Capitolo 56

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Maddie Pov
La vulnerabilità. Ogni volta che lo guardo, che ci parlo, la vulnerabilità prende possesso del mio corpo. Come quella sera alla festa. L'alcol che avevo assunto quella sera è stato d'aiuto, ma come mi sento con lui non mi ci sento con nessun'altra persona.
Oltre ad essere vulnerabile adesso mi sento anche stupida. Profondamente stupida.
Ero venuta da lui solo per dirgli grazie. Dovevo ringraziarlo ed andarmene, non mettermi a litigare, e non di certo a piangere.
Il tempo che impieghiamo per tornare nella sua stanza sembra quasi un'eternità.
Quando ha fatto ripartire l'ascensore gli sono letteralmente saltata addosso e ancora non mi sono allontanata dal suo corpo nemmeno di un centimetro, e lui neanche per un secondo mi ha mollato. Non ho idea di cosa possa significare tutto questo, non so quanto possa essere sano questo per entrambi. Non so quanto ancora resisterò. Entriamo nella sua stanza, chiude la porta e poi mi lascia cadere sul letto, ma ancora non riesco a staccarmi del tutto.
Ci vuole tutta la forza che ho in corpo per staccarmi del tutto. Non lo guardo. Sto cercando di tornare ad avere un battito regolare. In ascensore è stato strano. Come se stessi avendo un attacco di panico. Avrei voluto tirargli uno schiaffo, ma il battito aumentava ogni secondo di più, sentivo il respiro mancarmi e la mia visione non era più così chiara e limpida. Ho iniziato a piangere e mi sono come accasciata addosso a lui, come se lui potesse salvare la situazione.
"Mi dispiace veramente di aver detto quelle cose."
"No, è tutto vero. Lo sappiamo entrambi."
"Va tutto bene? Non ti ho mai vista così. In ascensore.. sembrava che tu stessi male."
"No, sto bene." Mi scruta profondamente negli occhi "Non so cosa sia successo, ma devi dirmi, anzi, devi giurarmi, che adesso stai bene. E ricordati che so quando menti."
"Sto bene, te lo giuro." E non sto mentendo. Se non fosse stato lì non avrei avuto questa crisi ma, allo stesso tempo, se non fosse stato lì non avrei ritrovato la calma.
"Non ero venuta qui per stare male."
"Lo so. E io non ti volevo qui per urlarti contro."
"Lo so. Ma sarebbe dovuto succedere."
"Ti prendo un po' d'acqua." Dice allontanandosi per prendermi l'acqua "Elias sto bene." Dico per poi accettare l'acqua "Hai veramente pensato di rimanere qui per me?"
"Sì" risponde dopo qualche minuto di silenzio "l'ho pensato spesso. Ed ho accettato la borsa di studio solo quando sei andata a Los Angeles."
"E perché hai inviato quella richiesta alla Juilliard al posto mio?"
"Avevo appena combinato un disastro. Avevo distrutto la nostra relazione. Ho pensato che fare quel passo mi avrebbe aiutato. E forse, un pochino, mi ha aiutato."
"In che modo?"
"Ti hanno selezionata per un provino. E per ringraziarmi sei tornata da me."
"È stato uno dei gesti più belli che qualcuno abbia fatto per me."
Quando Kyle mi ha tradita sono stata male, ma forse neanche troppo. Quando l'ho scoperto sono corsa da lui a piangere, sono corsa in una nuova relazione. Non che questa relazione sia paragonabile a quella che avevo con Kyle, sia chiaro, ma ho come l'impressione di essermi  buttata ancora in qualcosa di nuovo quando quella sera, per evitare il confronto, sono tornata a New York con Nate. Non ci sono spiegazioni per i tradimenti. E, anche se il tradimento di Kyle è stato più pesante di questo che, in fin dei conti è stato solo un bacio a stampo, li ho affrontati nella stessa maniera, ossia buttandomi addosso al primo che mi stava dietro. Cosa che non avrei dovuto fare con lui, con la persona con cui ho condiviso tutto, con la persona a cui ho dato tutto. E mi sento terribilmente in colpa perché, anche se sono passati mesi, io ancora evito di avere un confronto normale.
"Che stai pensando?"
"Che devo affrontare quella conversazione da persona matura."
"Di che parli?"
"Di quel bacio. E di come mi sono comportata. Non sarei mai dovuta andarmene con Nate, avrei dovuto aver più rispetto per la nostra relazione. Per te." Dico cercando di trattenere le lacrime "Ho fatto un errore grandissimo. Ti ho trattato nello stesso modo di Kyle. Sono andata a letto con Nate, ci sono uscita insieme.. mi sono comportata da bambina."
"Non hai idea di quanto ho sofferto."
"Mi dispiace. Non sarei dovuta andare via. Non sarei neanche dovuta uscire con lui. Ti ho ferito e non me lo perdonerò mai. Sono stata una stronza e merito tutto questo."
"Non dire stronzate. Anche io ti ho ferita e non ne avevo alcun motivo e mi sento in colpa da morire."
"E se semplicemente non fossimo fatti l'uno per l'altra?" Non so con quale coraggio dico queste parole.
"Stai scherzando. Vero?" Alzo le spalle "E se fosse davvero così?"
"Smettila. Come puoi davvero pensarlo? Dopo quello che abbiamo passato pensi davvero che non siamo fatti l'uno per l'altra?"
"E allora trovami una spiegazione. Perché non riusciamo a stare insieme?"
"Perché tu te ne sei andata e mi hai mandato via. Mi hai bloccato per mesi per evitarmi. Le relazioni si fanno funzionare, si deve trovare una soluzione, non ci si evita per mesi." Resto in silenzio di fronte alle sue parole. Ha ragione, sono io che non ho voluto farla funzionare, lui ci ha sempre provato con tutte le sue forze, io no.
"Senti, non voglio dire che è colpa tua.." inizia vedendo che stavo in silenzio da troppo. Solitamente quando vengo incolpata per qualcosa, anche se ho davvero la colpa, mi arrabbio tantissimo, e il fatto che sia stata in silenzio stavolta è decisamente strano.
"Sento che vorrei poterti dare cento ed invece mi fermo e ti do 80."
"Anche questa cosa si può risolvere. Devi solo volerlo Mads."
"Mads?" Chiedo io contrariata dal nomignolo "Giusto. Devi solo volerlo Madison." Dice ridendo "Non chiamarmi così." Rispondo assottigliando gli occhi cercando di sembrare arrabbiata e lui mi abbraccia facendomi tornare a sorridere.
Con lui è tutto così. Fino a cinque minuti fa avrei voluto picchiarlo, adesso stiamo ridendo e 'discutendo' come se non fosse successo niente, come facevamo quando ancora stavamo insieme. E non so cosa significhi, ma so che questa sensazione la sento solo con lui.
"Però devi ammettere che Mads è più carino di Madison."
"Abbiamo scelto Maddie, perché devi storpiare ancora di più il mio nome?"
"Mads è carino. Ti si addice." Gli metto una mano sul viso e lo spingo sul letto e lui ride.
"Stronzo."
Intanto di sotto inizio a sentire delle voci, i genitori di Elias devono essere tornati e, dato che mi ha aperto Lila, non posso evitarli. Dopo poco, infatti, bussano alla porta e sua madre entra "Ciao! Lila mi ha detto che c'eri anche tu! Come stai tesoro?" Mi alzo e vado incontro ad Eleonor e l'abbraccio "Sto molto meglio. Ma la prova più grande sarà tornare ad allenarmi."
"Oh, ce la farai senza problemi. Sei forte."
"Grazie Eleonor, lo apprezzo."
"Non sapevo che saresti tornata così presto a New York. Quando avevo parlato con Haley mi aveva detto che saresti tornata all'inizio dell'anno scolastico."
"Già, ma ho ricevuto una notizia importante e dovevo tornare."
"Spero una buona notizia."
"Si, credo che lo sia. Mi hanno convocato per un provino alla Juilliard."
"Oddio cara, ma certo che è una buona notizia! È una bellissima notizia! Congratulazioni! Non sapevo che avevi fatto domanda." Già, neanche io fino a ieri. Eleonor mi abbraccia e mi chiedo se dovrei dirle che è stato proprio suo figlio a fare domanda al posto mio.
"Okay, resti da noi a cena cara?"
"Credo che Haley mi voglia a cena con loro stasera. È tanto che non ci vediamo."
"Hai ragione. Ti aspetto un altro giorno allora. Adesso vado di sotto." Dice per poi andare verso la porta. Ci guarda tutta sorridente per qualche secondo e poi chiude la porta.
"Non glielo avevi detto?"
"Di cosa?"
"Che hai fatto richiesta al posto mio." Dico sedendomi di nuovo sulla sedia "Oh no. Preferivo tenerlo per me. Neanche tu avresti dovuto saperlo."
"Se non ci fossi arrivata da sola non me lo avresti mai detto?"
"Non nell'immediato futuro. Magari alla fine del college te lo avrei accennato."
"E invece avresti dovuto dirlo subito."
"Non avrebbe cambiato niente. E non volevo che tu cambiassi idea solo per questa cosa."
"Spero che verrai a vedermi all'audizione."
"Se non ci urleremo contro prima di quel giorno ci sarò sicuramente." Risponde sorridendomi e penso che vorrei tanto baciarlo. Sono passati quasi due mesi, due mesi in cui l'ho pensato, in cui ho pensato a noi. E vorrei veramente baciarlo "Vorrei poter tornare indietro." Dico inconsciamente a voce alta "Anche io Mads." Mi dice avvicinando la mia sedia al letto, dove sta seduto lui. So dove vuole andare a finire con questo gesto, perché anche io mi sto trattenendo, ma non voglio fare la cosa sbagliata e..
Aspetta, cosa mi ha detto Haley? 'Fallo e vedi se è la cosa giusta. Niente ripensamenti'.
E stavolta, forse sbagliando del tutto, o forse no, decido di seguire il suo consiglio e azzero la distanza salendogli addosso, cogliendolo quasi di sorpresa, e baciandolo. Dio quanto mi era mancato.
In una frazione di secondo la sua maglietta è per terra insieme alla mia e faccio il secondo errore, o forse no, della giornata. E mentre lo faccio mi sento così felice. Haley aveva ragione, basta pensarci troppo, se non lo fai non saprai mai se hai sbagliato o meno. E se ho sbagliato almeno ho fatto lo sbaglio giusto "Sei sicura?"
"Sicurissima."

Sono quasi le sette e penso che sia ora di tornare a casa. Mi alzo dal letto e ripesco da terra i miei vestiti. Prendo i pantaloni e faccia una fatica enorme a indossarli. Non capisco perché mi ostino sempre a mettere pantaloni così stretti. Inizio a saltellare per la stanza cercando di sistemarli "Aspetta. Faccio io." Dice lui tirando su i jeans facendo attenzione al ginocchio e poi chiude i bottoni e la cerniera. Gli sorrido, lo bacio e indosso la maglietta che mi passa.
Finiamo di vestirci e dopo essermi sistemata i capelli in una coda usciamo dalla sua stanza.
Poco dopo Elias accosta accanto a casa e gli chiedo di entrare "Sei sicura?"
"Smetti di chiedermi se sono sicura. Vieni dentro e basta."
Spegne la macchina e mi segue dentro casa "Sono tornata." Dico e non faccio in tempo a chiudere la porta che sento la voce di Kenzie chiamarmi "Ciao amorina!" Dico prendendola in braccio "Mi sei mancata tantissimo."
"Anche tu tata." Le do un bacio sulla guancia e la rimetto giù. Vado verso la cucina e Steph mi corre incontro "La nostra stronzetta è tornata!" Dice abbracciandomi "Ci sei mancata tantissimo."
"Anche tu stronza. Un po' di vino per il la piccola Maddie?" Chiedo guardando Haley con la faccia da cucciolo e, dopo aver sbuffato, passa ad entrambi i bicchieri "Grazie Haley."
Non faccio in tempo a bere un sorso che il bicchiere mi viene preso di mano "Sei tornata da un secondo e prima di venire a salutarmi ti alcolizzi?" Mi volto verso quello scemo "Se tu non ti fai vedere come faccio a sapere che sei qui?"
"Vieni qui piccoletta." Dice stringendomi in un forte abbraccio "Mi siete mancati tutti ragazzi."
"Elias rimani con noi?" Chiede Haley con un sorriso dei suoi "No, non preoccuparti.. io.."
"Dai su non farti pregare! Rimani con noi. A Maddie fa piacere." Cantilena Steph appoggiandosi all'isola della cucina. Lui mi guarda, poi scambia uno sguardo con Dylan e alla fine, forse per far smettere alle ragazze di parlare, accetta.
"Adesso silenzio ragazzi!" Dice Haley a un certo punto "Maddie ha una notizia per tutti voi!"
"Non glielo hai detto?" Le chiedo sottovoce "No, dovevi dare tu la notizia." Dice anche lei a bassa voce "Okay. Allora.. Ehm.. la farò molto semplice. Ho un provino per la Juilliard!"
"Congratulazioni tesoro!"
"Non sapevo che avevi fatto domanda. Perché non ce lo hai detto?"
"Perché ho fatto io domanda al posto suo." Dice Elias spiazzandomi. Aveva detto che preferiva tenerlo per se.
"Ho sempre detto che oltre ad essere figo avevi pure un cervello funzionante."
"Steph." La rimbecca Haley ridacchiando. Mentre le ragazza si lamentano di non aver ricevuto mai gesti così io, senza farmi vedere, avvicino la mia mano alla sua e gliela stringo più forte che posso. Non so come ho potuto pensare anche solo per un secondo di lasciarlo andare. E, mentre stringo la sua mano e ci guardiamo, mi accorgo per la prima volta dello sguardo di cui sempre mi parlava Dylan. Lo prendo da parte ed usciamo "Che c'è? Ho sbagliato a dirlo?" Scuoto la testa "Ci ho pensato molto in queste settimane. E finalmente l'ho capito."
"Cosa?"
"Vada come vada, una seconda opportunità ce la meritiamo." Lui mi prende in braccio, incrocio le gambe alla sua vita e ci baciamo. E non mi sono mai sentita così bene.

LOST IN NEW YORK #WATTYS2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora