Flashback
- Percy lasciati aiutare - disse Poseidone guardando il figlio che gli dava le spalleQuando aveva saputo che cosa stava facendo suo figlio era andato in Inghilterra per dissuaderlo da quella che sembrava una follia
- Vattene, non ci sei mai stato, non mi servi ora - rispose il ragazzo senza voltarsi
L'ultima persona che voleva vedere, l'ultima persona di cui aveva bisogno ora era suo padre. Non voleva ne vederlo ne parlargli e lui che faceva? Si presentava lì e cercava addirittura di fargli cambiare i piani, piani che non avrebbe mai cambiato.
Non lo aveva fatto per Annabeth, non lo avrebbe fatto per suo padre.- Percy hai bisogno di essere aiutato - insitè il dio del mare
- Grazie ma no grazie -
- So qual'è il tuo problema, possiamo risolverlo insieme, ma solo se tu collaborerai - disse Poseidone avvicinandosi a suo figlio e poggiandogli una mano sulla spalla.
Percy si voltò di scatto e si allontanò dalla sua presa, mettendo una distanza di sicurezza
- Se lo sapevi avresti potuto agire prima - disse il ragazzo - Ora è troppo tardi -
- Non è mai tardi, finché non ti arrendi -
- E chi ti dice che non l'ho già fatto? -
Poseidone sgranò gli occhi a quelle parole. Percy era il ragazzo più cocciuto e testardo che avesse mai conosciuto e non era uno che si arrendeva facilmente. Possibile che fosse arrivato a tanto?
- Il problema è qui! Qui! - quasi urlò toccandosi il petto - Come pensi di potermi aiutare? -
- Semplicemente con l'aiuto dell'Oceano, Perseus -
- Non è una ferita e non è stanchezza, il mare non può guarirmi questa volta - disse Percy - Sono mesi che vado avanti per inerzia, sono stato infettato, non esiste cura -
- Perseus... -
- Sono stato infettato da un dio primordiale, quando ho usato i miei poteri nel suo territorio, più andrò avanti più sarò una sua creatura! Di me non resterà più nulla! - continuò il semidio - Sto diventando pericoloso e incontrollabile, pieno di rabbia e basta! Come pensi di aiutarmi è, papà? -
Poseidone strinse i pugni. Le sue teorie sul fatto che Percy era stato infettato da Tartaro non erano fondate e aveva sperato, fino in fondo, che erano sbagliate. Ma adesso, di fronte a suo figlio, le sue paure si erano avverate.
Se non faceva qualcosa lo avrebbe perso per sempre.- Vattene - disse Percy - Vattene o i prossimi che colpirò sarete proprio voi divinità -
- Non lo stai dicendo sul serio? - chiese Poseidone
- Ti sembra che stia scherzando? - rispose Percy - Vattene, non voglio mettermi contro di te -
- Troverò un modo - disse il dio del mare prima di andarsene, restare avrebbe solo peggiorato la situazione
- Non te lo ripeterò di nuovo, non voglio il tuo aiuto -
Fine Flashback
Percy aprì gli occhi lentamente. Non ricordava bene quello che era successo e l'improvviso ricordo della discussione con suo padre non lo aiutava di certo.
Provò a muoversi e solo allora si rese conto di un piccolissimo particolare: era ammanettato con delle catene legate alla parete, le braccia tirate in tensione gli impedivano qualsiasi movimento e si rese conto di avere anche le gambe bloccate, costretto in ginocchio; in bocca aveva qualcosa di freddo e duro, forse ferro, che non gli permetteva di parlare.Che cavolo era successo? Come era finito in quelle condizioni?
Si guardò intorno: era in una piccola stanza, con una porta in ferro e una piccola feritoia che faceva passare l'aria e la luce.
Era in una cella, incatenato al muro e non sapeva dove si trovava, ne tantomeno chi lo aveva portato lì.
Anche se, ad occhio e croce non potevano essere stati i Mangiamorte, visto che lui era il loro capo.La porta della cella si aprì e Harry entrò nella piccola stanza.
- Non provare ad usare i tuoi poteri, hai intorno una barriera che ti costringe, non puoi fare del male a nessuno - disse il mago guardandolo severo
Percy lo fulminò con lo sguardo, se avesse avuto la possibilità di parlare gliene avrebbe dette quattro.
- Ti chiedo scusa... - sussurrò indicando le catene - ...ma non ci hai dato altra scelta -
Harry si sedette a terra a gambe incrociate, in modo da essere all'altezza di Percy.
Già non gli andava a genio, per quanto fosse pericoloso, tenere il semidio in quello stato. Non voleva farsi vedere superiore a lui in nessun modo.- Dobbiamo fare così, i Mangiamorte, dopo la tua scomparsa andranno nel panico e noi li attaccheremo per far finire questa battaglia inutile. Tu puoi decidere, se con noi o contro di noi? - disse il mago
Percy deglutí e strinse i pugni.
Se diceva contro lo avrebbero tenuto in catene per parecchio tempo, ma non voleva stare dalla loro parte perché non era come loro e non lo sarebbe stato mai più.
Doveva prendere una decisione, poteva accettare di stare con loro e poi ingannarli, così avrebbe ottenuto ciò che voleva, ma...- Per il momento resterai qui a riflettere, i tuoi amici dicono che se stai troppo tempo lontano dall'acqua ti indebolisci - disse Harry riscuotendolo dai suoi pensieri - E la cosa migliore per noi, adesso, è renderti innocuo -
Detto questo si alzò e si diresse verso la porta. Prima di uscire, però, si voltò a guardare Percy.
Il semidio aveva gli occhi sgranati, si era appena reso conto di essere completamente in mano loro e senza una via di fuga...
Angolo autrice:
Emh... bene, le cose cominciano a farsi interessanti e cominciamo anche a capire il motivo del comportamento irrazionale del nostro Percy...ma è la verità? O la sua è solo una scusa per dare un senso alle sue azioni?Voi che ne pensate?
Be' lo scoprirete continuando a leggere
Alla prossima!
PS: sono cattiva, lo so. Ma ci vuole un po' di movimento in questa storia
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Due eroi diversi...stesso calibro!
FanfictionE se Percy Jackson e Harry Potter si trovassero uno di fianco all'altro? Possibile! Se il campo mezzosangue e Hogwarts decidono di fare una sorta di scambio culturale... E se i nonni materni di Percy non fossero effettivamente morti? E se il peggio...