Capitolo 28

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Maddie Pov
Ho fatto passare il weekend, non l'ho cercato. Non ho fatto niente. Ho passato il weekend a pensare a cosa potrei dirgli per migliorare la situazione, e sono arrivata alla conclusione che devo solo dirgli la verità. Non è colpa sua se non sono in grado di esprimere davvero i miei sentimenti. Mi devo sciogliere. E non posso far passare troppo tempo, potrei perderlo.
Questa mattina non sono andata a scuola, avevo un incontro in tribunale. Ogni mese il giudice vuole monitorare la situazione, ed ogni mese dovevo andare in tribunale con i ragazzi a dire sempre le stesse cose, ossia che sono perfetti e che non mi fanno mai mancare niente. E tutto questo è vero.
"Io vado a lavoro, ci vediamo stasera okay?"
"Sì, noi andiamo da Steph."
"Non è a lavoro?"
"Sì. Andiamo a fare quegli scatti." Gli ricorda Haley e lui annuisce "Giusto." Lo salutiamo ed io e Haley ci dirigiamo da Steph.
Arriviamo al suo piano dopo poche "Benvenute ragazze, vi stavamo aspettando." Dice Steph con la macchina fotografica in mano e vestita in modo più casual del solito.
Quando ho conosciuto Steph non era così. Faceva foto ma non si rendeva mai conto del suo grande talento. Se ne è resa conto solo quando le hanno offerto questo posto di lavoro e dopo aver fatto quei lavori stupendi per Abby.
Gli studi di Vanity Fair sono fantastici, Steph è così fortunata a lavorare qui.
"Ragazzi, le nostre ospiti sono arrivate.. e siamo in ritardo! Muoversi! Il servizio non si fa da solo!" Urla lei ai suoi assistenti "Non ti ricordavo così cattiva."
"Mi devo far rispettare. A proposito, prima che mi dimentichi. Questo è per Elias." Mi passa uno degli inviti dei matrimoni. Li abbiamo fatti noi tre insieme, com'è possibile che questo mi sia sfuggito? "Non voglio sentire scuse. E digli che si vesta carino. Deve farti fare bella figura."
"Sì, glielo darò il prima possibile." Prima devo capire se stiamo ancora insieme o no "Bene. Sono felice per te."
"Grazie." Abbozzo un sorriso "Siete in crisi?"
"Un po'."
"Beh, che siate in crisi o meno, non far sì che questo condizioni il tuo umore. Sorridi alla vita. Se stai male tu sorridi. Sorridi sempre. E non lasciare che un umore sbagliato condizioni la tua giornata." Mi dice facendomi sorridere "Questo è un bel sorriso. Ora vai a cambiarti. Molly ti accompagnerà al camerino." La ragazza annuisce timidamente, forse impaurita da Steph e io la seguo. Il vestito che è nel camerino è spettacolare. Lo indosso e dopo essere stata truccata e pettinata torno sul set fotografico "Sei stupenda. Vieni, mettiti alla sbarra." Seguo tutte le sue istruzioni senza dire una parola e alla fine mi sorprendo di quanto queste foto siano meravigliose "Steph fai capolavori."
"I soggetti sono state un'aiuto." Mi dice sorridendomi "Ragazze, grazie mille per aver fatto questi scatti per me oggi."
"Grazie a te."
"Sì, grazie Steph. Non vedo l'ora che escano." Dico emozionata. Di solito non mi piace finire sulle riviste, ma penso che questo servizio sarà perfetto.
Usciamo dal palazzo che sono le sei "Haley, potresti accompagnarmi da Elias?"
"Certo. Ti senti pronta?" Annuisco "Sì, è già passato troppo tempo." Lei mi sorride e mi accompagna. Mi lascia davanti all'entrata dell'hotel dei suoi genitori augurandomi buona fortuna. Dopo aver salutato il ragazzo alla reception, che ormai è abituato a vedermi qui, raggiungo l'ascensore per andare nell'abitazione della famiglia Woods.
Il rumore dell'ascensore mi fa capire che sono arrivata al suo piano. Mi avvicino alla porta e busso. Ho paura che non mi voglia vedere. Sento dei rumori all'interno dell'abitazione e dopo poco la porta si apre. Eleonor mi accoglie in casa con un grande sorriso "Elias è in casa?"
"È in palestra. Se vuoi puoi andare." Mi spiega dove è situata la palestra dell'albergo e dopo averla ringraziata e salutata mi dirigo in palestra.
Dato l'orario le sale sono quasi vuote ma non lo trovo da nessuna parte. Perlustro tutta la palestra fino a quando non lo vedo su un ring a tirare pugni a un sacco. Prendo coraggio ed entro. Lui, forse sentendo i miei passi, si volta a guardarmi per un secondo per poi tornare a concentrarsi sul saccone. Non è un buon inizio. Salgo i tre scalini ed alzo la corda per entrare nel ring.
"Chi ti ha detto che ero qui?"
"Tua madre. Voglio parlarti." Dico decisa "Mi sto allenando adesso. Non è il momento." Risponde lui continuando a tirare pugni. Ma io sono io, e non me ne andrò di qui senza avergli parlato. Mi metto dietro al saccone proprio nel momento in cui stava per sferrare il pugno "Maddie togliti di qui. Avrei potuto prenderti in pieno."
"Non mi interessa. Dobbiamo parlare, e non me andrò di qui finché non lo faremo." Metto le mani sul sacco "Anche a costo di stare qui finché non finisci di tirare pugni." Il suo sguardo non mi da per niente sicurezze, ma cerco di mantenere il contatto visivo e mi faccio vedere sicura. Anche se dentro ho paura "Non ho niente da dirti."
"Elias, per favore. L'abbiamo tirata già troppo avanti questa storia. È il momento di parlare." Mette le mani sul saccone per tenerlo fermo "Di cosa devo parlare? Del fatto che mi sono sentito umiliato come mai nella mia vita dalla mia fidanzata? Hai idea di quanto sia stato umiliante per me sentirti dire quelle parole? Ho veramente pensato per la prima volta da quando stiamo insieme che sono solo il sostituto di Kyle. E poi sei sparita, non ti sei fatta sentire per giorni. Dimmi, di cosa devo parlare?"
"Come puoi pensare questo? Non mi sono fatta sentire per giorni perché volevo lasciarti da solo. Pensi che io avrei voluto dire quello?"
"Lo hai detto, quindi sì."
"Non lo pensavo davvero. Mettiti nei miei panni, di certo non mi aspettavo che tu mi dicessi quelle parole in quel momento."
"Perché invece io? Pensavi che le volessi dire in quel momento? Certe cose non possono essere controllate. L'ho sentito, lo sento da tanto ormai, e ho voluto dirtelo. Ma per te non è così." Dice uscendo dal ring "Elias. Non è così."
"E allora spiegami. Spiegami perché è andata così! C'entra lui vero?"
"Non nel senso in cui pensi tu."
"E allora in quale senso? Sei qui per parlare? Allora parla!"
"Non ti ho risposto come ti aspettavi perché ho paura. Ho paura che succeda come con Kyle. Gli ho detto ti amo, lui mi ha detto di amarmi, e mi ha tradito. Io sto bene con te, io sto così tanto bene con te che ho paura. Paura di poter perdere tutto di nuovo. Ogni volta che lo vedo lui mi dice di amarmi. Non voglio che queste parole siano dette come per dire 'tu mi appartieni'. Io sento qualcosa di forte per te, e, stando con te, mi sono resa conto di non aver mai amato davvero Kyle e che l'amore è altro, ma vedendo com'è finita l'ultima volta, cerca di capire che è difficile dirlo così facilmente." Lui mantiene il mio sguardo "Non era mia intenzione umiliarti. Ho detto una cazzata. Non ero pronta a dirtelo perché ho paura, ma non volevo umiliarti, e sto male a sentire, e a vedere come stai. Come stai per colpa mia. Io ho finito, ho detto ciò che volevo dirti. Scusa per averti interrotto." Concludo abbozzando un piccolo sorriso e voltandomi per andare verso l'uscita della palestra. Ho detto tutto quello che dovevo dirgli e spero con il cuore che lo capisca. Sono quasi all'uscita quando sento dei rumori dietro di me e poi la sua voce "Maddie. Aspetta." Mi raggiunge e mi prende il polso facendomi girare verso di lui "Mi dispiace di averti risposto male."
