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𝙴𝚅𝙴𝚁𝚈𝙳𝙰𝚈 𝙵𝙸𝙻𝙻𝙸𝙴.
『𝖼𝗁𝖺𝗉𝗍𝖾𝗋 𝗌𝖾𝗏𝖾𝗇𝗍𝖾𝖾𝗇: 𝗍𝗁𝖾 𝖺𝖽𝗈𝗋𝖺𝖻𝗅𝖾 𝗃𝖺𝖾𝖽𝖾𝗇.』

«Smettila, Mills.» mi supplica ancora Wolfhard, senza distogliere lo sguardo dal mio viso, lontano dal suo di pochi centimetri.

Quando mi accorgo della poca distanza tra di noi, lo spingo via con le braccia, osservandolo male.

«Non mi chiamare così.» affermo, continuando con le mie occhiatacce d'odio. Già non lo sopporto ora, figurati quella maledetta sera della prossima settimana, sento che il mio cervello andrà in tilt.

Lui si volta verso la sua "amata", senza fare più caso a me. Dopo vari bacetti e stupidaggini varie, vado via sbattendo la porta. Non rimarrò in camera a vedere i loro sbaciucchiamenti, lasciamo loro un po' di privacy.

Vado verso il mio - ormai - tanto amato cortile, che in queste ultime giornate è il posto perfetto in cui passare le ore: verso le sei il sole va via, lasciando spazio ad un bellissimo cielo stellato.

Però, purtroppo, non sono le sei, la giornata è appena iniziata e mi fa paura pensare a cosa potrebbe succedere.

Mi stendo sul prato, lasciando splendere il sole su di me e sul mio corpo: è così rilassante e vorrei stare qui per ore ed ore.

Il momento "sole" finisce non appena una persona mi fa ombra, non permettendo a quella grossa stella di farmi luce. Subito apro gli occhi per capire chi è, ma avanti a questi ultimi trovo una persona del tutto inaspettata.

«Ciao, Millie. Scusami, non volevo disturbarti.» afferma il ragazzo preoccupato, pensa di avermi infastidito. Beh, non nego che se lo avrebbe fatto Finn lo avrei mandato in un altro mondo, ma lui non merita questo: non mi ha fatto nulla.

«Nulla, Jaeden, accomodati pure.» lo rassicuro, indicando - dopo poco - il prato. Il ragazzo fa come gli dico e si stende al mio fianco, per poi chiudere gli occhi e rilassarsi.

Il silenzio che cala su di noi non è dei migliori, ma fortunatamente, scioglie il ghiaccio che si era formato.

«Ora capisco perché ti vedo sempre qui.» esclama, senza distogliere lo sguardo dal cielo. Al contrario, io m'incuriosisco ed inizio ad osservarlo mentre racconta ciò che vuole dirmi.

«Nonostante l'abbia capito da poco, questo è un posto perfetto: puoi rilassarti a tutte le ore e.. soprattutto dopo un'accaduto alquanto spiacevole oppure, dopo un fatto molto entusiasmante o divertente. Questo è perfetto per ogni tipo di situazione, ma dimmi, Millie Bobby Brown..» anche lui si gira, finalmente, verso di me, iniziando ad osservarmi negli occhi.

«A te cos'è successo?» continua, facendomi rabbrividire: come ha potuto indovinare tutto ciò da un semplice posto?

«Se non vuoi dirmelo fa nulla..»

Mi siedo e dopo poco lui fa lo stesso, mettendosi di fronte a me.

«A volte è come se dei brutti ricordi raffiorassero nella mia mente e, magari, anche quando tutto va per il verso giusto c'è tutto questo che mi blocca. Il solo pensiero di dover soffrire come ho fatto tre anni fa, mi distrugge. Sono stata male per molto tempo: giorni, settimane e addirittura mesi, e adesso voglio soltanto essere felice, perché dopo tutto questo buio, un po' di luce c'è sempre. Ed io ho bisogno della mia.» affermo tutto ad un fiato, con le lacrime che minacciano di uscire. Abbasso il capo per non farmi notare da Jaeden.

«Hai ragione. Ti capisco così tanto, a volte ci sono così tanti momenti bui che sembra di cadere in un oblio: non smettono più e ti stanchi di reagire. Vuoi soltanto che la felicità venga in tuo soccorso, però sai che penso?» chiede osservandomi, alzo lo sguardo iniziando a guardarlo.

Faccio cenno di "no" con la testa, visto che non riesco minimamente a proferire parola.

«Penso che la felicità possiamo trovarla anche nelle persone e non soltanto negli attimi, sicuramente ci sono persone che ti rendono felice e altre no, però credo che se una persona ti rende felice, tu debba restare con quella e con nessun altro. La felicità è la tua, Millie. Tu decidi con chi essere felice, e tu scegli di smettere di soffrire per una determinata persona. Al comando della tua vita, delle tue emozioni e sensazioni, ci sei tu.» continua, finendo con un leggero sorriso.

D'istinto lo abbraccio, senza pensare a cosa potrebbe succedere, non m'interessa. Ha ragione Jaeden: la felicità è la mia, e al comando della mia vita ci sono io. Non m'interessa degli altri come Finn o come Sophia.

«Grazie.» sussurro al suo orecchio, per poi stringerlo di più a me. Lui fa lo stesso, lasciandomi un piccolo bacio sulla testa.

«Beh, ora devo proprio andare, ma.. grazie per tutto ciò, davvero.» affermo alzandomi.

«Anch'io.» si alza anche lui, sorridendomi. Lo saluto e mi allontano.

«Ci vediamo stasera, Brown!» urla, dalla stessa postazione di prima: non si è mosso di un centimetro.

«Assolutamente sì, Martell!» urlo a mia volta, per poi andare via con un sorriso a trentadue denti.

Sento che la mia felicità sta arrivando.

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Spazio autrice.
buongiorno a tutti, guyzz!
questo capitolo mi piace tantissimo perché Jaeden fa capire alla nostra Millie il "significato" - diciamo così - della felicità e noi vogliamo soltanto che stia bene! 😍
Detto questo buon appetito and i luv u ♡

𝐞𝐯𝐞𝐫𝐲𝐝𝐚𝐲.     ❪ fillie ❫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora