Capitolo 23

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"Ma allora sei sul serio ignorante!" Dico sbattendo la testa contro il libro di letteratura mentre lui ride "Ti sembra che ci sia da ridere? Non sai niente. Ti devo ricordare che tra qualche settimana ci sono i test attitudinali? Ti devo ricordare che domani abbiamo un test?"
"No, tanto mi passerai le risposte tu come sempre." Mi dice facendo quel sorrisetto "Ne sei così sicuro? Non potrei essere più così clemente da fare anche il tuo test." Lui prende la mia sedia e mi avvicina a lui per baciarmi "Devi smettere di baciarmi per passarti le risposte. Sembra che tu lo faccia solo per questo." Dico mettendo il broncio. Da quando siamo andati al cinema e da quando abbiamo parlato la situazione è questa. Ci vediamo ogni giorno a scuola, spesso anche dopo i miei allenamenti per studiare e finisce così. Nessuno, tranne ovviamente Jennifer e Cole, sanno di noi, e per ora è meglio che rimanga così "Sai che potrei dirti la stessa cosa riguardo a matematica? Ieri hai fatto la stessa cosa con me." Purtroppo ha ragione. Lo avevo fatto impazzire talmente tanto che si era rifiutato di passarmi il compito. Ma, grazie al mio modo di fare, l'ho convinto. E lui adesso sta facendo la stessa cosa con me "Ma io non mollo subito come te. Se decido una cosa quella rimane."
"Quindi non mi passerai il compito domani?"
"No." Dico cercando di rimanere seria "Va bene. Prenderò un'insufficienza. Se per dimostrarti che non ti sto dietro solo per avere i compiti già fatti devo prendere un'insufficienza la prenderò." Risponde lui, ma lui è serio per davvero. Il fatto che metterebbe a rischio il suo andamento scolastico per dimostrarmi qualcosa su i suoi sentimenti nei miei confronti mi fa sorridere. Mi avvicino di più a lui, ma non faccio in tempo a sfiorarlo che la porta si apre. Mi ricompongo in mezzo secondo "Mamma. Devi bussare."
"Va tutto bene?"
"Benissimo." Dico io "Stavamo studiando."
"Che brava ragazza che sei. Per far studiare mio figlio devi proprio avergli fatto qualcosa."
"Mamma. Arriva al punto. Cosa ti serve?"
"Vi ho portato uno spuntino. E volevo sapere se rimane a cena con noi."
"Certo che rimane. Ora puoi andare grazie. Abbiamo un test domani, e dobbiamo assolutamente studiare."
"Ma certo. Vi chiamo dopo allora."
"Grazie Eleonor. Sei molto gentile." Dico io facendole un grande sorriso che ricambia e poi esce.
"Smetti di risponderle così." Dico prendendo dal vassoio un panino "Deve bussare, e lo sa benissimo. Bussa a mia sorella quando è in compagnia ed ha sei anni. Deve bussare anche da me."
"Sai Elias, tua madre non è idiota. Pensi che non abbia già capito tutto?"
"No." Scuoto la testa. Crede davvero che sua mamma non abbia capito tutto? Lei aveva capito tutto anche prima che lo capissimo noi.
"Elias tua madre ha capito tutto."
"Anche se fosse così deve bussare. Allora, dov'eravamo?"
"Pagina 156, terzo paragrafo, quinta riga." Rispondo sapendo che non stava parlando di quello "Sei seria? Ti ricordi anche a che riga eravamo?"
"Sì, perché a differenza tua io studio e sto attenta. Vorrei proprio sapere cosa fai quando la professoressa spiega."
"Guardo la mia vicina di banco."
"Già, anche per il semplice motivo che per colpa tua devo stare in prima fila non dovrei più passarti i compiti." Lui mi sorride e torna a guardare il libro mentre io lo guardo. So molto bene gli argomenti del test e per oggi ho già ripassato abbastanza spiegando tutto ad Elias, ma non credo che lui mi stesse ascoltando seriamente mentre ripetevo.
"Ti lamenti perché ti guardo e tu fai la stessa cosa con me?" Mi riprendo dallo stato di trance in cui ero "Cosa?"
"Sei incoerente Madison. Non vuoi che ti guardi ma tu guardi me. Non vuoi che ti baci per farmi passare il compito ma tu lo fai con me. Sei incoerente." Prendo il cuscino e glielo tiro addosso "E tu sei un cretino. E non chiamarmi Madison. Capito Woods?"
"Non essere aggressiva."
"Con te è inevitabile." Mi mette le mani sulle guance e mi bacia "Lo sapevo." Ci stacchiamo subito sentendo la vocina di Lila che ci stava osservando dalla porta semi aperta. Appena si accorge dello sguardo del fratello lei inizia a correre. Elias si alza "Fermo. Ci penso io."
"Cosa?"
"Fidati di me. So gestire dei bambini. E dopo aver visto come la guardavi l'hai sicuramente spaventata." Mi alzo dalla sedia ed esco dalla stanza di Elias. Davanti alla stanza di Lila busso e appena mi da il permesso apro la porta "Posso entrare?" Lei annuisce ed io entro chiudendo la porta e sedendomi per terra davanti a lei "È arrabbiato con me?"
"No. Come può essere arrabbiato con me?"
"Mi ha guardato male."
"Non si aspettava di vederti sulla porta. Ma lui ti vuole bene. Non direbbe o farebbe mai niente di brutto."
"Perché non dite a nessuno che state insieme?"
Perché non so se stiamo insieme, è quello che vorrei risponderle, ma è una bambina, meglio non complicarla troppo "Non stiamo insieme."
"Ma vi siete baciati. Ti piace."
"Sì. Ma è un segreto nostro okay? Nessuno lo deve sapere, promesso?" Lei annuisce "Promesso. Quindi se ti racconto un segreto non lo dirai a nessuno vero?"
"Vero."
"Elias ti ha sognata." La guardo e arrossisco "Cosa?"
"Ti ha sognata. Mentre dormiva parlava, parlava di te." Mi dice sorridente. Mentre cerco di elaborare la cosa Elias entra nella stanza e io lo guardo mordendomi il labbro. Vorrei tanto sapere cosa ha sognato.
"Torniamo di la?" Annuisco e mi alzo per raggiungerlo. Mi chiedo se fosse stato tutto il tempo fuori ad ascoltare. Ritorniamo nella sua stanza e chiude la porta, a chiave stavolta.
"Sei pronto per ripetere?"
"Cosa?"
"Ripetere. Per il test."
"Perché non ripeti tu ed io ti ascolto?"
"Perché io, al contrario tuo, so già tutto, e tu non mi ascolteresti."
"Che ti ha detto?" Dice cambiando argomento "Che cosa?"
"Cosa vi siete dette?" Ripenso a ciò che mi ha detto "Non sono affari tuoi."
"In realtà si dato che le hai detto che non stiamo insieme."
"Perché mi chiedi cosa ci siamo dette se hai ascoltato tutto?"
"Non stiamo insieme?" Continua lui "Non ne abbiamo parlato. Ci siamo baciati ma non abbiamo mai chiarito che cosa fossimo diventati." Lui si alza dalla sedia "Mi sembra chiaro non credi?" Mi alzo e incrocio le braccia al petto e tiro fuori tutto il coraggio che ho dentro "In realtà no. Quindi te lo chiedo io e voglio avere una risposta chiara, perché io non vado ad intuito. Cosa siamo io e te?"
Lui mi guarda "Ma sul serio?" Questa è la sua risposta? Scuoto la testa e inizio a raccogliere le mie cose "Cosa stai facendo?" Non rispondo e metto nello zaino il quaderno ed esco dalla sua stanza e faccio le scale quasi di corsa. Mi imbatto in Eleonor e le chiedo scusa e inventò la prima cavolata che mi viene in mente. Sento i suoi passi dietro di me ma non mi interessa. Era una domanda semplice, basta dire 'stiamo insieme' oppure 'siamo solo amici', non mi sembra così complicato.
"Maddie, ma dove vai?"
"Ho un impegno, lo avevo dimenticato."
"Non dirmi cazzate." Ormai mi ha raggiunto "Puoi dirmi che succede? Che ho detto?"
"Ma sul serio?" Ripeto io copiandolo. Mi dimeno e lui lascia la presa sul mio polso. Mi guardo intorno e inizio a camminare verso casa di Steph, che per fortuna abita qui vicino.
Non so se mi ha seguito ma non ho interesse a saperlo. Salgo le scale e basso alla porta e dopo poco Carter mi apre "Maddie. Che ci fai qui?"
"Carter per favore potresti riportarmi a casa? Se avessi chiamato Dylan ci avrebbe messo troppo." Mi veniva da piangere e mi morsi l'interno guancia per impedirlo "Certo. Vieni dentro." Steph apparì dalla cucina "Tesoro. Haley mi ha detto che eri da Elias.."
"Certo. Adesso capisco tutto. L'accompagno a casa." Steph mi abbracciò e poi seguii Carter fuori "Grazie Carter."
"Se vuoi parlarne.."
"Grazie, ma non saprei di cosa parlare." Lui annuisce e non instiste, ma ha capito benissimo qual'è il mio problema.
Per il resto del viaggio Carter fa delle battute e riesce a farmi anche ridere "Non mi ricordavo che tu fossi così simpatico." Dico togliendomi la cintura una volta davanti a casa "Lo sono sempre stato." Sorride ma appena sposta il suo sguardo da me alla strada ritorna serio. Guardo dove guarda lui e vedo la sua macchina "Va tutto bene?" Annuisco "Almeno ti corre dietro."
"Non difenderlo."
"Non lo sto facendo." Apro la portiera "Grazie Carter." Lui mi sorride e scendo dalla macchina. Appena scendo io anche lui scende dalla macchina. Chissà da quanto tempo è qui. Prendo lo zaino e mi avvio verso l'entrata "Maddie." Continuo a camminare "Maddie. Non sono venuto qui essere evitato."
"Nessuno ti ha chiesto di venire infatti." Lui si mette davanti al cancello bloccandomi l'entrata "Mi puoi dire cosa succede? Qual'è il problema?"
"Il problema è che se io ti chiedo di chiarirmi la situazione tra di noi tu non mi puoi rispondere 'ma sul serio'!" Rispondo alterata.
"Andiamo, c'è davvero bisogno di dirlo?"
"Sì Elias, c'è bisogno."
"Sei l'unica ragazza che sia stata in casa mia, hai conosciuto i miei genitori, e non ci sopportavamo neanche in quel momento, io.. io non sono capace di esprimere a parole quelli che provo. So che in questi mesi sono cambiate tante cose, il nostro rapporto per primo, ed ora c'è questa cosa tra di noi. E non voglio che finisca."
"Neanche io, ma voglio sapere cosa siamo. Voglio sapere come ti posso definire." Apprezzo la sua sincerità, ma mi conosco, io ho bisogno di risposte. Ma conosco anche lui. Se lo stresserò troppo tutto questo finirà. Lui mi prende la mano e la stringe con la sua "Siamo io e te. Siamo insieme. È questo che dovrebbe essere importante Maddie."
"Quindi siamo una coppia?" Dico guardandolo negli occhi per vedere se la sua risposta sarà sincera "Sì. Ma non pretendere che io sappia cosa devo fare. Non sono tipo da relazione. Dovrò imparare." È sincero. Stringo la sua mano "Impareremo insieme. Se è quello che vuoi."
"È quello che voglio." Mi avvicino e lo bacio. Mi stacco dopo qualche secondo ricordandomi che sono a casa, ed Haley potrebbe vedere "Che c'è?"
"Haley potrebbe vederci."
"Non glielo dirai?"
"Dylan potrebbe vederci."
"Oh sì certo. Hai ragione." La tecnica Dylan funziona sempre. Non che io voglia tenere la cosa segreta, ma voglio che le cose vadano bene prima di dirlo ad Haley. Si è fatta idea su di noi sin dal primo giorno, non voglio che la sua idea venga distrutta se le cose tra noi andassero male.
"Torni a casa con me? Mia madre era preoccupata."
"Oddio che figura! Comunque meglio di no. Steph avrà già avvertito Haley che sono andata da loro e mi starà aspettando." Non mi stupirei di trovarla davanti all'ingresso "Allora ci vediamo domani. E domani sera non puoi dire di no." Sorrido e dopo averlo salutato entro in casa "Ehi. Tutto bene? Steph mi ha chiamato." Come avevo detto "Sì, tutto bene." Ed andava tutto bene davvero.
~~
"Maddie!" L'urlo di Haley mi arriva sin dal piano di sopra. Prendo il telefono e scatto in piedi. È tardi. È molto tardi. Mi vesto in cinque minuti e salgo le scale di corsa "Non mi sono svegliata." Diciamo insieme quando i nostri sguardi si incrociano e scoppiamo a ridere. Sembra davvero gli stessi geni. Per alcune cose siamo veramente uguali "Va bene, Mackenzie sei pronta? Porto te e poi porto te. Hai il test alla prima ora?"
"No tranquilla."
"Mamma le trecce." Haley la guarda "Ma ti sembra il momento? Siamo in ritardo!"
"Ci penso io. Mentre guidi gliele faccio." Usciamo di casa e in macchina faccio due trecce a Mackenzie.
"Haley frena davanti alla scuola di Kenzie e mentre sta per scendere lei la ferma "Se mi accompagni tu in ritardo di nuovo chiameranno papà."
"Ti accompagno io. Andiamo però." Si salutano e scendiamo di macchina correndo verso l'entrata dove una ragazza ci guarda a braccia conserte "Va dentro Mackenzie." Lei mi abbraccia e corre dentro "È proprio un vizio di famiglia il ritardo."
"Come scusi?" Ma come si permette "Niente. Arrivederci." Corro verso la macchina "Chi è quella stronza?" Dico allacciando la cintura "La maestra di Mackenzie. Ci ha pure provato con Dylan quella. Che ha detto?"
"È proprio un vizio di famiglia il ritardo." Dico imitando la sua voce "Ma come si permette? Metterà nella lista nera anche te." Dice facendo una risatina e ripartendo "Ci hai già litigato?"
"Per forza! Ci ha provato con mio marito, davanti ai miei occhi."
"Hai fatto bene. La prossima volta ci vado io. Nessuno rovinerà il lavoro che ho fatto con voi due." Dico ridendo "Dovresti farlo. La prossima settimana, alle 16." Risponde lei molto seriamente "Haley, io scherzavo."
"Io no. Ho lezione a quell'ora e Dylan lavora. Per favore Maddie, questi incontri sono importanti."
"Va bene. Ma mi farò accompagnare."
"Grazie Maddie. Sei la mia salvezza." Arriviamo davanti alla mia scuola "Grazie Haley. Ci vediamo dopo." Scendo e corro dentro. Entro nell'aula di biologia ansimando "Scusi il ritardo." Il professore mi fa cenno di sedermi "Va tutto bene?"
"Sì. Non ci siamo svegliate." Lui mi sorride e tiro fuori il quaderno per prendere appunti. Al suono della campanella Elias mi trascina in biblioteca e mi bacia "Buongiorno."
"Buongiorno. Pensavo che mi avresti abbandonato."
"Te l'ho detto, eravamo solo in ritardo. E farò ritardo anche alla prossima lezione se non mi lasci andare."
"Ci vediamo dopo." Mi bacia di nuovo ed esco. Mi sento felice e per il resto delle seguenti lezioni non riesco a rimanere del tutto concentrata. Mi avvio verso l'aula di letteratura e mi siedo al mio posto in prima fila "Maddie." La professoressa mi ferma "Siediti qui alla cattedra." Mi immobilizzo "Perché?"
"Farai il compito qui. Ti crea qualche problema?" Scuoto la testa e poi guardo Elias "Andrà tutto bene." Lui annuisce e poi mi siedo al posto della professoressa.
Ci consegna i test e poi lo guardo e vedo che sta scrivendo. Che mi abbia ascoltato ieri?
"Maddie, tutto bene?"
"Certo professoressa, sto organizzando il discorso." Lei mi sorride "Farai un buon lavoro, tranquilla." Inizio a scrivere e ogni tanto butto un occhio su di lui per vedere come va. Alla fine dell'ora lo aspetto fuori dall'aula "Com'è andata?"
"Credo che possa essere sufficiente. Ci ho provato."
"E sono davvero fiera di te." Guardo l'orologio "Io devo andare ad allenarmi, ci sentiamo per stasera?"
"Passo a prenderti a casa alle 6." Non ci baciamo perché siamo in corridoio e farci vedere davanti a tutti è strano. Già girano tante voci, non voglio alimentarle di più.

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