"No, io.."
"Fammi finire. Tu sei la prima ragazza a cui ho detto quelle parole, non mi ero mai ritrovato nella situazione in cui una ragazza mi risponde così. Pensavo che sarebbe andato diversamente, ma mi sbagliavo. Con te niente è scontato e facile. Con te tutto va guadagnato, e la tua fiducia e il tuo amore anche. Non sono qui per metterti fretta. Ho reagito male, ho reagito da idiota, ma ti chiedo scusa. Non ti dirò che rinnego le mie parole perché io ti amo e non posso dire il contrario, ma non ti metterò fretta. Mi da solo fastidio che se tu non lo dici è per colpa sua."
"Elias, io per te provo qualcosa che per lui in questi mesi non ho mai provato. E sono sincera quando lo dico. Io voglio che tu sappia questo." Io tirerò fuori quelle parole. Io le sento. Devo solo tirarle fuori.
"Lo so. Mi dispiace per tutto questo."
"Mi dispiace di averti umiliato."
"Va tutto bene. Sei stata sincera con me, mi basta quello." Mi lascia il polso e mette le mani sul mio viso per baciarmi. Ma appena lo tocco mi stacco "Sei tutto sudato e puzzi. Prima ti lavi poi mi tocchi."
"Non essere schizzinosa. Anche tu sudi quando ti alleni e non mi sono mai lamentato."
"Mai a questi livelli." Dico tappandomi il naso. Prima ero così concentrata sul mio discorso che non mi ero neanche resa conto di quanto fosse sudato. "Andiamo." Dice facendo per prendermi la mano "Non toccarmi così sporco." Lui rotea gli occhi "Vuoi starmi a distanza? Neanche per mano ti posso prendere?"
"Muoviti. Ho fame."
"Che strano, non hai mai fame." Dice sfottendomi "Elias. Muoviti." Nonostante le mie continue lamentele quel deficiente è riuscito a farmi sporcare e a farmi fare una brutta figura davanti a tutti passando dalla hall dell'hotel portandomi come un sacco di patate.
"Puoi farmi il favore di mettermi giù?" Gli dico per l'ennesima volta continuando a dargli pugni sulla schiena. Mi mette giù solo quando arriviamo davanti alla sua abitazione.
"Oh eccovi.." Eleonor vede come sono conciata e guarda suo figlio con disappunto "Elias, perché l'hai sporcata? Portala nella mia stanza e prendi pure ciò che vuoi."
"Non è necessario.."
"Oh si tesoro. Mio figlio non si sa proprio comportare."
"È solo sudore. Quanto ve la prendete." Borbotta lui guadagnandosi un'occhiataccia da parte di entrambe "D'accordo andiamo." Lo seguo al piano di sopra e mi conduce in camera dei suoi genitori mostrandomi l'enorme cabina armadio di Eleonor "Prendi ciò che vuoi. Forse mia cugina ha lasciato qui qualcosa."
"Davvero, non è necessario. Tua madre fa davvero troppo per me."
"Scegli qualcosa, ti aspetto di la." Lo ringrazio e quando se ne va mi metto a cercare qualcosa di semplice. Prendo un semplice paio di pantaloni neri e un top bianco. Metto i miei vestiti sudati nella busta datami da sua madre e indosso i nuovi indumenti. Chiudo la cabina armadio e lascio la stanza andando nella camera di Elias.

Elias Pov
Non avevamo parlato per tutto il weekend e alla fine si era presentata a casa mia e mi aveva chiesto scusa. Non una cosa che farebbero tutte.
Era stata sincera con me e anche se il motivo per cui non riusciva ad esprimere i suoi sentimenti nei miei confronti era perché Kyle l'aveva ferita e non voleva che succedesse di nuovo non mi ha fatto per niente piacere, ho apprezzato il fatto che me lo avesse detto. E poi comunque, non sarei riuscito a stare lontano da lei ancora per molto. Esco dalla doccia dopo poco e rientro nella mia stanza trovandola sul letto. Si gira verso di me e mi sorride. Indossa un paio di pantaloni neri e un top bianco, e mi chiedo come faccia ad essere sempre così bella.
"Sei sicuro di essere pulito? Ci sei stato troppo poco sotto la doccia."
"Prima senti e poi giudica. E se puzzo andrò a fare un'altra doccia. Però insieme a te."
"Ma quanto sei cretino. E poi io non ho bisogno di fare la doccia. E non avrei avuto bisogno di vestiti puliti se tu avessi mantenuto la distanza."
"Perché devi essere così cattiva con me? Che ti ho fatto?"
"Niente. Ma mi diverto troppo a darti fastidio." Questo è il nostro rapporto. Cinque minuti prima litighiamo e cinque minuti dopo ci insultiamo. Ci rispondiamo male a vicenda, mi tiene testa. Se l'avessi cercata una ragazza così non l'avrei trovata neanche tra cent'anni.
"A proposito." Dice prendendo la borsa e tirando fuori una bustina "Questo è per te." La apro "Non sei obbligato a venire."
"Pensavo che non volessi dirglielo."
"Infatti non l'ho fatto. Lo hanno scoperto da sole. Ma penso che ti avrebbero invitato lo stesso. E davvero, se non vuoi venire non sei obbligato."
"Mi piacerebbe venire con te al loro matrimonio con te." Lei mi sorride "Allora dovremmo andare a fare shopping. Steph vuole che tu sia vestito benissimo." Vorrei rispondere ma se le dicessi qualcosa sullo shopping si arrabbierebbe, e una litigata per lo shopping preferirei non averla "Rimani qui stasera?"
"Ci sono i tuoi. Perché non vieni da me?"
"Sei sicura?"
"Sì. Haley non ha problemi." Non è Haley a preoccuparmi "E Dylan non c'è."
"Va bene."
Ceniamo a casa mia e verso le undici andiamo da lei.
"Ciao ragazzi. Che bello vedervi."
"Ciao Haley, come stai?"
"Bene tu? Avete risolto?" Le ha raccontato tutto? Che figura "Sì. Noi andiamo di sotto. A domani." Appena Maddie apre la porta per andare di sotto Dylan ci ferma "Fermi. Possiamo parlare?"
"Certo. Che succede?" Chiede Maddie "Non con te. Con lui." Merda. È di questo che avevo paura. Per fortuna non c'era "Certo." Esco fuori con lui sotto gli sguardi delle ragazze.
"Non starò qui a farti tanti discorsi. Non sono suo padre e per te magari non ho il diritto di dirti niente. Per te magari sono solo quello che si occupa di lei per fare contenta Haley, ma non è così. Falla soffrire anche solo una volta e ti prendi a calci." So che non scherza, mi ricordo il livido che ha lasciato a Kyle dopo aver scoperto che l'aveva tradita "Non la farò soffrire."
"Anche l'altro lo ha detto, e l'ha tradita. E l'ultima cosa che voglio è che pianga di nuovo per un ragazzo. Quindi sii sempre sincero con lei. Meglio non parlare con lei per qualche settimana che rischiare di perderla per sempre. Fidati, ci sono passato con Haley."
"Lo so."
"Non so per cosa avete discusso in questi giorni e non ci tengo a saperlo. Voglio che tu sappia che se la vedo tornare a casa con le lacrime di nuovo vengo a cercarti. Ed hai potuto vedere con i tuoi occhi che lo faccio davvero. Ad Haley piaci ma a me no. Quindi sta attento a ciò che fai."
"Non la farò soffrire. Ci tengo. E tanto. Non ho intenzione di rovinare ciò che abbiamo."
"Quello sono affari tuoi. Io ti ho solo avvertito. Puoi andare." Apre la porta e mi fa entrare. Sapevo che mi sarebbe arrivato un discorso da parte sua, è per questo che volevo evitare di venire qui. Vado di sotto da Maddie "Che ti ha detto?"
"Niente di che."
"Mi dispiace. Pensavo che non ci fosse."
"Sta tranquilla." Dico mettendomi sul letto con lei e abbracciandola. Lui tiene da morire a Maddie e devo prendere molto sul serio le sue parole. Non voglio finire con un naso rotto.
Ed ha ragione, devo dirle la verità. Devo prendere una decisione e devo dirle la verità.

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