Capitolo 6

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I giorni stavano passando ed eravamo arrivati a ottobre.
Le cose stavano andando bene, e non parlo solo di me ma parlo in generale.
Se Haley e Dylan all'inizio erano la prova vivente che l'amore esiste davvero, adesso anche Steph e Carter lo erano diventati.
Sì, perché dopo cinque lunghissimi anni, vissuti una a New York e l'altro a Los Angeles senza parlarsi ne vedersi,  Carter si era deciso ed era arrivato a New York per riprendersi Steph. Direi che era l'ora che succedesse.
In più oggi sarebbero iniziate le selezioni per la scuola ed ero emozionata. Haley mi aveva permesso di scegliere con lei le mie future compagne di squadra ed ero felicissima.
Avevamo suddiviso la selezione in due parti. Nella prima io e Haley avremmo insegnato un pezzo ai contendenti e dopo averlo imparato lo avrebbero ballato e noi li avremmo giudicati e di conseguenza avremmo deciso chi tenere per la seconda parte e chi mandare via.
La seconda parte sarebbe stata una prova da solista, ogni ragazza o ragazzo avrebbe portato un suo pezzo e si sarebbe esibito davanti a noi e poi avremmo dato il verdetto.
Haley avrebbe preso un pò di persone ovviamente perché è una scuola e una scuola ha bisogno di tanti allievi. Ma solo alcuni di loro avrebbe fatto parte della squadra da competizione che Haley cerca.
Sarebbe stata una giornata lunga ma ero pronta. Dopo aver visto un sacco di ragazze, alcune adatte altre meno, entrò un ragazzo.
"Ciao."
"Ehi. Ti ricordi di me?" i suoi occhi mi colpirono subito.
"Sono sicura di averti già visto."
Sorrise "Spero che con questo pezzo ti verrò in mente."
Non capivo cosa stava succedendo ma Haley mise la musica e iniziò a ballare. Lo guardai, non staccandogli gli occhi di dosso. Era bravo e di certo non gli mancava la bellezza.
Rimasi un pò imbambolata a guardarlo finché il commento di Haley non mi risvegliò "Non lo metto in dubbio, ma per te sono ancora troppo grande. Lei invece è vicina alla tua età." disse Haley facendomi alzare la testa e arrossii istintivamente.
Lui mi squadrò "Sai com'è. Non si può mai sapere." già non mi piaceva troppo questo ragazzo.
"Già. Ma con me non hai più possibilità. Sono sposata."
"Te l'ho detto. Non si può mai sapere." disse facendo un sorrisetto malizioso.
"Okay.. Parliamo della tua esibizione.. Per me sei veramente bravissimo. Prima avevi talento, e nel corso degli anni si è espanso ancora di più. L'ultima volta ti ho buttato fuori perché ti credevo troppo piccolo, ma penso che ora potresti essere pronto.."
"Grazie."
"Aspetta a ringraziarmi. Io pretendo tanto, pretendo tantissimo, Maddie te lo può assicurare. Io voglio che i miei allievi diano il 100 per cento sempre, voglio che siano dei vincenti, voglio che mettano la squadra al primo posto, sempre e comunque. Io non voglio il massimo, io voglio la perfezione. Sei in grado di darmi la perfezione?"
"Sì. Sono più che perfetto."
"Va bene. Ti farò sapere. A dopo."
Uscì "È carino."
"Sì, ed è anche bravo. Se non trovo qualcuno di meglio vi farò fare coppia." la guardai "Sei impazzita?"
"No. Fare coppia vi farà crescere e diventerete grandi amici. Ho iniziato a fare coppia quando avevo 10 anni. Guarda me e Lucas."
"Sì, guardo lui che da quindici anni è nella zona friendzone e da lì non si muove."
"Sta zitta. Sono passati anni da quando ha smesso di venirmi dietro."
"Certo, infatti ti guarda il culo e ti tratta sempre come una regina solo perché è gentile. Sveglia coach!"
"Dov'è la mia piccola Maddie? Chi ti ha insegnato queste cose?"
"Mh, fammi pensare.. Ah sì, proprio tu."
"Beh, dovresti ringraziarmi allora, perché se non fosse per i miei insegnamenti non avresti un fidanzato così carino."
"Pensa al tuo di fidanzato. Lui si che è figo."
"Lo so. L'ho scelto proprio bene. Dai ora continuiamo su." le audizioni durarono fino alle sei e dopo averne discusso per un pò decidemmo chi prendere.
Haley affisse il foglio con i nomi alla bacheca e pian piano la palestra iniziò a svuotarsi.
"Ti aspetto fuori Haley." dissi uscendo. Avevo bisogno d'aria.
Mi sentii prendere per il braccio e mi voltai "Maddie giusto?"
"Sì. Elias se non sbaglio."
"Esatto. Beh, volevo ringraziarti e.." lo fermai subito "Non ringraziarmi."
"Fammi finire. Ti volevo ringraziare ma volevo anche dirti che i tuoi giorni da ragazza prediletta sono finiti." lo guardai stupefatta "Che hai detto scusa?"
"Non pensarci troppo. Ciao piccola." disse poi andandosene senza neanche voltarsi. Cretino.
Andammo a casa e andai a prepararmi per uscire con Kyle. Salii le scale mezz'ora dopo.
"Io adesso vado." dissi appena suonarono il campanello ed andai ad aprire.
"Magari tesoro potevi vestirti un po' di più?"
"Non romperle le scatole Haley. Anche tu alla sua età facevi così."
"Sta zitto Dylan."
Haley mi guardò "Non fare stronzate Maddie."
"Mammina sta tranquilla, andrà tutto bene."
"Vaffanculo stronzetta. Lo faccio solo per il tuo bene."
"Lo so. Ed è per questo che ti adoro e che ti considero una sorella." mi sorrise e uscii di casa. Le cose tra me e lui stavano andando. Forse non andavano come avevo previsto ma stavano andando.
"Com'è andata oggi?"
"Alla grande. Non vedo l'ora di iniziare davvero."
"Perché fino ad adesso cosa stavi facendo?" disse ironico, quasi irritato.
Non gli risposi. Avrei voluto raccontargli di quell'idiota di Elias ma non avrebbe capito.
Arrivammo a casa sua poco dopo, e solo dopo essere entrata in casa mi resi conto che eravamo soli.
"Non dovevo conoscere i tuoi?"
"Hanno avuto un imprevisto. Sta tranquilla. Ci saranno altre occasioni. E se dobbiamo guardarla da questo punto di vista neanche io ho ancora conosciuto i tuoi."
"Kyle, ne abbiamo già parlato. Fatti bastare la conoscenza di Haley e di Dylan. Direi che sono già abbastanza." dissi seguendolo in cucina dove aveva preparato una cena romantica per noi.
"Hai fatto qualcosa che devi farti perdonare?"
"Che c'è? Non posso prepararti una cena?" alzai le spalle e mi sedetti.
Durante la cena la tensione si abbassò un pò e la situazione cambiò radicalmente nel giro di pochissimo tempo. Era come se fossi stata in un altro mondo. Non riuscivo a non pensare a quegli occhi così scuri e a quello che mi aveva detto. Fatto sta che, quando decisi di tornare nella realtà, mi resi conto di quello che stava succedendo. Stavo per perdere la verginità. Dovrei essere pronta. E perché se sono pronta lo sto allontanando da me?
"Che succede? Stai male?"
"No è che io.. Non mi sento ancora pronta."
"Qual'è il problema? Sai che me ne puoi parlare." disse prendendomi la mano.
"È la prima volta per me." non appena lo dissi lui mi lasciò la mano e si alzò di scatto "Che c'è? Che ho detto? Pensavo volessi saperlo! Pensavo potessimo parlare di tutto!"
"Maddie, mi dispiace. Ma non voglio essere il primo. Ti rendi conto della pressione che mi stai mettendo?" mi alzai anche io e alzai la voce "Stai scherzando spero! Pressione? Tu saresti sotto pressione?"
"Sì, è una responsabilità troppo grande!" le sue parole mi colpirono come un pugno. Ero sull'orlo delle lacrime. Non riuscivo quasi a parlare.
"Portami a casa." dissi alla fine prendendo la mia ruba e uscendo da casa sua.
Il viaggio di ritorno fu silenzioso. Mi sentivo così umiliata. Quando si fermò davanti a casa e lui iniziò a parlare io scesi senza ascoltarlo e raggiunsi la porta correndo.
