Capitolo 17

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Marinette non riuscì a chiudere occhio, quella notte. Ripensò a quante volte Adrien le avesse detto di amarla, di amare Ladybug e Marinette. Lo aveva fatto senza il minimo dubbio, così come era accaduto orami tre anni prima sul tetto della scuola, quando si erano baciati.

"Ti amo, insettina. E farò di tutto per tornare da te. Te lo prometto.", le aveva detto.

Ed era tornato e continuava ad amarla come allora.

«Tikki?» chiamò nel buio della stanza. «Sei sveglia?»

Dopo un istante, il kwami rispose. «Sì. Ma tu non dovresti» disse con un tono che mal celava il divertimento.

«Non riesco a dormire.»

«È naturale, Marinette. Immagino che tu vorresti essere con lui.»

La ragazza sorrise. «Sì, lo vorrei.» Si passò il dorso della mano sugli occhi e si scostò i capelli dalla fronte. «Ho da dirgli tante di quelle cose!»

«Non affrettarti, adesso avete tutto il tempo che volete» disse Tikki.

«Lo pensavo anche l'ultima volta. Poi lui se n'è andato per tre anni.» Si tirò su e si allungò per aprire il lucernaio.

«Dove vai?» le domandò lo spiritello rosso.

«Da nessuna parte. Ho solo bisogno d'aria.»

Marinette salì sul balcone e ammirò il panorama notturno di Parigi. La Torre Eiffel brillava in tutta la sua altezza, le luci dei lampioni e delle insegne punteggiavano le strade di brillantini colorati.

«Non gli ho detto cosa provo per lui» sospirò appoggiandosi con i gomiti alla balaustra. «Lui lo fa così spesso e con così tanta spontaneità! Mentre io... Io sono brava solo a balbettare e dirgli che sto con un altro.»

Tikki svolazzò oltre il balcone e le si mise di fronte. «Se non sbaglio, le tue ultime parole in proposito sono state: "Io voglio stare con te"! Testuale!» le ricordò il kwami. «E poi, Marinette, forse non glielo avrai ancora confessato a voce, ma il tuo comportamento e le tue emozioni sono cristalline. Non può non essersi accorto di quello che provi per lui! È palese che entrambi non avete altro per la testa che voi» ridacchiò.

Marinette le sorrise, la prese tra le mani e le diede un bacio sulla testolina a pois.

«Tu che sei la mia coscienza, se ora volessi di andare da Adrien, mi diresti di no, vero?»

Tikki addolcì lo sguardo. «Domani hai una consegna importante. Devi finire quel lavoro nel laboratorio di sartoria e spedire i bozzetti per il concorso che, se non l'hai dimenticato, è per la selezione nell'azienda Agreste. Sai che se ti prendessero, potresti avere l'occasione di creare gli abiti per Adrien?»

Marinette la guardò sgranando gli occhi. Con tutto quello che era capitato in quell'ultima giornata e con le preoccupazioni che l'assillavano da anni, la ragazza non aveva pensato affatto a quell'eventualità. Per un istante, l'adolescente che era stata tornò a galla e la fece arrossire come quando a scuola le capitava di fare un lavoro di gruppo con Adrien.

«Mon Dieu, Tikki! Sarebbe fantastico!»

Il kwami annuì.

«Sei la migliore!»

«Ho solo più di cinquemila anni di esperienza, un po' di saggezza si suppone ce l'abbia» disse.

*

Il mattino dopo, come previsto, il viso di Adrien tappezzava buona parte di Parigi. Marinette lo vide in ogni angolo della città mentre con l'autobus raggiungeva l'accademia. Percepiva un sentimento nuovo in lei, qualcosa che ricordava la gelosia, o che forse lo era. Da quel giorno avrebbe dovuto condividere col resto della Francia il ragazzo che amava, accettare che Adrien avrebbe avuto una schiera di spasimanti e fan sfegatate alle calcagna, che la felicità di averlo vicino non sarebbe stata sua esclusiva.

MIRACULOUS - Sans toi je n'existe pasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora