata per passare dalla parte di Crono.
L'unica differenza era che Percy non era Luke, Percy era il semidio più potente sulla faccia della terra e, se voleva controllarla a suo piacimento, lo avrebbe fatto senza il minimo sforzo.

Il ragazzo si sedette al suo fianco e le accarezzò la guancia, spostando una ciocca dei suoi capelli biondi.

- Scusami Annie...- sussurrò Percy chiudendo gli occhi e facendo un sospiro - Sai che non voglio farti del male, vero? -

Lei lo guardò negli occhi: quello sguardo...era sempre Percy, forse si comportava in modo diverso, agli occhi degli altri sembrava spietato, ma in quello sguardo, in quel colore intenso che Annabeth aveva imparato ad amare, vedeva solo il suo dolce, rompiscatole e scherzoso fidanzato.

E allora scoppiò, le lacrime scesero calde dal suo viso e Percy, a quella reazione, la liberò e la strinse tra le sue braccia.

- Va tutto bene, va tutto bene... - sussurrò il figlio di Poseidone accarezzandole i capelli

Annabeth affondò il viso nel petto del ragazzo e ispirò il profumo della salsedine che impregnava sempre il corpo di Percy e sospirò.
Alla fine non era cambiato nulla...
...o almeno in quel momento ne era convinta.
Sapeva che quando avrebbe aperto bocca per chiedergli il perché delle sue azioni, la pace sarebbe finita.
Chiunque altro sarebbe rimasto così, con il dubbio, fregandosene di tutto il resto, ma lei era pur sempre una figlia di Atena

- Percy... - sussurrò

- No - la fermò lui - Non dire niente, Annabeth, non lo fare, non posso rispondere alle tue domande -

La bionda si morse il labbro, odiava la sua voglia di sapere, non aveva mai odiato così tanto la sua curiosità.

- Rispondi solo ad una... -

Percy sospirò, ma annuì

- C'entra il tuo difetto fatale vero? - chiese lei stringendo la maglia del suo fidanzato tra i pugni

- Conosci già la risposta, Sapientona -

E lo sapeva e come se lo sapeva.

Per anni gli dei avevano detto che prima o poi, la lealtà che Percy aveva verso i suoi amici si sarebbe ritorta contro di lui e tutta questa storia dei maghi l'aveva praticamente fatta avverare.
Rendendolo pericoloso e un nemico temibile per chi si sarebbe messo sulla sua strada

- Non dovevi, non devi farlo. Devi imparare a chiedere aiuto agli altri -

- Rispondi ad una mia domanda adesso - disse Percy ad un tratto prendendola per le spalle, per spostarla dal suo corpo e guardarla negli occhi - Per quale razza di motivo non siete andati via? -

- Nico ci ha implorato di farlo, perché glielo avevo chiesto tu...ma non potevamo, io non potevo...andare via era come se ti stessimo abbandonando - rispose lei scuotendo il capo e cercando di fargli capire che lo avevano fatto solo per il suo bene

- Se volevate fare qualcosa per me, dovevate ascoltarmi - rispose Percy alzandosi e cominciando a vagare per la stanza - Perché non capisci? Li ho impugno, li controllo completamente e tu sei il mio punto debole, perché non vuoi capire che sto cercando di proteggerti? Perché non capisci che voglio impedirti, a te e a tutti gli altri, di partecipare ad un'altra dannata guerra? Non sei stufa di essere una marionetta nelle mani dei potenti? -

Annabeth sussultò, quelle parole non le piacevano. Non quando diceva di volerli proteggere ma dove gli chiedeva se non era stufa di essere una marionetta...

- In questo momento mi sembri Luke... - mormorò

Sapeva di non dover dire queste cose davanti a Percy, ma sapeva anche, che forse, erano le uniche in grado di smuoverlo

- Non dire scemenze! - esclamò il figlio di Poseidone - Luke si muoveva accecato dall'odio, è diverso, io non odio nessuno -

- Mi stai dicendo che non è una ribellione verso gli dei? - chiese Annabeth

Si stava spingendo troppo ma doveva sapere e voleva fargli rendere conto dove stava sbagliando.

- A quegli idioti non devo dimostrare nulla... Per me possono anche andare al Tartaro! -

- Percy! - esclamò Annabeth alzandosi dal letto anche lei - Che cosa ti salta in mente? -

Lui non rispose e la fulminò con lo sguardo, lasciandola pietrificata.
La ragazza abbassò la testa, perché Percy la guardava così? Perché quello sguardo glaciale le faceva venire le lacrime agli occhi?

- Non mi farai cambiare idea, Annabeth... - sospirò il moro - Non vuoi stare dalla mia parte, non sei costretta, ma non intralciarmi o sarò costretto a farti prigioniera -

- Quindi se non ti intralcio posso andare dove mi pare? - chiese lei

Doveva comunque avere l'ultima parola su di lui

- No, resti qui, senza di me non ti muovi - rispose Percy acido - Non voglio nemmeno che quei luridi Mangiamorte ti mettono gli occhi addosso -

Annabeth si sedette sul letto e annuì

- Per quanto andrà avanti questa storia? - chiese alla fine

- Finché mi andrà - rispose Percy

Due eroi diversi...stesso calibro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora