Capitolo 4

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Quando Adrien entrò in classe, Marinette tenne la testa china e lo sguardo fisso sul banco per evitare di incontrare il verde dei suoi occhi. Si limitò ad ascoltare la conversazione tra lui e Nino, che gli chiese che fine avesse fatto la sera prima.

«Scusatemi tanto, ragazzi. Ho avuto un piccolo problema con mio padre... come al solito.»

Sì, ma questo non giustifica il non averci avvisato, pensò Marinette.

Come se le avesse letto nel pensiero, Nino disse esattamente le stesse parole.

«Non ho giustificazioni e non perderò tempo a inventarmele. Non ci ho pensato, perché ero furibondo con papà. Vi chiedo scusa per questo.»

Marinette chiusi gli occhi e sospirò. Sobbalzò quando sentì una mano sovrapporsi alla sua; sollevò lo sguardo e vide Adrien di fronte a lei, gli occhi verdi supplicanti e l'espressione di un cane bastonato.

«Perdonami, Marinette. Non era certo mia intenzione ferirti.»

Lei deglutì a fatica, poi gli sorrise. «N-no, ma che dici? Non preoccuparti, capisco che tuo padre è una specie di tiranno... U-un uomo severo, volevo dire!» si corresse, passandosi una mano sulla nuca per il disagio. «Non devi certo giustificarti e scusarti per questo!»

«Allora siamo ancora amici?» le chiese speranzoso.

Marinette sgranò gli occhi. «A-a-amici?! Ma certo! Noi siamo amicissimi, puoi contare sempre su questo!»

Alya la guardò come se fosse una mentecatta e scosse lentamente la testa, Nino sorrise e annuì soddisfatto, mentre Adrien la ringraziò prima di girarsi e mettersi seduto per l'inizio della lezione di matematica.

Non appena il ragazzo le diede le spalle, Marinette appoggiò la fronte sul banco desiderando di sbattercela ripetutamente.

Siamo amicissimi...

Alya le diede delle pacche sulla schiena e lei sentì le lacrime pungerle gli occhi.

Siamo amicissimi...

*

Finite le lezioni, tutto quello che Marinette desiderava era tornarsene a casa, prendere una scatola di macaron colorati e rifugiarsi sul balcone a mangiarli insieme a un bicchiere di latte freddo.

Stava scendendo la gradinata della scuola insieme ad Alya, il parlottare concitato degli altri studenti era solo un suono caotico e lontano, la sua mente stava cercando di pensare solo ai dolcetti per evitare di disperarsi per Adrien. Era dentro una bolla di sapone, le voci erano distanti; tutto il resto del mondo lo era.

Perciò Marinette non si accorse di un grido, né dell'ondata di panico che si diffuse intorno a lei, finché la bolla non scoppiò. Avvenne in modo brusco e inaspettato: d'un tratto Marinette si era ritrovata a terra con Adrien sopra di lei. I rumori le inondarono di nuovo la testa e quando sentì una parola aleggiare tra le bocche degli studenti del Françoise Dupont, non riuscì neanche a imbarazzarsi per avere il naso di Adrien a pochi centimetri dal suo.

«Akuma!» strillavano i ragazzi.

«Stai bene?» le chiese Adrien.

Marinette, incapace di proferire una sola parola per lo shock, annuì lentamente. Adrien si alzò in piedi e poi l'aiutò a fare altrettanto; entrambi si voltarono a cercare con lo sguardo la piccola farfalla dalla livrea scura e la videro svolazzare sopra le teste degli studenti impauriti.

Alya e Nino si avvicinarono ai loro amici. «Stavi per essere akumizzata, Marinette!» esclamò la ragazza.

«Cosa?! Io?!»

MIRACULOUS - Sans toi je n'existe pasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora