Capitolo 27

540 29 2
                                    

Sono una fuorilegge...

Marinette fissava il soffitto senza riuscire a prendere sonno. Lei e Adrien avevano trascorso il resto della giornata a guardare notiziari e leggere commenti. Sembrava che tutta Parigi concordasse con la nuova legge erogata, gli intervistati alla tivù chiedevano – anzi, pretendevano! – che Ladybug e Chat Noir si consegnassero alla polizia e che pagassero i danni.

Siamo tutti dei fuorilegge... io, Adrien, Alya, Nino... Chloé!

Per un istante quel pensiero la fece sorridere: Chloé una fuorilegge!

Si alzò dal letto e scese dal soppalco per bere un bicchiere d'acqua, dopodiché prese il cellulare e chiamò Adrien. Erano le due di notte, ma sapeva che lui le avrebbe risposto.

«Ehi, Principessa. Non riesci a dormire, vero?» le rispose.

«No...» sospirò lei.

«Neanche io» ammise.

Rimasero in silenzio per qualche istante.

«Ti va di incontrarci?» le chiese dopo un po'.

«A-adesso?»

«E quando, Milady?» ridacchiò. «Chissà se ricapiterà un momento tranquillo!»

Marinette si strofinò il viso con una mano. «Va bene.»

«Il tuo entusiasmo mi uccide, insettina!»

«Sì, lo so... scusami, ma tutta questa storia mi... mi...! Argh!» sospirò con irritazione.

Percepì Adrien sorridere dall'altro capo del telefono. «Ci vediamo a casa di Maestro Fu tra mezz'ora, d'accordo?»

«D'accordo» accettò. «Aspetta, perché a casa di...?» La domanda le rimase a metà, Adrien aveva già chiuso la chiamata. «E va bene. Forse è meglio se la gente non ci vede bazzicare sempre le stesse zone, o potrebbe insospettirsi» si disse.

Svegliò Tikki scusandosi dell'ora tarda e si trasformò in Ladybug per raggiungere l'ex abitazione di Fu. Adrien le aveva dato una copia della chiave nei giorni scorsi, così entrò senza problemi. Notò che il ragazzo aveva apportato qualche modifica, sostituendo vecchi mobili con alcuni più moderni, installando una tivù LED da 40 pollici in salotto e cambiando il tavolino basso con uno normale.

«Wow!» esclamò entrando in cucina, dove era stata applicata un'isola con degli sgabelli tutt'attorno. Aprì le mensole e il frigorifero e li trovò pieni di cibarie che l'ultima volta non c'erano: un intero scaffale pieno di camembert – ben sigillato per non diffondere la puzza di formaggio –, un altro solo con biscotti al cioccolato per Tikki, pane, latte e quanto necessario per vivere in quell'appartamento.

«Bonsoir, Prrrincipessa!»

Marinette si voltò e vide Chat Noir appoggiato con una spalla allo stipite della porta e le braccia incrociate al petto.

«Vedo che hai fatto dei cambiamenti.»

«Già! Non appena riattacano il gas sono pronto a trasferirmici!»

Lei inarcò un sopracciglio. «Lascerai la tua mega villa per... questo

«Non è lo spazio che mi interessa, ma l'indipendenza» disse. «Anche se questo non significa che mio padre non continuerà a tenermi d'occhio.»

«Sì, sempre se non finiamo dietro le sbarre!»

Chat Noir le si avvicinò e le prese le mani. «Tutto questo finirà, Milady. Te lo prometto. Nel frattempo, considera questo posto come il covo dei briganti!» sogghignò.

MIRACULOUS - Sans toi je n'existe pasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora