Entrata nella mia camera, mi resi conto di come il lusso fosse presente in ogni dove. Non solo dal punto di vista manifatturiero, ma anche, e soprattutto, nell'eleganza dei lenzuoli e delle tende. Io non ero un'intenditrice di moda, ma amavo vestirmi in modo raffinato. La suite era color avorio ed affacciava sull'esterno. In essa vi era un letto matrimoniale, che presentava una trapunta sempre di color avorio, e due poltroncine, che solo a guardarle saliva il desiderio di sedercisi sopra. Ero molto stanca, preferivo riposarmi, eppure a Roberto era venuta la straordinaria idea di voler uscire. Lo adoravo, ma non me la sentivo proprio di andare a prendere una boccata d'aria. In quel momento avrei voluto stendermi sul letto, con la mia vestaglia da notte, e guardare la televisione. Nonostante tutto dovevo accontentarlo, lui era venuto solo per me a Berlino, e dovevo ricambiare. Andai a farmi una doccia, molto breve, non avevo alcuna intenzione di impiegarci un'ora solo per prepararmi. Uscita dal box, aprii le ante dell'armadio e rimasi a lungo ad osservarlo. Non avevo la minima idea di cosa indossare. Alla fine optai per un crop top color argento ed una minigonna di pelle nera, il tutto accompagnato da una giacca di jeans nera e da un paio di scarpe da ginnastica. Nonostante amassi truccarmi, decisi di rimanere il più naturale possibile. Una volta pronta, scesi nella hall ed aspettai Roberto, che come al solito si fece attendere.
«Perdonami dolcezza, ero indeciso se indossare o meno la giacca del completo» Quando apparve davanti a me, potei felicemente constatare che aveva deciso di farne a meno. Era elegante, come al solito, ed i suoi movimenti leggiadri, mi facevano comprendere il motivo per cui era ed è uno dei migliori ballerini al mondo.
«Comunque farò di tutto, affinché possiamo ballare insieme in uno spettacolo, ritengo che tu ne sia all'altezza». Mi porse il braccio ed io accolsi il gesto.
«Non credo lo permetteranno. Tu sei un ballerino di fama mondiale, io sono a stento conosciuta in Italia. Sarebbe un azzardo. Se tutto andasse male, le persone non risparmierebbero gli insulti».
«Posso comprendere le tue paure, quando ero giovane le avevo anche io. Tu, però, dovresti incominciare a fidarti di te stessa: hai talento, sei agile ed espressiva. Ballerine come te ne ho conosciute davvero poche. Potresti portare la danza ad un altro livello, potresti racchiudere due generi totalmente differenti in uno solo. Fidati quando ti dico che sei pronta per tutto ciò. Non bisogna farlo necessariamente, ma credo che potrebbe darti una spinta in più. Anche a livello mondiale». Aveva ragione, lo sapevo, ma la mia paura era troppo forte per poterlo ammettere. Abbassai il capo e decisi di non rispondere, quasi mi vergognavo. A vent'anni avevo ancora paura di danzare. Spostai dietro l'orecchio un ciuffo di capelli biondi e lo guardai, incrociando i miei occhi cerulei con i suoi. Dovevo accettare, dovevo farlo per combattere le mie paure, per combattere me stessa.
« Rob, effettivamente hai ragione, dovremmo ballare insieme». Mi guardò e mi sorrise. Era felice che avessi accettato e, in fondo, lo ero anche io.
Continuammo a conversare, anche delle cose più stupide, fino a quando non ci trovammo davanti al teatro. In un primo momento credetti fosse casuale, successivamente mi resi conto che non era così. Roberto mi trascinò dentro e salì sul palco.
«Credo di sapere cosa dovresti ballare, qui davanti a tutti». Rispose iniziando a piroettare. Sembrava quasi che ci fosse solo lui in quel momento.
«Ah sì, e cosa?». Mi sedetti sul bordo del palco, attendendo una sua risposta.
«Giselle, è perfetto per te». Si fermò e mi si avvicinò. «So cosa stai pensando ma, fidati, saresti una fantastica Giselle».
Io scossi la testa e lo guardai, accennando un sorriso.
«È uno dei miei balletti preferiti, se non il mio preferito, ma davvero non me la sento di ballarla. Non mi rispecchia, non saprei esprimere i miei sentimenti».
Era un racconto drammatico, emozionale ed impegnativo. Una storia amorosa segnata da molteplici difficoltà. Io non ero adatta a quel genere di balletto. Avevo ballato di tutto, ma questo mai. Sapevo che Roberto fosse sicuro di me e delle mie capacità, ma ci sarebbero voluti davvero troppi giorni per prepararlo. Non sarei riuscita ad esibirmi in tempo, se avessi scelto quel pezzo. Eppure qualcosa dentro di me, mi spingeva a farlo, mi dava quasi la certezza che ce l'avrei fatta, che mi sarei superata. Non risposi, lo avrei fatto il giorno seguente, quando avrei rivelato le mie intenzioni. Avevo deciso di pensarci durante la notte. Mi alzai e mi incamminai verso l'esterno, Roberto, che mi seguiva, mi chiese dove volessi andare. Ero molto stanca, la mia idea era quella di tornare in albergo e dormire il più possibile, ma sapevo che lui ci sarebbe rimasto male. Scelsi di accontentarlo, facendolo scegliere. Mi diede un bacio sulla guancia. A volte quello più bambino tra i due sembrava lui, nonostante avesse il doppio dei miei anni... sulla carta. Mi feci trasportare da lui e dalla sua sicurezza. Giungemmo davanti ad un ristorante pluristellato ed io, per la seconda volta nella stessa giornata, spalancai gli occhi.
«Roberto, dovrai pure smetterla di portarmi in questi luoghi lussuosi». Fece spallucce ed aprì la porta per farmi entrare.
STAI LEGGENDO
♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]
FanfictionDafne, una giovane ballerina della Scala di Milano, riesce, grazie all'aiuto del suo insegnante ed amico, ad esibirsi in uno dei teatri più famosi d'Europa. E sarà lì che incontrerà Charles, pilota di Formula 1, di cui si innamorerà. Nulla, però, sa...