Entrai dentro e senza pensare sbattei la porta. Appena ero uscita di macchina avevo iniziato a piangere e non avevo più smesso.
"Maddie?" cazzo! "Che è successo tesoro?" disse Haley alzandosi preoccupata.
"Io.. Scusate. Sto creando solo tanti problemi.. Scusate davvero."
"Che ti ha fatto?"
"Scusa Haley, mi dispiace." scesi le scale di corsa e sentii qualcuno dietro di me e il susseguirsi del suono del campanello.
Mi chiusi nella stanza e continuai a piangere sul cuscino. Bussarono alla porta ed Haley mi disse che Dylan voleva parlarmi. Gli aprii e lui si chiuse la porta alle spalle.
"Era lui?"
"Sì." disse sedendosi sul mio letto.
"Che ti ha detto?"
"Non l'ho fatto parlare, so solo di averlo spaventato. Cosa ti ha fatto?"
"Niente.."
"Sai che puoi dirmelo. Ormai ci conosciamo da tanto no? Ti puoi fidare." rimasi in silenzio. Poi lo guardai. Mi aveva visto crescere, so che posso parlargliene. Ne avrà sentite di peggio no? "Va bene."
"Ti ascolto."
"È davvero un problema così grande per i ragazzi che le ragazze siano vergini?" dissi subito diretta, senza fare giri di parole.
"Che cosa? Perché dovrebbe esserlo?"
"Beh, per lui lo è. Dice che sono grande ormai, che ho quasi diciotto anni e che ormai queste cose avrei dovuto farle già anni fa."
"Stai parlando seriamente?"
"Sì."
"Cosa dovevate fare stasera?"
"Dovevamo andare a casa sua. Pensava che fossi esperta, ma quando l'ho fermato dicendogli che, beh.."
"Che era la prima volta."
"Si. Comunque quando gliel'ho detto mi ha detto che non voleva essere il primo perché lo avrei messo solo in difficoltà. Tu sei mai stato con una ragazza inesperta?" mi imbarazzava un sacco parlare con lui di questa cosa ma dovevo farlo.
"Sì. Ma non ho mai avuto troppi problemi. Non pensare che io non avevo problemi perché non mi importava.. So che non dovrei dirtelo ma una di quelle ragazze inesperte è quella che di sicuro adesso sta origliando alla porta."
"Cosa hai pensato quando te lo ha detto?"
"Maddie, io non so se lui la pensa come me, ma io credo che un ragazzo debba sentirsi solo onorato e felice se la sua ragazza vuole che sia lui il primo. E se per lui questo è un problema forse non è il ragazzo adatto. E se lo hai fermato è perché dentro di te sai che non lo è. Ti dico soltanto che quando arriverà la persona giusta non avrai problemi e non ti fermerai."
"Grazie. Sei davvero intelligente sai?"
"Già."
"È per questo che sono sempre stata dalla tua parte." dissi asciugandomi le lacrime.
"E di questo non ti ringrazierò mai abbastanza. Non pensarci va bene? E se ti da fastidio dimmelo e ci penserò io."
Lo abbracciai "Grazie."
"Di niente. Io ci sarò sempre. Buonanotte." disse alzandosi e lasciandomi sola. Non solo quell'idiota mi aveva fatto incazzare oggi, poi anche il mio ragazzo doveva fare così. Sì, è stata una giornata di merda. Uscii dalla stanza e andai a scusarmi con Haley per poi andare a dormire.
La mattina dopo il dolore era ancora forte.
"Buongiorno. Come stai?"
"Sono stata meglio."
"Mi dispiace." le sorrisi e mi vibrò il telefono "Va tutto bene. Ci vediamo all'uscita."
Salii in macchina di Jen e appena mi chiese della sera prima iniziai a piangere "Ehi tesoro che c'è? Che è successo?" le raccontai tutto e appena arrivammo a scuola spense la macchina e batte il pugno sul volante "Te lo giuro, io lo ammazzo. Se lo trovo lo ammazzo."
"Lascia stare. Spero solo di non trovarlo." mi guardai allo specchietto "Guarda qui. Sono messa veramente di merda." lei aprì la borsa e tirò fuori una pochette nera "Sono i miei trucchi di emergenza. In questo momento ti servono proprio."
"Grazie Jen. Sei veramente la migliore." dissi abbracciandola.
Ovviamente arrivai in ritardo in classe ma non mi importava, l'importante era non vederlo.
Poco dopo bussarono alla porta e lui entrò. Oh no, anche lui no.
"Salve. Lei deve essere il signor Woods immagino."
"Sì, scusi il ritardo."
"Non si preoccupi. Si può sedere vicino alla signorina Davis." disse indicandomi. Sì perché no? Tanto già andiamo d'accordo.
"Ciao." io non risposi e feci finta di ascoltare ciò che stava spiegando il prof "Dai ce l'hai ancora con me? Non puoi essere così stronza." mi voltai verso di lui "Non preoccuparti. Posso essere peggio di così."
"Vedi, ti ho fatto già parlare." tornai a guardare davanti a me e sperai che l'ora passasse il più veloce possibile.
La mattinata passò lentamente e non vedevo l'ora di essere a pranzo con Jen.
"Ciao Jen, Maddie."
"Elias! Come vi conoscete?"
"Sarò in squadra con lei. Posso?"
"Certo." continuai a guardare il mio vassoio ancora pieno senza toccare niente.
"Terra chiama Maddie. Ti ho fatto una domanda."
"Ti ascolto."
"Hai bisogno che ti accompagni in palestra dopo le lezioni?"
"Io.."
"No grazie, l'accompagno io." mi voltai e tornai a guardare il mio piatto subito dopo.
"Kyle Maddie sa parlare da sola." disse Jen e lui si sedette accanto a me. Con che coraggio lo sta facendo?
"Sì grazie Elias." dissi facendo un finto sorriso.
Lui sorrise pensando di aver risolto, ma gli dissi di sì solo per non dare soddisfazione a Kyle.
"No grazie Woods. Ci penso io ad accompagnare la mia ragazza." feci una risatina "Ha appena detto che va bene. Ma ci senti?"
"Ascolta, sei nuovo, non prenderti tutte queste libertà, soprattutto non con me." disse lui brutalmente.
"Non mi sto prendendo libertà. Ci alleniamo insieme e non mi costa niente portarla in palestra." rispose Elias molto tranquillamente.
"Forse tu non hai capito.."
"No, sei tu che non ha capito. Si sta parlando di un passaggio, mica te la voglio rubare! E poi se avesse voluto essere accompagnata da te non ti tratterebbe così non credi?"
"Non intrometterti nella nostra relazione. Ho detto che l'accompagno io e lei non verrà via con te."
"Ma ti senti?" decisi di intervenire io "Da quanto tu prendi decisioni per mio conto? Dopo ieri sera puoi essere già felice che io ti rivolga la parola!"
"Piccola.."
"Non chiamarmi piccola. E togli questa mano." dissi tirandogli uno schiaffo sulla mano che teneva sulla mia gamba. Mi alzai e presi la mia roba "Ci vediamo all'uscita Elias." dissi poi per poi uscire dalla mensa.
La lezione dopo la pausa pranzo fu più dura del previsto. Avere Kyle accanto e vedere che per lui era tutto uguale, come se ieri sera non fosse successo niente.
La professoressa mi richiamò più volte e alla fine della lezione mi chiese se stavo bene.
"Sì, sto benissimo." dissi ripetendo per l'ennesima volta la bugia che da ieri sera dicevo a tutti.
Uscii dalla classe e subito fuori dal cancello vidi Elias che mi stava aspettando. Salii in macchina e lo guardai "Come fai ad essere già iscritto qui? Sapevi già che ti avrebbe preso?"
"In realtà no. Ci speravo e basta. Se non mi avesse preso non mi sarei presentato a scuola, cosa credi?"
"Ascolta, chiariamo subito questa cosa. Se ti ha chiesto Haley di fare questo.."
"Non me lo ha chiesto Haley." disse interrompendomi "Quello che ho detto al tuo fidanzato è la pura verità."
"Quindi Haley non ti ha chiesto niente?"
"Haley non sa nemmeno che frequentiamo la stessa scuola. Smetti di farti questi problemi."
"E tu smetti di fare il coglione con me. Non funziona."
"Ieri ha funzionato però." disse quando arrivammo davanti alla scuola.
Aprii la portiera e scesi "Sei uno stronzo." dissi sbattendo la portiera ed entrando di corsa in palestra.

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