Capitolo 55

58 1 3
                                    

Maddie Pov
Dopo il mio compleanno i ragazzi sono tornati a New York e anche Nate è tornato alla Penn State. Quando è venuto a casa quel giorno e Dylan e mio padre sono tornati di sotto in salotto mio padre gli ha chiesto di andarsene e poi, quando se ne è andato, lui mi ha abbracciato senza dire una parola. Erano anni che non mi abbracciava e, anche se sono certa che ci sia lo zampino di Dylan, sono felice che lo abbia fatto.
Da quel giorno è passato un mese. Da due settimane sono tornata a camminare da sola e sembra quasi di essere tornata alla normalità. È luglio e tra qualche settimana tornerò dai ragazzi, non vedo l'ora.
Sono in stanza a sistemare le mie cose quando mi arriva un messaggio di Haley che mi chiede di fare FaceTime immediatamente. Non mi da tempo di rispondere che subito mi squilla il telefono "Ehi, è successo qualcosa?" Dico quando mi appare il suo viso sullo schermo e non riesco a capire il suo stato d'animo "Sei in casa? Sei sola?"
"Si, mamma e papà sono di sotto. Mi dici che sta succedendo? Mi sto preoccupando."
"Hai il computer con te?"
"È di sotto."
"Vai sulle mail, te ne ho mandata una. Ma non aprirla fino a che non ti do il permesso." Dice con un foglio in mano. Scendo più velocemente le scale e faccio come dice Haley "Ci sono."
"Ti è arrivata una lettera oggi. L'apriamo insieme?"
"Sì." Apre la lettera e inizia a leggere "Carissima signorina Davis, le comunichiamo che è stata accettata per il provino per la borsa di studio alla Juilliard School di New York City e che il provino si terrà il giorno 10 settembre alle ore 9 presso.." Haley continua a parlare ma io sono troppo felice e sconvolta allo stesso tempo e, d'istinto, inizio a urlare e inizia a farlo anche lei.
Mia mamma subito arriva in cucina "Che succede?"
Essendo senza parole Haley prende la parola "Ha ottenuto un provino alla Juilliard." urlando e mostrando sullo schermo la lettera "Oh mio Dio! Tesoro sono tanto fiera di te!" Dice mia madre commossa ed entrambe ci mettiamo a piangere mentre ci abbracciamo. È appena diventato il giorno più bello della mia vita. Dopo essermi ripresa inizio a pensare. Come ho ottenuto il provino? Io non ho fatto richiesta "Haley, sei stata tu?"
"No."
"E allora chi.." e mi stoppo, sapendo alla perfezione chi è stato "È stato Elias vero?"
Lei annuisce "Si, ha spedito la domanda dopo l'infortunio." E di nuovo mi viene da piangere. L'ho trattato da schifo, non gli parlo da mesi, e lui ha fatto questo gesto per me.
"Dobbiamo iniziare ad organizzarci. All'audizione devi essere perfetta. E devi tornare a New York il prima possibile." Iniziamo a parlare del mio anticipato rientro in città e dopo essere state al telefono ore ci salutiamo. Prima di cena bussano alla porta e mio padre entra "Possiamo parlare?"
"Certo. Vieni." Entra in stanza e chiude la porta. Poi mi spiazza e mi abbraccia "Sono fiero di te."
"Davvero? Non volevi che andassi a Stanford?"
"L'idea che tu scegliessi Stanford mi rendeva felice, è certo, ma quello che ho fatto l'ho fatto perché volevo che tu avessi una seconda scelta. Entrare alla Juilliard non è una cosa così semplice."
"Ho sofferto tanto quando mi hai detto che non sarò mai la numero uno."
"Lo so. Me ne sono pentito il secondo dopo averlo detto. E mi dispiace. Veramente tanto. Ma sono veramente felice che tu ci sia riuscita. È un po' anche questo ciò che volevo da te."
"Cosa?"
"Ti sei imposta con me, ti sei messa in testa che ce l'avresti fatta. E sei a un passo per riuscirci. E sono felice che tu abbia scelto di andare da loro. Non credo che potresti avere persone migliori accanto."
"Lo so. E infatti ci dovrò tornare tra qualche giorno. Io ed Haley dobbiamo preparare il provino."
"Lo so. L'ho chiamata prima. Ti prenoto il biglietto allora."
"Grazie papà. Grazie di tutto." Lui mi sorride e poi si alza. Va verso la porta "E se mi accettano a Stanford?"
"Fa il provino. Se ti accettassero da entrambi le parti prenderei la tua decisione. Ma in qualunque scuola tu riesca ad entrare voglio il massimo. Lo sai."
"Si, lo so bene." Mi sorride nuovamente e poi lascia la mia stanza. Inizio a raccogliere le mie cose. Avevo portato veramente un sacco di cose. Dopo un po' mio padre torna e mi dice di avermi prenotato il volo per la mattina seguente.
Mia madre mi aiuta a fare le valigie e di nuovo questa stanza torna vuota.
La mattina seguente mi sveglio prestissimo e mi preparo per andare all'aeroporto. I miei mi accompagnano e quando chiamano l'imbarco per il mio volo mio padre mi chiede se sono sicura "Si, sto bene papà. Mi sono ripresa."
"Voglio esserne certo. Chiamaci quando hai terminato la visita okay?"
"Certo. Ci sentiamo dopo." Li saluto e me ne vado.
Haley, dopo aver saputo che oggi sarei tornata, mi ha prenotato una visita per essere certe che potrò tornare ad allenarmi.
Dopo un volo abbastanza tormentato atterro a New York ed ad attendermi c'è Haley. Ci siamo viste qualche settimana fa ma, essendo abituate a vederci 24 ore su 24, è strano non vedersi per settimane.
Mi aiuta le valigie e poi passiamo da casa prima di andare in ospedale, dove c'è Dylan ad aspettarci.
Quando entriamo nella stanza dell'ospedale la tensione si taglia con il coltello. Ho fatto una risonanza magnetica al ginocchio e stiamo aspettando che il medico ci dia i risultati. Il responso del medico è del tutto positivo, sto benissimo e posso tornare ad allenarmi. Con cautela, ma posso tornare a farlo.
Usciamo dall'ospedale totalmente soddisfatti e quando Dylan ci saluta per tornare a lavoro fermo Haley "Che succede?"
"Devo ringraziarlo." Dico solamente "Ti accompagno da lui?"
"È la cosa giusta?"
"Devi smettere di chiederti se è o meno la cosa giusta. Fallo, e poi vedi se è stata una cosa giusta o no. Andiamo." Saliamo in macchina e dopo un po' arriviamo davanti all'hotel "Vai, niente ripensamenti." Annuisco e scendo dalla macchina. Entro dentro e la ragazza che sta alla reception mi riconosce e mi fa salire con l'ascensore del personale. Schiaccio l'ultimo piano, quello del suo enorme appartamento. Dopo qualche secondo le porte dell'ascensore si aprono e mi ritrovo davanti alla porta principale di casa sua e suono il campanello.

LOST IN NEW YORK #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora