Capitolo 3

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Adrien non si era presentato all'appuntamento e non aveva neanche risposto al telefono. Nino si era scusato al posto suo, continuando a dire che doveva aver avuto un imprevisto, che era probabile che suo padre gli avesse vietato di uscire e gli avesse perfino sequestrato il cellulare. Ma per quanto le scuse che il ragazzo aveva propinato in difesa del suo amico fossero credibili o meno, Marinette non poteva che essere delusa. Dopo aver aspettato Adrien per più di un'ora, aveva deciso di non fare il terzo incomodo e di lasciare Alya e Nino in pace, evitando di rovinare la loro serata col suo muso lungo e con un'aura di tristezza a circondarla, e prendendo la strada verso casa.

«Non essere triste, Marinette» le disse Tikki sbucando dalla borsetta a tracolla. «Vedrai che c'è una valida spiegazione. Sono sicura che Adrien sarebbe venuto, se avesse potuto.»

«E se invece oggi avesse accettato di venire solo per liberarsi di me?»

Il kwami scosse la testolina. «Sai che non è il tipo che fa certe cose. Non abbatterti, Marinette.»

La ragazza le sorrise con gratitudine. Tikki era il miglior spiritello che potesse capitarle, sempre pronta a motivarla e incoraggiarla, ad allungarle una zampetta e starle vicino in qualunque momento per qualunque ragione. Era stata fortunata a essere designata come sua portatrice, il Maestro Fu era un ottimo Guardiano dei Miraculous e aveva capito l'esigenza di Marinette, di quanto fosse indispensabile un kwami come Tikki al suo fianco per farla diventare l'eroina che era destinata a essere.

Marinette era poco distante da casa sua quando un'ombra saltò giù da un tetto e atterrò aggraziatamente sul marciapiede che lei stava percorrendo. La ragazza sobbalzò e indietreggiò per lo spavento, meravigliandosi poi di chi fosse appena apparso di fronte a lei.

«Chat Noir?!» esclamò.

Il ragazzo, accucciato a terra, si raddrizzò sulle gambe e sorrise. «In persona!» disse facendo un inchino. «E pronto a scortarti fino a casa!»

Marinette inarcò un sopracciglio. «Non ho bisogno di essere scortata. E poi casa mia è proprio là» disse indicando la pasticceria dei suoi genitori.

«Che ci fai in giro a quest'ora della notte? Non sai che è pericoloso?» domandò Chat Noir, ignorando ciò che lei gli aveva appena detto.

La ragazza abbassò lo sguardo a terra. «Sono uscita con degli amici. Niente di che.» Sollevò gli occhi sul giovane eroe, Chat Noir inclinò la testa di lato e incrociò le braccia al petto. «Tu, piuttosto, che ci fai in giro?»

Lui sfoggiò un sorriso scaltro. «Sono il guardiano di Parigi, è mio dovere pattugliare le strade e controllare che tutto sia a posto!»

«E Ladybug?» gli chiese.

Chat Noir si grattò la testa dietro una delle orecchie del costume. «Lei è... Anche lei fa le ronde. Insieme a me! Io e lei siamo inseparabili!»

«Sì... Lo immagino...»

Che gatto bugiardo!, pensò Marinette.

«Senti un po', Chat Noir» disse facendo la vaga. «In molti... anzi, tutti qui a Parigi ci stiamo chiedendo che fine abbiate fatto tu e Ladybug. Inoltre, è da qualche tempo che non si vedono più akuma in giro, quindi... Avete per caso sconfitto Papillon e non lo avete detto a nessuno?»

Chat Noir si appoggiò con una spalla al muro e si guardò gli artigli con nonchalance. «Come vedi, non siamo spariti dalla circolazione, io e Ladybug. Ma non posso darti informazioni, è tutto top secret!»

Marinette assottigliò lo sguardo e scosse la testa. «Strano, di solito ti piace stare sotto i riflettori.»

Chat Noir la guardò sorpreso e lei si pentì subito di ciò che aveva detto. Cercò allora di raddrizzare un po' il tiro.

MIRACULOUS - Sans toi je n'existe pasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora