Brigit era incantata dal mio danzare, non perdeva di vista neanche un passo. Una volta terminato, mi fermai ed attesi che Roberto mi parlasse.
«Mia cara, ce l'hai fatta». Mi prese per i fianchi e mi fece volteggiare, come se fossi una bambina. Gli sorrisi leggermente e feci un occhiolino alla ragazza.
«Era solo un modo per sbloccarmi, credo che dovremmo esercitarci tutti insieme, non credete?». Tutto il corpo di ballo annuì e subito iniziammo a ballare. C'era qualcosa che non mi convinceva pienamente. Concessi qualche minuto di riposo e mi avvicinai a Roberto, tirandolo in disparte.
«Non credo che un ragazzino di appena quindici anni possa fare la parte di Albrecht. Non mi sento a mio agio e soprattutto ho bisogno di un qualcuno con un minimo di esperienza». Mi guardò per un breve istante e scosse la testa, dandomi ragione.
«Pensavo la stessa cosa, è bravo, ma necessiti di qualcuno che sia al tuo stesso livello». Sorrisi leggermente ed iniziai a pensare a chi potesse rimpiazzarlo.
«Chi sono i ballerini attualmente disponibili?». Roberto mi fece un giro intorno e proferì parola.
«Credo che Claudio possa venire. Ci hai già ballato insieme ed avete fatto innamorare gli spettatori». Annuii.
«E Coviello sia». Ci incamminammo verso gli altri e comunicammo la nostra decisione. Il ragazzo non si scompose, al contrario sembrò quasi più rilassato. Stabilimmo, inoltre, di tornare tutti a casa e di ritrovarci il giorno seguente. Durante il viaggio di ritorno il mio amico avvisò Claudio, il quale accettò entusiasta. Promise di partire quel giorno stesso, prendendo il primo volo disponibile. Il tragitto, al di fuori di ciò, fu molto silenzioso, fino a quando Roberto non sbuffò. Mi voltai verso di lui, ma, non notando alcuna reazione da parte sua, tornai a guardare davanti a me.
«A che stai pensando?». Mi chiese all'improvviso, facendomi sobbalzare. Ridacchiò.
«Allo spettacolo. Spero che tutto vada per il verso giusto, ci tengo davvero e lo sai».
«Tu e Claudio siete spettacolari, farete faville». Arrossii, ancora non mi ero abituata ai complimenti da colui che avevo sempre considerato un idolo, un esempio da seguire. «Ti porto in un posto». Decisi di non chiedere altre informazioni, sapevo che non mi avrebbe dato spiegazioni. Dopo una mezz'ora di camminata, giungemmo nel fatidico luogo. Era un bellissimo parco, ricoperto di fiori ed in cui si poteva udire il cinguettio degli uccelli. Indossai le mie scarpette rosa, quelle che non utilizzavo solitamente, ed iniziai a danzare allegramente. Mi raggiunse anche Roberto. Il vento ci accarezzava e noi sorridevamo, come se fossimo entrambi dei bambini.
Ci stavamo divertendo, eravamo spensierati, senza responsabilità e problemi. Finimmo anche con il ripetere il balletto, sebbene non avessimo alcuna intenzione di farlo. Sembrava quasi che fossimo diventati un tutt'uno con la natura, tanto che quest'ultima ci spingeva a compiere azioni controvoglia. Non so dire quanto tempo passammo in quel parco, ricordo unicamente un guardiano che ci avvisò che il parco stava per chiudere. Riponemmo le nostre scarpette nel borsone e ritornammo all'hotel, dove ci dividemmo. Mi feci una doccia veloce ed indossati degli abiti molto casual, quali un jeans ed una classica maglietta bianca, andai a bussare alla suite di Roberto, per poter andare a cenare insieme. Stranamente, non si fece attendere per molto tempo e ci dirigemmo verso il ristorante dell'albergo.
«Molte volte mi soffermo a pensare come sarebbe stata la mia vita se non ci fossi stato tu. Sei ormai un pezzo integrante della mia quotidianità, trascorriamo insieme tanto di quel tempo che non riesco ad immaginarmi senza te accanto. Ti ringrazio per tutto quello che hai fatto e fai per me, sei il fratello maggiore che non ho mai avuto. Sono davvero felice di averti qui, al mio fianco». Gli scese una lacrima, che prontamente tolse con il dorso della mano.
«Credo che il nostro incontro non sia stato casuale, è stato scelto dal fato e quindi era inevitabile. Probabilmente se non ti avessi notata a dieci anni, lo avrei fatto il giorno del tuo primo spettacolo importante». Fece una pausa di riflessione. «Io non ho intenzione di immaginare un'altra vita, voglio godermi questa, in cui entrambi siamo ballerini e migliori amici, è quella perfetta. Non potrebbe esisterne una migliore».
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♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]
FanfictionDafne, una giovane ballerina della Scala di Milano, riesce, grazie all'aiuto del suo insegnante ed amico, ad esibirsi in uno dei teatri più famosi d'Europa. E sarà lì che incontrerà Charles, pilota di Formula 1, di cui si innamorerà. Nulla, però, sa...