Capitolo 51

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Maddie Pov
Alla visita di mio padre avrei preferito molto di più litigare con Elias. Ho mal di testa e per di più gli effetti dell'antidolorifico sono terminati e il ginocchio sta iniziando a farmi un male pazzesco. È come se me lo avessero spezzato in due.
"Va tutto bene tesoro?"
"No. Il ginocchio mi fa malissimo."
"Come hai fatto a cadere?"
"Non lo so." Dico mentendo "Può capitare." Mio padre mi scruta e il suo sguardo mette quasi paura "Non capita di rompersi entrambi i legamenti."
"Io sono un caso speciale." Dico di rimando. È qui da cinque minuti e mi sta già dando sui nervi "Se devi star qui a rimproverarmi perché non sei rimasto a casa?"
"Maddie!" Mi rimbecca mia madre "Maddie che cosa? Sto provando un male tremendo e non si preoccupa minimamente per me! Perché non te ne vai fuori?"
"Perché sono tuo padre!" Tuona lui "Bene padre. Dov'eri questa mattina? Dove eri ogni weekend di questi ultimi 18 anni? Hai mai visto come ballo? Ti sei mai interessato davvero dei miei problemi? Per tutto il tuo essere stato assente nella mia vita non basterebbe un solo analista. Hai una minima idea di come stavo? Sai che sono rimasta incosciente? Sai che avrei potuto non risvegliarmi? Ci hai pensato mentre venivi? Ora per favore va fuori e fai entrare Haley e Dylan." Aspetto di dire certe cose da una vita e oggi l'ho finalmente fatto.
"Se non fossi preoccupato per te non sarei qui."
"Sei qui solo perché la mamma ti ha obbligato. Ora, chiama i ragazzi." Si alza ed esce fuori dalla stanza "Non essere così dura." Non le rispondo e poco dopo entrano i ragazzi "Ehi, ti abbiamo portato qualcosa da mangiare. Come stai?"
"Sembra che mi abbiamo spezzato il ginocchio ma per il resto alla perfezione direi."
"Lo capisco. Avevo una sensazione simile."
"Ragazzi, dovreste andare a casa a riposarvi un po'. Non potete lasciare Mackenzie da sola per tanto."
"Noi stiamo bene. E Mackenzie starà benissimo da Steph e Carter per qualche giorno."
"E la scuola? Il tuo lavoro?"
"Ho dei collaboratori proprio per questo. E Dylan ha preso dei giorni liberi."
"Ragazzi davvero non serve. Ci siamo noi qui. Non usate i vostri giorni di ferie per stare in ospedale." Dice mia madre "La mamma ha ragione ragazzi."
"Non sentiamo storie. Noi stiamo qui." La abbraccio e poi mio padre, seguito dal dottore, entra nella stanza "Ciao Maddie, come stai?"
"L'antidolorifico ha perso il suo effetto."
"Allora, se tu sei d'accordo, abbiamo pensato di aspettare fino a domani e poi fare l'operazione. Non aspetterei troppo tempo. Dopo resterai qualche giorno qui, userai le stampelle per tornare a casa e userai quelle per un po'. Solo dopo l'operazione potremo parlare di riabilitazione."
"Va bene. Facciamola. Sono pronta." Il dottore esce e i miei lo seguono per fargli qualche domanda "Comunque volevo dirti che ho mandato Nate a casa."
"Okay. Come mai?" Chiedo curiosa. Sicuramente lui ed Elias si sono incrociati "Perché ho pensato che dovessi stare tranquilla."
"Bella scusa. La vera ragione sarebbe?"
"Stavano facendo a botte." Com'è che questo scenario lo avevo previsto? "Hai fatto bene allora. Non voglio drammi."
"Se fossi rimasta senza ragazzi come ti aveva suggerito il sottoscritto non ci sarebbe nessun dramma." Gli faccio una linguaccia e poi mio padre entra nella stanza "Posso parlarvi ragazzi?"
"Se devi dire qualcosa dillo davanti a me."
"Va bene. Io e tua madre abbiamo pensato che forse sarebbe più semplice se tu tornassi a casa a Los Angeles con noi dopo l'operazione."
"Per quale motivo?"
"La tua stanza è nel seminterrato. Come pensi di scendere e salire le scale?"
"Neanche a Los Angeles la mia stanza è al piano terra."
"Ma abbiamo il personale per aiutarti." E qui i due si intromettono "Mi scusi signor Davis, noi non avremo un personale, ma siamo più che in grado di prenderci cura di Maddie. Ho avuto lo stesso infortunio. So come gestire la situazione." Dice Haley con una calma che le invidio "E per quanto riguarda la sua stanza per me non c'è nessun problema a portarla di sotto. Ha tutto ciò che le serve nel seminterrato."
"E dormirò li anche io. Se questo è il problema credo che lo abbiamo risolto."
"Non è risolto proprio per niente mia cara. Questi infortuni, come tu sai, sono molto difficili. E forse noi potremmo darle più aiuto."
"Papà. Io voglio stare qui. Sanno cosa fare."
"Sì, ma hanno dei lavori. Se tu rimani qui sarebbe difficoltoso per loro lavorare tranquillamente." Su questo non posso dargli torto. Se andassi a Los Angeles non disturberei nessuno, se stessi qui loro dovrebbero organizzarsi.
"Signor Davis.."
"Mio padre ha ragione ragazzi. A Los Angeles sarebbe molto più semplice."
"Tu vuoi andartene?"
"No. Io vorrei rimanere con voi, ma sarei solo un peso. Invece se vado con i miei non sarebbe così. Mia madre lavora da casa e, come ha detto papà, abbiamo il personale. Sarebbe solo per qualche settimana Haley. Solo il tempo di tornare a camminare."
"Poi tornerà qui se lo vorrà. Ragazzi, siete fantastici con Maddie, ma non possiamo permettere che vi occupate anche di questo." Dice mia madre, l'unica della mia famiglia che da i giusti meriti a questi due. I ragazzi accettano di malgrado la mia decisione. Mi dispiace ferirli ma sappiamo tutti e tre che è la cosa giusta, hanno già fatto tante cose per me e non voglio assolutamente che siano partecipi del mio dolore. E in più credo che starmene lontana da New York per qualche settimana possa farmi solo del bene.

LOST IN NEW YORK #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora