Capitolo 12

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"Cristo ma allora sei veramente dura! Non pensavo fosse così problematica la situazione." Dice Elias mettendosi le mani nei capelli in modo drammatico trattenendo le risate.
Haley oggi ci ha lasciato la giornata libera dato che io mi sono allenata questa mattina ed Elias ha fatto qualche ora in più ieri.
Siamo nella sua stanza da almeno un'ora, e da quando sono arrivata lui mi sta spiegando le funzioni, ed io da un'ora lo sto guardando come se stesse parlando una lingua diversa dalla mia.
"Non è colpa mia! Ma poi, a cosa serve tutta questa roba nella vita? Io non voglio essere una professoressa di matematica nel mio futuro. Quindi non capisco a che cosa mi serve."
"Maddie, è passata un'ora e questo è l'argomento più semplice. Tu sai che ci sono i test attitudinali quest'anno vero?"
"Certo che lo so. La mia media è praticamente perfetta Elias."
"Non lo metto in dubbio. Ma non ti servirà a niente avere A in letteratura straniera se lascerai la parte di matematica in bianco."
"Non essere così melodrammatico, non lascerò in bianco niente."
"Anche ieri lo hai detto." Lo guardai "Senti, non sono venuta qui per farmi fare la predica da te, quindi o mi spieghi qualcosa o me ne vado." La mia mattinata era stata molto intensa. Io e Dylan avevamo parlato di un sacco di cose e mi sono ritrovata a piangere davanti a lui per la prima volta da quando lo conosco. Non voglio perdere tempo.
Lui annuì e continuò a spiegare, ma cambiò metodo e alla fine riuscii anche a capire qualcosa.
"Ho fame. Tu continua gli esercizi e io vado a prendere qualcosa da mangiare." Disse alzandosi dalla sedia "Sto faticando più a spiegare a te che a studiare letterature straniere."
Non alzai gli occhi dal quaderno ma alzai il medio e lui rise.
Qualche secondo dopo la porta si aprì e mi ritrovai davanti Eleonor, che era sorpresa quanto me di vedermi in camera di Elias.
"Ciao Eleonor."
"Maddie. Non pensavo che fossi qui."
Quell'idiota non poteva fare lo sforzo di dire a sua madre che ero qui?
"Pensavo Elias glielo avesse detto."
"Oh sì scusa, mi ero dimenticata." Mentì spolverando la sua gonna perfetta "Rimani a cena con noi?"
"Io in realtà.."
"Non era una domanda. Lo dirò io a Haley." In quel momento spuntò dalla porta Elias con un vassoio in mano "Dirle cosa?"
"Che riporterai Maddie a casa dopo cena. Adesso vi lascio studiare." Disse poi chiudendo la porta. Solo quando non sentii più i tacchi a spillo parlai "Ma sei deficiente? Potevi dire a tua madre che ero qui no?"
"No. Non capisco quale sia il problema."
Scossi la testa. Con questo ragazzo non c'è speranza. L'iPhone iniziò a vibrare e a squillare, Kyle.
"Rispondi pure."
"Non mi serve la tua autorizzazione." Dissi prima di accettare la chiamata "Ehi piccola. Ti passo a prendere a casa di Woods e andiamo a cena insieme?"
"Ehi.. ehm, in realtà sua madre mi ha invitata a cena."
"Le dici di no."
"Come faccio a dirle di no? È così gentile con me."
"Fa ciò che vuoi. Quando torni a casa apri la finestra."
"Va bene." Chiuse la chiamata e feci di tutto per non apparire nervosa e frustrata. Dylan aveva ragione. Dovevo parlargli.
"Comunque, puoi prendere ciò che vuoi." Disse indicando il vassoio che aveva dei piattini con dei piccoli panini e due bicchieri di succo d'arancia.
"Grazie."
"Va tutto bene?" Disse tornando a sedersi vicino a me "Tutto benissimo. Riprendiamo? Non voglio insufficienze."
"Sarà difficile."
"Perché ho accettato il tuo aiuto?"
Lui alzò le spalle e mi fece vedere gli errori che avevo commesso negli esercizi che mi aveva assegnato.
Eravamo qui a fare questi stupidi esercizi inutili da ore ormai e io non sapevo ancora di cosa stavamo parlando.
Chiuso il quaderno e guardai Elias dritto negli occhi "Elias. Non ce la faccio. Non ci sto capendo niente. È inutile continuare. Siamo qui da ore e mi hai spiegato la stessa cosa per ore e non ho capito niente."
Lui scosse la testa e si mise a ridere. Cosa? Io mi ero esposta e gli avevo detto tutto ciò che pensavo e lui sta ridendo?
"Che cosa ridi?"
"Ascolta, facciamo una cosa. Per quanto non andiamo d'accordo non ho interesse nel vederti fare dei test di merda, quindi facciamo questa cosa e proviamoci. Per qualche ora alla settimana studieremo insieme e ti aiuterò. Si compiti ti siedi vicino a me e ti aiuto. Va bene?"
"Sì. Ma perché stavi ridendo?"
"Perché stavo aspettando le tue frasi da quando sei arrivata. Sei veramente negata, e il fatto che tu lo dica da sola è positivo."
"Oh, grazie. Sei veramente gentile." Dissi dandogli una botta sul petto "Ma per domani come la mettiamo?"
"Se ti chiama mi guardi e ti suggerisco."
"Mi posso fidare?"
"Te lo giuro." Mi passai una mano nei capelli e presi il telefono. Lo sbloccai ma lo bloccai subito dopo "Ehi, riguardo l'altro giorno.. Chi è Will? E la ragazza che dovevi salutare sono io?"
Lui mi guardò, il suo sguardo si impuntò nel mio "Sì, la ragazza sei tu." Immaginavo "Will è un amico. È un mio compagno del liceo."
"Come sa chi sono? Oh che carino, parli di me alla gente?" Dissi mettendo una mano sul suo ginocchio e facendo finta di essere commossa. Lui scosse la testa "Non parlo di te alla gente."
"Ma lui sa chi sono. Quindi vuol dire che gli hai parlato di me."
"Maddie, so dove vuoi arrivare."
"Oh ma allora dentro la tua testolina qualcosa funziona."
"Ho parlato di te quando quella volta mi avevi battuto. Punto."
"E che decisione devi prendere?"
"Maddie.."
"Ti ascolto."
"Non sono affari tuoi."
"In realtà sì. Io ero lì durante la telefonata, quindi mi riguarda." Okay, la mia frase non si reggeva in piedi da quanto era insensata, ma non avevo trovato una scusa migliore.
"Ma non ha senso! Hai solo origliato."
"Non ho origliato. Eravamo insieme e c'era il viva voce."
"Che tu hai messo."
"Perché mi avevi rubato il telefono scrivendo al mio ragazzo."
"A cui stavi mentendo. Comunque non sono affari tuoi sul serio."
"Non ho problemi a chiedere a tua madre."
"Non ti dirà niente perché non sa niente. Nessuno sa niente."
"Wow. Deve essere serio se non ne hai parlato con nessuno."
"È molto serio, e vorrei che tu capissi perché non ne voglio parlare. Almeno finché non avrò preso una decisione."
"Parlarne con qualcuno potrebbe aiutarti."
"No. Voglio prendere questa decisione da solo. Non voglio essere condizionato."
"Come vuoi." Presi il telefono e risposi ai messaggi di Kyle.
"Te la sei presa vero?"
"Per niente." Dissi non staccando gli occhi dallo schermo.
"Cerca di capire.."
"Ho capito. Vuoi fare tutto da solo. Penso solo che parlarne con un'altra persona, disposta ad ascoltarti di sua spontanea volontà tra l'altro, potrebbe esserti d'aiuto."
Lui annuì e abbassò la testa. Non mi dirà niente.
La situazione era imbarazzante, eravamo avvolti dal silenzio, nessuno dei due aveva intenzione di dire niente.
"Riguarda il mio futuro. Non voglio deludere nessuno." Disse Elias rompendo il silenzio.
Mi misi il telefono nella tasca dei jeans "E anche se fosse? Non sono loro che devono vivere la tua vita. Io deludo mio padre ogni giorno da quando sono nata, ma sono qui e lo sto facendo perché se avessi deciso di rimanere a Los Angeles avrei deluso me stessa. È te stesso che non devi deludere. Gli altri vengono dopo di te."
Sono fiera di te. Allora sei anche saggia.
"E poi, al massimo, finirai per strada." Lui mi guardò e si mise a ridere.
Ma sul serio? Ritiro tutto.
Perché? Che c'è di male in ciò che ho detto?
Essere la tua coscienza è veramente un duro lavoro.
"Grazie per il sostegno." Disse ancora ridendo mettendo la mano sulla mia coscia toccando la pelle non ricoperta dai jeans strappati che avevo indossato oggi.
Feci un piccolo sorriso "Solo tu comunque puoi girare con i jeans strappati, senza calze, a fine novembre.. A New York."
"Non vedo dove sia il problema."
"Secondo me ti ammali. Così domenica vincerò io." Disse sogghignando.
"Sogna pure quanto vuoi. Non succederà mai. La numero uno sono io."
"Non per sempre." Disse alzandosi "Questo lo dici tu."
"No, non lo dico io. È così da sempre. Prima o poi arriverà una piccola biondina, più brava di te, e prenderà il tuo posto. Oppure, arriverà un ragazzo, che già conosci, e ti farà finire nella seconda parte della piramide."
Mi alzai anche io e mi misi davanti a lui "Nessuno mi batte. È così da quando ho iniziato a competere e sarà così fino a quando deciderò di smettere. Io sono la numero uno."
"Mi dispiace deluderti ma sarai sempre la numero 2." Aprii bocca per parlare ma lui continuò "La numero batte i record, e c'è un record che non puoi battere. Anche se lo eguagli rimani comunque la numero due."
Assottigliai gli occhi "Di che parli?"
"Il punteggio perfetto. 300 su 300. Haley lo ha fatto prima di te. Haley è nella storia come la numero uno e nessuno la sposterà di lì. Tu, come tutte le altre, puoi solo eguagliarla."
"Il mio obbiettivo non è battere Haley. Il mio obbiettivo è essere migliore di tutti gli altri."
"Sì. Ma non sarai mai la numero uno."
Avrei voluto colpirlo ma, punto uno, aveva ragione, punto due, mentre stavo alzando la mano lui mi bloccò il polso e la porta si aprì mostrando sua madre.
Elias mi lasciò subito il polso "Che c'è?"
"La cena è pronta ragazzi."
"Arriviamo subito." Lei chiuse la porta "Non mi colpirai mai." Aprì la porta e poi si fermò sullo stipite "Ecco, vedi? Ci sono già tre cose che non riuscirai mai a fare. Dovresti concentrarti di più su ciò che non sai fare. Lì sarai sempre la numero uno." Disse poi scendendo le scale.
Stupido ragazzo. Ed io che pensavo che fosse davvero capace di essere gentile. Stupida Maddie. Lasciai la sua stanza e scesi le scale raggiungendo la sala da pranzo.
La cena andò bene e tranquilla e verso le undici mi feci riaccompagnare da Elias a casa.
"Grazie, a domani." Dissi fredda aprendo la portiera ma lui mi fermò mettendo una mano sulla mia gamba "Non ero serio."
"Non ho bisogno di sentire le tue scuse."
"Ma.."
"Ciao piccola." Elias tolse la mano non appena arrivò Kyle "Ehi. Non pensavo tu fossi già qui."
"Ti stavo aspettando. Andiamo." Scesi di macchina "Grazie." Dissi di nuovo prima che Kyle sbattesse la portiera.
"Ti aspetto alla finestra." Annuii e mi diressi in casa "Ehi. Com'è andata la giornata di studio?"
"Benissimo. E la tua?"
"Bene. Le ragazze stanno migliorando." Parlai un po' con Haley e poi mi congedai andando nella mia stanza. Aprii la finestra e Kyle, come ogni volta, entrò. Le cose non andavano alla grande. E da un po' ormai. Ma volevo far finta di niente. Magari era solo una mia impressione. Tra poco ci sarebbero state le vacanze di natale, sarei tornata a Los Angeles e forse qualcosa sarebbe migliorato.
La mattina dopo, come routine, quando la sveglia suonò Kyle uscì dalla mia stanza dalla finestra e nel giro di una mezz'ora ero fuori aspettando Jen che era stranamente in ritardo.
Arrivò cinque minuti ed entrai in macchina mezza congelata "Scusa." Disse passandomi la bustina con la colazione. Tirai fuori i due caffè e glielo passai "Tranquilla. Che è successo?"
"Cole era a dormire da me e.."
"Ho capito tutto. Non sapevo.."
"Non abbiamo fatto niente stanotte. Ma è questione di giorni." Annuii "Com'è andata ieri con Elias?"
"Abbiamo discusso come sempre e io non sono migliorata per niente." Dissi bevendo il caffè.
"E se ti chiama? Perché ti chiamerà di sicuro."
"Mi ha detto che mi suggerirà. Mi voglio fidare." Lei mi guardò "Quindi ora vi sopportate?"
"In realtà no. Ma io piaccio ai suoi, lui piace ad Haley e.. beh, fingiamo di sopportarci."
Lei annuì e quando arrivammo a scuola ci separammo per andare a seguire le lezioni.
Prima della pausa pranzo ci ritrovammo in aula per matematica.
"Buongiorno ragazzi. Ho i vostri compiti. Un mezzo disastro." Che donna esagerata.
Jen chiaramente aveva preso una A e quando vidi il mio sorrisi. Almeno avrei avuto una media decente. Avevo preso B-.
"Miss Davis? Viene alla lavagna?"
Come previsto. Avrei dovuto scommetterci. Annuii e mi alzai dirigendomi verso la cattedra.
Vidi Elias che mi faceva segno di stare calma e di respirare e vidi Kyle che lo guardava.
La professoressa scrisse delle funzioni alla lavagna "Le risolva pure." Disse passandomi il gessetto che presi con la mano tremante. In quel momento, mentre guardavo le funzioni mi venne in mente che il giorno prima ne avevo fatta una simile con Elias. Decisi di tentare. Quando finii di risolverle mi voltai ed Elias aveva il pollice alzato e sorrisi. Allora non è stato così inutile "Bene Davis, ha studiato. Mi aspetto la stessa cosa al prossimo test."
Sorrisi "Posso?"
"Sì certo. Vada pure." Mi disse sorridendomi. Era la prima volta che mi rivolgeva un sorriso. Mi misi seduta e chiamò un altro ragazzo che non ebbe la mia stessa fortuna.
"Allora non è stato così inutile." Mi disse Jen a bassa voce "Chi lo avrebbe mai detto."
Quando la lezione finì mi ritrovai Elias davanti "Complimenti. Pensavo ti saresti bloccata."
"E invece ce l'ho fatta senza di te."
"Beh, devo dire che sono un bravo insegnante." Si vantò mentre lasciavamo l'aula per andare in mensa "Sì, bravissimo."
"Prima o poi quella B la prenderai senza i miei bigliettini."
"Lo so." Ma non era vero. Avevo avuto solo fortuna questa mattina e lo sapevo benissimo.
"Se tu ti concentrassi più sulla scuola e meno sulla danza potresti avere anche molto di più."
Lo guardai "Io mi concentro molto sulla scuola."
"Ah si? Come sei messa per il test di biologia di lunedì?" Mi chiese prendendomi alla sprovvista. Test?
"Se tu ascoltassi invece di pensare alle coreografie sapresti che lunedì abbiamo un test. E sono curioso di sapere quando studierai.
"Sul pullman." Ci mettemmo seduti al tavolo con i ragazzi "Si. Prima o dopo esserti addormentata sulla mia spalla?" Ma perché deve fare il deficiente quando c'è Kyle?
"È successo una volta." Dissi io facendo voltare Kyle verso di me "E sappiamo benissimo che quando dormo non so cosa penso e faccio."
"Domenica vengo anche io." Disse lui deciso "Cosa?"
"Hai sentito benissimo. Verrò anche io. Dimmi quanto devo pagare per il mio posto. Vado ad allenarmi." Mi baciò e lasciò il tavolo.
"L'ha presa bene." Assottigliai lo sguardo e gli tirai la bottiglietta dell'acqua addosso.

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