Capitolo 12

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Marinette sedeva in sala d'aspetto, l'odore di disinfettante che permeava l'ospedale le faceva arricciare il naso e bruciare gli occhi. O forse quella era solo la scusa che rifilava ad Alya quando l'amica la consolava capendo che era sul punto di piangere.

Ufficialmente, Adrien era una vittima dell'uragano: una finestra si era spaccata e mille frammenti di vetro lo avevano colpito alla schiena. Ma la verità era ben altra e Marinette non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di Chat Noir con le penne di pavone piantate in corpo.

Si è sacrificato per me...

Se non fosse stato per Adrien, su quel letto d'ospedale ci sarebbe stata lei. Invece Chat Noir aveva dato tutto se stesso per permettere a Ladybug e Papillon di sconfiggere Paon.

Dopo che la donna era precipitata, Gabriel l'aveva raggiunta tra le macerie e le aveva strappato il Miraculous dal petto, dopodiché aveva ordinato all'akuma di placarsi così da consentire a Marinette di purificarla e di far tornare Parigi alla normalità. Nel frattempo Chat Noir si era ritrasformato in Adrien, il suo kwami giaceva a terra affianco a lui ed entrambi respiravano a malapena. Marinette si era occupata del piccolo spiritello, portandolo di corsa dal Maestro Fu, mentre Gabriel non aveva perso altro tempo e aveva chiamato l'ambulanza per suo figlio e la polizia per Nathalie.

Erano passati due giorni da allora, le notizie viaggiavano velocemente alla tivù e sul web e in poco tempo tutta la Francia – e oltre – aveva saputo della tragedia in casa Agreste: durante l'ultimo attacco di Papillon, la fidata segretaria dello stimato stilista ne aveva approfittato per rubare in casa del suo datore di lavoro, mentre il figlio era rimasto gravemente ferito sotto una coltre di vetri.

«Secondo me, ci mandano a casa anche oggi senza darci l'opportunità di vederlo!» protestò Nino. «Se almeno qualcuno si degnasse di dirci come sta!»

Male... Sta male...

Marinette sapeva che il problema non erano tanto le ferite riportate, quanto l'agente velenifero che le aveva infettate.

Anche Plagg non se la sta cavando bene, pensò, ricordando lo sguardo preoccupato di Tikki. Era la prima volta che Marinette si separava dal suo kwami, che era voluto restare vicino al suo amico a casa di Maestro Fu. In quei due giorni Marinette aveva fatto la spola tra l'ospedale e l'appartamento del Guardiano, e non aveva ricevuto buone notizie in nessuno dei due posti.

Se solo potessi fare qualcosa, invece che starmene con le mani in mano ad aspettare!

«Era solo qualche scheggia» disse Alya cercando di essere d'aiuto. «Secondo me è il signor Agreste che non vuole si sappia nulla. I giornali ci vanno a nozze con quanto successo. Immagino voglia solo un po' di privacy.»

Nino si alzò dalla sedia e prese a camminare su e giù per la stanza. «Ma noi siamo suoi amici!»

«È inutile che ti arrabbi tanto, neanche Chloé è riuscita a fare nulla. Lei che si vanta dei mille agganci e delle conoscenze di suo padre!»

È vero, pensò Marinette. Ma forse io conosco qualcuno che Gabriel Agreste non si rifiuterà di incontrare.

«Credo che andrò a casa» disse. Guardò l'orologio a muro e aggiunse: «L'infermiera arriverà a momenti per mandarci via, l'ora delle visite è finita da un pezzo».

Nino incrociò le braccia al petto con stizza. «Peccato che noi non l'abbiamo fatta, la visita!»

«Marinette ha ragione.» Alya si avvicinò al ragazzo e gli diede un bacio sulla guancia. «Torneremo domani. Adesso è tardi e io devo andare a fare da babysitter alle mie sorelle.»

MIRACULOUS - Sans toi je n'existe pasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora