Maddie Pov
Ho vari ricordi del giorno del mio compleanno, ma quelli che ricordo benissimo sono quelli di quando ero una bambina. Quando ancora eravamo una famiglia unita e mio padre aveva un istinto paterno. Ai tempi l'azienda non era così popolare, ancora non era pieno di lavoro dalla mattina alla sera. Da quando ne ho memoria fino a dieci anni più o meno mio padre c'era e facevamo le classiche cose che ogni padre fa con i figli. Mi ha insegnato ad andare in bicicletta, mi curava sempre quando cadevo e mi sbucciavo le ginocchia.. c'era e basta. Poi l'azienda ha iniziato a fatturare, e più l'azienda fatturava meno tempo passava con me. È più crescevo più lui non c'era e il rapporto andava in discesa. È andato così tanto in discesa che adesso mi costringe ad andare a Stanford e mi fa sentire una nullità. Certo, in entrambi i suoi uffici non mancano le mie foto da piccola e da grande, ma non sono più così certa che le tenga lì perché mi vuole davvero bene o solo per fare bella figura con i clienti.
Mio padre, la stessa persona che fino a qualche anno fa mi avrebbe aiutato in ogni momento, oggi è qui, seduto davanti al tavolo della cucina, a guardarmi mentre per la prima volta da quando mi è stato tolto il ferro dalla gamba provo ad appoggiare il piede per terra.
"Ce la puoi fare." Continua a ripetermi Steven "Fallo come regalo personale. Tornare a camminare." Il cuore mi batte a mille, ho paura che appena poggerò il piede per terra cadrò. Non so perché ma sto guardando mio padre che, a braccia conserte, osserva la situazione impassibile. Il fatto che sia qui dovrebbe significare qualcosa, no? "Appoggiati alle stampelle. Ti daranno sostegno." Chiudo gli occhi, prendo un respiro profondo e appoggio il piede e faccio dei passi.
"Hai visto? Ci sei riuscita." Dice Steven battendomi il cinque. Ancora il mio ginocchio non ha ritrovato la sua mobilità, ma fare questi semplici passi mi da una spinta pazzesca a dare il massimo per riprendermi. Guardo mio padre che prima di tornare nel suo ufficio tira un sospiro di sollievo e fa un sorriso. Perché si comporta così? Sento il telefono squillare e accetto la chiamata FaceTime di Haley "Ciao! Come stai tesoro?"
"Ho appena camminato. Con le stampelle ovviamente ma l'ho fatto."
"Sono tanto fiera di te tesoro." Vedo che sta camminando "Dove stai andando?"
"Scusa, la connessione è pessima." Dice Dylan facendo qualche verso e chiudendo la chiamata. Che strano. Steven mi riaccompagna nella mia stanza e dopo un po' sento bussare alla porta "Chi è?"
"Sorpresa!!!" Dice Haley aprendo la porta della mia stanza entrando con dei palloncini e con al suo seguito Dylan e Jen.
"Ma che ci fate qui?" Dico abbracciandola forte, quanto mi era mancata "Non potevamo di certo perderci il compleanno della nostra piccola Maddie. Dio quanto mi sei mancata."
"Anche te. Tantissimo."
"Scusate se mi intrometto." Dice Dylan stufo del nostro abbraccio infinito. Mi stacco da Haley e lo abbraccio e lui mi solleva da terra "Mi sei mancata Madison."
"E basta!" Mi lascia e poi abbraccio la mia migliore amica "Quanto è bello vederti!"
"Mi sei mancata. Non sono state lo stesso queste settimane senza di te."
"Allora, in telefonata dicevi che hai camminato."
"Sì, con le stampelle. Ma è un passo avanti."
"Siamo molto fieri di te."
"Ragazzi non posso credere che siete qui! Non è che sto sognando?" E quel cretino mi da un pizzicotto "Ma sei scemo?"
"È per farti capire che siamo reali, e qui per te."
"Sei un coglione lo stesso." Lui mi fa il verso e poi ci lascia da sole. Racconto alle ragazze quello che è successo, sia con mio padre sia con Elias.
"Sua madre ti adora, non mi sorprende che tu abbia chiamato. Credo che stia anche dalla tua parte. E per quanto riguarda tuo padre.. io non credo che lo abbia fatto per cattiveria. Certo, avrebbe potuto aspettare però non credo che faccia ciò che fa con cattiveria."
"Non lo so Haley, in queste settimane ho dubitato molto di me stessa. E del mio talento." Appena dico queste parole Haley si indurisce è quasi mi incenerisce con lo sguardo "Non mettere mai, e sottolineo mai, il tuo talento in discussione. Sei la migliore ballerina che io abbia mai avuto. Non voglio mai più sentirti dire che dubiti del tuo talento. Siamo intese?" Subito annuisco, quasi con paura.
"Comunque" dice ritornando tutta sorridente "adesso andiamo di sotto. Le sorprese non sono finite. Proprio per niente." Poi chiama Dylan per farmi portare di sotto, e io ne approfitto volentieri "Sei dimagrita molto non è vero?"
"Non lo so. Perché?"
"Perché lo sento. Sei leggera. Troppo." Faccio finta di niente. So che sono dimagrita, mi peso ogni settimana per tenermi sotto controllo. Ma forse sto esagerando "O magari sei diventato più forte tu."
"Non mi freghi. Domani ci facciamo una chiacchierata." Arriviamo di sotto e ne approfitto per non rispondergli, quando vuole parlarmi non c'è mai nulla di positivo "Allora, mi hai detto che c'erano altre sorprese." Dico guardando la mia biondissima amica "Adesso vedrai. Intanto, apri il mio regalo." Dylan tossisce "Il nostro regalo."
"È uguale." Sul tavolo della cucina c'è una torta enorme e dei palloncini sono attaccati un po' in giro per la stanza "Mi siedo un attimo." Dico andando con fatica a sedermi sul divano. Apro l'enorme pacco dei ragazzi "Non ci credo. Haley!" Con estrema cautela tiro fuori dalla scatola il vestito. Il vestito di Haley. Il vestito con cui Haley si è esibita a Miss Dance of America. Il suo vestito sacro. E non posso credere che adesso sia mio "Haley, ma sei pazza! È il vestito."
"E non posso darlo a nessun'altra persona." Con le lacrime agli occhi mi alzo e l'abbraccio. Può sembrare una stronzata, emozionarsi così per un pezzo di stoffa. Ma questo non è solo un vestito. Questo è il vestito sacro di Haley. Ogni ballerina che si rispetta ha un abito di cui non si libererà mai, e solitamente viene tenuto costudito dalla ballerina oppure viene dato come un'eredità. Abby aveva lasciato il suo abito ad Haley, ed Haley ha lasciato il suo a me. E questo vale più di qualsiasi regalo al mondo.
"Ti voglio un mondo di bene. Non vedo l'ora di vedertelo addosso."
"Non vedo l'ora di indossarlo. Sarà un onore." E ci abbracciamo di nuovo "Posso aggiungermi? Il regalo è anche da parte mia."
"Hai appena rovinato il nostro momento." Lo sgrida bonariamente Haley "Ora puoi dargli il tuo regalo."
"Dopo il tuo non ha più senso." Borbotta tirando fuori dalla tasca una scatolina "Eddai ragazzi. Non volevo regali. Non da voi."
"Sta zitta. Ci ho messo un sacco per decidere." Prendo la scatolina e la apro notando un portachiavi a forma di trifoglio con sopra inciso La migliore coinquilina del mondo mi metto una mano sul petto "Grazie. Ti voglio bene." Lo abbraccio "Anche io.. Madison. Così non ti scorderai mai più le chiavi." Mi stacco dall'abbraccio "Hai rovinato tutto. Cretino." Lui alza le spalle "Te lo avevo detto che dovevo darle prima il mio regalo."
"E smetti. Non fare l'idiota. Adesso, spegni le candeline. E poi ci andiamo a preparare. Sarà una lunga giornata." Vorrei contraddirla, ma averli qui oggi è la cosa più bella che potessi desiderare, quindi la assecondo. Spengo le candeline e dopo avermi aiutato a vestirmi usciamo di casa "Questa sarà una giornata piena di sorprese. Quindi preparati." Mi dice Jen una volta salite in auto "Mi dispiace che non sia la giornata che avresti voluto. Le stampelle non aiutano."
"Haley va tutto bene. Mia sorella e la mia migliore amica si sono fatte ore in macchina per venire fino a qui per il mio compleanno. È il regalo più bello che poteste farmi."
"Ti voglio bene."
"Anche io. Ma puoi dirmi dove stiamo andando? E perché mi hai fatto vestire così bene?"
"18 anni li fai una volta sola nella vita tesoro."
"Mi ricordo il tuo diciottesimo compleanno. C'era già Dylan."
"Non ti ha scritto?" Scuoto la testa "No. Mi ha scritto Nate, mi ha scritto addirittura Kyle. Ma di Elias nessuna traccia." Dico mordendomi la lingua "Che poi, ho parlato con sua madre. Va bene odiarmi per la mia scelta ma.."
"Lui non ti odia. Tutto il contrario. Lui è innamorato di te. Tanto. E, siamo sincere, questa tua decisione non l'ho proprio capita."
"L'ho fatto per lui."
"Non hai idea di quanto lo vedo male. Sta da schifo. Ora che te ne sei andata ancora di più."
"Possiamo cambiare argomento?" Dico ed iniziamo a parlare di vestiti, gossip e altre cose. La strada che sta facendo Haley la conosco bene.. benissimo direi.
"Stiamo andando da Abby?"
"Sì tesoro. Ci abbiamo festeggiato talmente tanti compleanni che quello più importante non lo potevamo saltare. Non se siamo in città." Dice girando poi a destra e parcheggiando la macchina nel parcheggio mezzo vuoto. Scendiamo di macchina e lentamente raggiungiamo l'ingresso. Qui è iniziato tutto. Mi ricordo quando mia madre mi ha portata qui la prima volta. Ero piccolissima. Ed Abby mi ha messo molta paura la prima volta che l'ho vista. Mi ricordo gli urli che tirava durante le lezioni, le piramidi. Le prime piramidi sono state un incubo. Ci ho messo un sacco a farmi assegnare un assolo.
"Andiamo a vedere in quale sala è oggi."
"Sa che siamo qui?"
"No. Non sa nemmeno della tua operazione."
"Non glielo hai detto?"
"Abby ancora mi mette paura. Mi metteva paura dirle che ti eri rotta il ginocchio."
"Non era meglio affrontarla per telefono?"
"Può darsi. Ma ormai è troppo tardi." Arriviamo davanti alla sala A e bussiamo "Chi disturba le mie lezioni?" Suona lei da dentro stoppando la musica. Haley apre la porta lasciandomi per qualche secondo fuori "Miss Haley è tornata!" Dice con la sua solita sicurezza che però, con Abby, finge di avere "Con una sorpresa. Però non arrabbiarti." Haley apre del tutto la porta ed entro in stanza imitandola "Miss Maddie è tornata!"
"Oddio, tesoro ma che hai fatto?" Chiede lei venendo verso di me e io le racconto della caduta e dell'operazione "Perché non mi avete chiamato? Le ragazze erano alle nazionali, com'è possibile che non sapessero?"
"Non mi avranno vista."
"Quanto mi dispiace. Per il tuo compleanno sei costretta a tenere le stampelle. Mica mi sono dimenticata che oggi compi 18 anni. Buon compleanno tesoro."
"Grazie Abby." Ci chiede perché siamo a Los Angeles e dopo aver spiegato il tutto si mette una mano sulla fronte e scuote la testa "Avresti dovuto chiamarmi."
Stiamo ancora per un po' da Abby e mentre assistiamo alle prove sento che mi arriva un messaggio. È un messaggio in segreteria. Da parte sua. Lo mostro ad Haley "Ascoltalo."
"Ascoltalo con me. Ti prego." Dico facendo il broncio e lei si alza e lasciamo la sala.
Faccio partire il messaggio e quando sento la sua voce mi viene subito da sorridere.
Ciao Maddie, come stai? Che domanda del cazzo. Scusa, non sono bravo, non ho mai lasciato un messaggio in segreteria. So che vuoi che non ti cerchi, ma non potevo non augurarti buon compleanno. Mi manchi così tanto, vorrei essere lì con te. Vorrei sapere cosa fai, come stai affrontando tutto. Vorrei poter affrontare tutto con te e.. cazzo sto divagando e di sicuro non ascolterai questo messaggio. Quindi, buon compleanno.
"Credo che dovresti richiamarlo."
"Per che cosa? Sono sicura al cento per cento che scoppierei a piangere per dirgli che mi manca."
"E non è così?"
"Sì. Ma non posso dirglielo."
"Allora mandagli un messaggio vocale. Così puoi cancellarlo e rifarlo quando vuoi."
"Non adesso. Non sono pronta." Lei annuisce e prima di rientrare mi dice "Non mi piace vederti così." Non rispondo ed entro.
Stiamo a vedere le lezioni per un po' ed Haley ne approfitta per fare una piccola lezione ed Abby mi fa collaborare facendomi controllare braccia e gambe alle ragazze.
Stare di nuovo in sala prove, anche se non sono io a ballare, mi fa stare meglio. Mi fa tornare la voglia di tornare al mio meglio. E, con lo spirito al massimo, come non lo ho da mesi, a un certo punto decido di prendermi qualche minuto di pausa e ne approfitto per mandare un messaggio ad Elias.
Sblocco il telefono, vado sulla sua chat e visualizzo tutti i messaggi che mi ha mandato e inizio il messaggio Ehi, ho sentito il tuo messaggio in segreteria. Grazie per gli auguri. Non sono in forma come vorrei ma sto tornando a camminare a poco a poco. Non so se la sto affrontando nella maniera giusta, ma sto cercando di fare del mio meglio. Invio il messaggio e poi ne inizio un altro di due secondi che non riesco a trattenere Anche tu mi manchi.
Chiudo la chat, blocco il telefono e torno in sala prove dalle ragazze. I ragazzi qui, il suo messaggio, stare di nuovo in sala prove. Non è il compleanno che immaginavo ma sto benissimo.
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LOST IN NEW YORK #WATTYS2019
RomanceNella vita spesso ci sono eventi, o anche semplici parole che, una volta pronunciate, possono cambiare per sempre la vita di una persona. Nel caso di Maddie Davis erano state le parole pronunciate da Haley, l'amica di sempre, a cambiare il corso de...