Capitolo 15

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Marinette ebbe un tuffo al cuore, sollevò la testa e vide una sagoma scura abbarbicata sulla cima del camino.

«Bonsoir, Milady!» la salutò lui, sollevando una mano. Dopodiché balzò giù dal comignolo per atterrare aggraziatamente di fronte a lei, tendendole poi una mano per aiutarla ad alzarsi.

Marinette rimase immobile nella sua posizione, lo sguardo allucinato e il cuore che galoppava come uno stallone impazzito.

Chat Noir sfoggiò un sorrisetto furbo. «Sì, di solito il mio fascino fa questo effetto!»

La ragazza si era immaginata e sognata tante volte quel momento. Aveva immaginato di corrergli incontro, di abbracciarlo, di dirgli quanto gli fosse mancato e quanto lo amasse. Eppure, in quell'istante non accadde nulla di tutto ciò. La sua spavalderia le aveva appena acceso una miccia nel petto che subito divampò in un incendio di rabbia.

«Il tuo fascino?!» esclamò con ira alzandosi in piedi.

Chat Noir fece sparire all'istante l'espressione da Don Giovanni e indietreggiò. «Wow... e io che credevo di esserti mancato!» esclamò ridacchiando.

Marinette lo spintonò mettendoci tutta la forza che aveva, e ora che era in piedi di fronte a lui si accorse di quanto quei tre anni lo avessero cambiato fisicamente. Adrien era cresciuto ancora, era molto più alto, slanciato, dal fisco asciutto e con le spalle larghe. Con la tuta di Chat Noir indosso era semplicemente perfetto.

Lo spinse ancora e lui la lasciò fare, arretrando di un paio di passi.

«Calmati, insettina!»

«Calmati un corno!» Lo colpì ancora una volta, ma lui non si lasciò spostare. Chat Noir le prese i polsi e la fermò. Marinette strattonò le braccia e si divincolò per liberarsi, finché non scoppiò a piangere, lasciando che tutta la frustrazione, il dolore e la paura sfogassero via.

Chat Noir le lasciò i polsi e la strinse in un abbraccio; Marinette affondò il viso sul suo petto e sentì per la prima volta dopo tantissimo tempo il suo profumo, il profumo di sandalo di Adrien. Stava tremando e ringraziò che lui la stesse tenendo saldamente tra le braccia, altrimenti sarebbe sicuramente crollata e precipitata giù dal tetto. Per Alya sarebbe stato uno scoop da miliardi di visualizzazioni: "Ladybug spianta sull'asfalto a mo' di pelle d'orso". Un orso a pois, si intende.

Rimasero fermi e in silenzio per parecchio: lei non riusciva a frenare le lacrime, lui non smetteva di cullarla tra le sue braccia.

*

Accidenti se la sua Lady gli era mancata! Era diventata una donna, era stupenda e lui l'aveva fatta soffrire. Di nuovo. Perché finiva sempre per farla piangere?

Da quando aveva messo piede a Parigi, non aveva voluto fare altro che incontrarla, ma i giornalisti avevano reso tutto più difficile. Suo padre non voleva che andasse a zonzo, il suo ritorno doveva essere sorprendente, i suoi scatti fotografici fatti in Medio Oriente dovevano tappezzare tutta Parigi, il mattino seguente.

Marketing. Alla fine era sempre quello lo scopo: fare marketing. Peccato che ci rimetteva sempre lui e anche dopo tutto quello che era successo, suo padre non se ne rendeva conto.

Durante quegli anni, Adrien gli aveva spesso detto di voler riprendere la sua vita, di voler contattare i suoi amici, di dir loro che stava bene. Ma era difficile quando si era in un altro continente, in una zona dove era tanto che esisteva il telefono fisso e con un padre che non desiderava altro che farlo sparire dal mondo.

Il Maestro Fu non era stato d'aiuto: l'ometto aveva deciso di restare in Tibet e godersi la vita nella sua semplicità, senza più Miraculous, senza più doveri e preoccupazioni. Era troppo vecchio, ormai, e aveva ceduto il passo ai giovani.

MIRACULOUS - Sans toi je n'existe pasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora