Capitolo 19

2.1K 130 11
                                    

                        Flashback
- Percy lasciati aiutare - disse Poseidone guardando il figlio che gli dava le spalle

Quando aveva saputo che cosa stava facendo suo figlio era andato in Inghilterra per dissuaderlo da quella che sembrava una follia

- Vattene, non ci sei mai stato, non mi servi ora - rispose il ragazzo senza voltarsi

L'ultima persona che voleva vedere, l'ultima persona di cui aveva bisogno ora era suo padre. Non voleva ne vederlo ne parlargli e lui che faceva? Si presentava lì e cercava addirittura di fargli cambiare i piani, piani che non avrebbe mai cambiato.
Non lo aveva fatto per Annabeth, non lo avrebbe fatto per suo padre.

- Percy hai bisogno di essere aiutato - insitè il dio del mare

- Grazie ma no grazie -

- So qual'è il tuo problema, possiamo risolverlo insieme, ma solo se tu collaborerai - disse Poseidone avvicinandosi a suo figlio e poggiandogli una mano sulla spalla.

Percy si voltò di scatto e si allontanò dalla sua presa, mettendo una distanza di sicurezza

- Se lo sapevi avresti potuto agire prima - disse il ragazzo - Ora è troppo tardi -

- Non è mai tardi, finché non ti arrendi -

- E chi ti dice che non l'ho già fatto? -

Poseidone sgranò gli occhi a quelle parole. Percy era il ragazzo più cocciuto e testardo che avesse mai conosciuto e non era uno che si arrendeva facilmente. Possibile che fosse arrivato a tanto?

- Il problema è qui! Qui! - quasi urlò toccandosi il petto - Come pensi di potermi aiutare? -

- Semplicemente con l'aiuto dell'Oceano, Perseus -

- Non è una ferita e non è stanchezza, il mare non può guarirmi questa volta - disse Percy - Sono mesi che vado avanti per inerzia, sono stato infettato, non esiste cura -

- Perseus... -

- Sono stato infettato da un dio primordiale, quando ho usato i miei poteri nel suo territorio, più andrò avanti più sarò una sua creatura! Di me non resterà più nulla! - continuò il semidio - Sto diventando pericoloso e incontrollabile, pieno di rabbia e basta! Come pensi di aiutarmi è, papà? -

Poseidone strinse i pugni. Le sue teorie sul fatto che Percy era stato infettato da Tartaro non erano fondate e aveva sperato, fino in fondo, che erano sbagliate. Ma adesso, di fronte a suo figlio, le sue paure si erano avverate.
Se non faceva qualcosa lo avrebbe perso per sempre.

- Vattene - disse Percy - Vattene o i prossimi che colpirò sarete proprio voi divinità -

- Non lo stai dicendo sul serio? - chiese Poseidone

- Ti sembra che stia scherzando? - rispose Percy - Vattene, non voglio mettermi contro di te -

- Troverò un modo - disse il dio del mare prima di andarsene, restare avrebbe solo peggiorato la situazione

- Non te lo ripeterò di nuovo, non voglio il tuo aiuto -

                         Fine Flashback

Percy aprì gli occhi lentamente. Non ricordava bene quello che era successo e l'improvviso ricordo della discussione con suo padre non lo aiutava di certo.
Provò a muoversi e solo allora si rese conto di un piccolissimo particolare: era ammanettato con delle catene legate alla parete, le braccia tirate in tensione gli impedivano qualsiasi movimento e si rese conto di avere anche le gambe bloccate, costretto in ginocchio; in bocca aveva qualcosa di freddo e duro, forse ferro, che non gli permetteva di parlare.

Che cavolo era successo? Come era finito in quelle condizioni?

Si guardò intorno: era in una piccola stanza, con una porta in ferro e una piccola feritoia che faceva passare l'aria e la luce.

Era in una cella, incatenato al muro e non sapeva dove si trovava, ne tantomeno chi lo aveva portato lì.
Anche se, ad occhio e croce non potevano essere stati i Mangiamorte, visto che lui era il loro capo.

La porta della cella si aprì e Harry entrò nella piccola stanza.

- Non provare ad usare i tuoi poteri, hai intorno una barriera che ti costringe, non puoi fare del male a nessuno - disse il mago guardandolo severo

Percy lo fulminò con lo sguardo, se avesse avuto la possibilità di parlare gliene avrebbe dette quattro.

- Ti chiedo scusa... - sussurrò indicando le catene - ...ma non ci hai dato altra scelta -

Harry si sedette a terra a gambe incrociate, in modo da essere all'altezza di Percy.
Già non gli andava a genio, per quanto fosse pericoloso, tenere il semidio in quello stato. Non voleva farsi vedere superiore a lui in nessun modo.

- Dobbiamo fare così, i Mangiamorte, dopo la tua scomparsa andranno nel panico e noi li attaccheremo per far finire questa battaglia inutile. Tu puoi decidere, se con noi o contro di noi? - disse il mago

Percy deglutí e strinse i pugni.
Se diceva contro lo avrebbero tenuto in catene per parecchio tempo, ma non voleva stare dalla loro parte perché non era come loro e non lo sarebbe stato mai più.
Doveva prendere una decisione, poteva accettare di stare con loro e poi ingannarli, così avrebbe ottenuto ciò che voleva, ma...

- Per il momento resterai qui a riflettere, i tuoi amici dicono che se stai troppo tempo lontano dall'acqua ti indebolisci - disse Harry riscuotendolo dai suoi pensieri - E la cosa migliore per noi, adesso, è renderti innocuo -

Detto questo si alzò e si diresse verso la porta. Prima di uscire, però, si voltò a guardare Percy.

Il semidio aveva gli occhi sgranati, si era appena reso conto di essere completamente in mano loro e senza una via di fuga...

Angolo autrice:
Emh... bene, le cose cominciano a farsi interessanti e cominciamo anche a capire il motivo del comportamento irrazionale del nostro Percy...ma è la verità? O la sua è solo una scusa per dare un senso alle sue azioni?

Voi che ne pensate?

Be' lo scoprirete continuando a leggere

Alla prossima!

PS: sono cattiva, lo so. Ma ci vuole un po' di movimento in questa storia

Due eroi diversi...stesso calibro!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora