Capitolo 9

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L'interrogazione di Nino fu un disastro, Juleka si era ritrovata a rispondere a tutte le domande che Madame Mendeleiev aveva rivolto a lui. La professoressa era insoddisfatta di uno degli alunni più promettenti e lo aveva rimandato al posto con un'insufficienza, complimentandosi poi con Juleka per la correttezza delle sue risposte.

Nino sedeva incurvato e mogio, Adrien cercò di consolarlo proponendosi di aiutarlo a studiare per recuperare il voto e Alya lanciava occhiatacce omicide all'insegnante che stava uscendo dalla classe.

«Pazzesco!» borbottò poi. «Lo ha tartassato di domande impossibili!»

«A Madame Mendeleiev piace girare il coltello nella piaga» disse Marinette, lo sguardo fisso sulla nuca di Adrien. Da quando si era risvegliata, nella testa aveva mille pensieri.

E se Adrien fosse... No, non è possibile!

Eppure il suo cervello continuava a sovrapporre il giovane modello alla figura scura di Chat Noir.

Marinette sbuffò e si sdraiò sul banco, il capo nascosto tra le braccia.

Perché non sogno unicorni arcobaleno, invece che quel gattaccio nero?!

«Che hai, Marinette?» le chiese Alya.

«Niente» borbottò, la voce ovattata dalla felpa.

Adrien non può essere Chat Noir. Hanno dei caratteri completamente opposti! Non basta un buon profumo a far sì che due ragazzi siano la stessa persona!

«Marinette?»

Lei sobbalzò, non era stata Alya a chiamarla, questa volta. Sollevò la testa e incrociò lo sguardo smeraldino di Adrien.

«Vorrei parlarti, se per te va bene.»

E come faccio a dirti di no, se mi fai quel sorriso?!

Deglutì la saliva che non aveva e annuì. Alya li guardò uscire con occhi sgranati, scalpitante di curiosità.

Una volta in corridoio, Adrien si appoggiò con la schiena al muro di mattoni e infilò le mani nelle tasche dei jeans.

«Voglio scusarmi con te. Di nuovo.»

«P-p-per cosa?» balbettò lei.

«Sono stato uno stupido a non accorgermi di te» disse, le guance imporporate.

È in imbarazzo?!, si stupì Marinette.

«I-io non so di...»

«Ti prego, Marinette. Non c'è bisogno di fingere» le sorrise. «Adesso ho capito. E lo so che è tardi e che ti ho ferita, ma volevo chiederti di...»

Delle grida acute sovrastarono le sue parole, una folla di studenti si accalcò davanti alle finestre del corridoio e, dopo essersi scambiati uno sguardo, Marinette e Adrien li imitarono.

Fuori il tempo sembrava impazzito, Parigi era sovrastata da una densa coltre di nuvole grigie, il vento fischiava e faceva sbattere le imposte. Sull'intera Capitale sembrava essere scesa la notte, su di essa si stava abbattendo un temporale fuori stagione e, quando videro dei vortici avvilupparsi e scendere dall'alto, del tutto anormale.

Oh, no! Non di nuovo!

«È come quattro mesi fa!» esclamò Adrien.

Alya e Nino li raggiunsero di corsa. «Vedrete che Ladybug e Chat Noir salveranno la situazione anche questa volta!» esclamò la prima, tirando fuori il cellulare dalla tasca e cominciando a filmare. «L'hanno già fatto, no? Sarà un gioco da ragazzi!»

MIRACULOUS - Sans toi je n'existe pasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora