Ero quasi sicura fosse Charles, (d'altronde chi potrebbe mai volermi incontrare davanti il box Ferrari al di fuori di lui), ma non comprendevo questa sua estrema necessità di incontrarmi. Gli era successo qualcosa di grave? Cercai di liberarmi il prima possibile dell'immensa folla che si era posta davanti a me e lo vidi, ansioso, che si mordeva le labbra.
Sorrisi alla vista di lui così inquieto e mi fermai nell'attesa che mi notasse. Non fu molto lunga. Quando, infatti, spostò lo sguardo nella speranza di vedermi, mi trovò davanti a lui che ridevo divertita.
Sorrise sconsolato e mi si avvicinò.
《Volevo chiederti scusa per ieri. Avrei dovuto dire ad Isabelle la verità.》Ecco allora quale fosse il suo nome. Era sempre stato uno dei nomi che amavo, ma in quel momento lo detestavo. Decisi di perdonarlo, d'altronde non aveva fatto nulla di così tanto grave da non meritare il mio perdono.
《Fa nulla, non preoccuparti.》Sorrise, ma subito ritornò serio.
《Ieri ti ho visto in difficoltà con Daniel, che ti sta succedendo? Non sei più come quando ti ho conosciuto.》Scossi la testa sofferente e lo guardai, con sguardo spento.
《Sono malata Charles, ho perso la mia vitalità e la mia spensieratezza. Vivo pensando che prima o poi potrei morire.》Mi strinse con un braccio le spalle e mi squadrò con occhi lucidi.
Mi squillò il cellulare, erano arrivati due messaggi da parte di Roberto e di Lewis.
Lessi il primo, in cui il ballerino mi chiedeva come stessi e mi informava della sua febbre. Il secondo, invece, domandava dove fossi. Sbarrai gli occhi, mi ero dimenticata dell'uscita con Lewis. Charles mi osservò accigliato e non feci in tempo a rispondergli, che mi trovai l'inglese davanti.
《Sei pronta hun?》Sorrisi al soprannome che mi aveva affibbiato ed annuii leggermente.
Vidi Charles dispiaciuto, ma probabilmente fu solo una mia impressione. Lo salutai e mi incamminai con Lewis, che aveva in dosso una maglietta bianca di Tommy Hilfiger, un paio di jeans azzurri ed un cappellino verde.
《Dove andiamo?》Infilò gli occhiali da sole e mi sorrise, ma senza rispondermi. Usciti dall'Hockenheimring, trovai davanti a me una straordinaria McLaren P1 azzurra. Mi guardò divertito e solo allora notai di avere la bocca spalancata.
《Tu hai intenzione di portarmi in giro su questa?》Ero ancora scioccata. Annuì, per poi aprirmi la portiera ed attendere che entrassi. Lo feci ed in men che non si dica, anche lui entrò nella vettura.
《Parlami di te, sono curioso.》Presi il cappellino Ferrari che avevo sulla testa e me lo tolsi, per poterci giocare con le mani.
《Come già detto,studio, anzi studiavo, danza da quando avevo quattro anni, è sempre stata la mia passione. Raggiunti i dieci anni, fui ammessa alla Scala di Milano, la vostra Formula 2 per farti comprendere. Ero felicissima. Ho conosciuto lì il mio migliore amico, che mi ha accompagnato qui per uno spettacolo. È stato dopo di esso che ho scoperto di essere malata, ho sofferto davvero molto e soffro ancora. Vorrei continuare a ballare, vorrei farlo solamente un'altra volta.》Feci una breve pausa, che sembrò, però, durare un'eternità. 《Ho paura di morire.》
《Non morirai, sei una ragazza forte e determinata, riuscirai a guarire.》Scossi la testa sconsolata.
《È così difficile accettare tutto ciò, non è raro che io mi domandi perchè io. Ma subito dopo mi chiedo perchè non io. Voglio vivere Lewis, voglio vivere.》Appoggiò la sua mano sulla mia gamba, per infondermi coraggio ed in parte ci riuscì.
Lo conoscevo da poco, eppure sembrava come se fossimo amici da molti anni. Guidò per quelli che mi sembrarono moltissimi minuti. Aperta la portiera, rimasi sbalordita per la seconda volta nello stesso giorno. Mi aveva portato nel Philosophenweg, uno dei giardini più belli in Germania. Lo abbracciai e vidi spuntare un altro sorriso sulle sue labbra, ero felice di esserne la causa. Purtroppo bisognava pagare e non potetti versare la mia quota, a farlo fu però Lewis, che pregai fino all'ultimo di non farlo. Mi mise un dito sulle labbra per farmi tacere e ci incamminammo per il meraviglioso prato fiorito. Osservavo tutto attentamente e con la coda dell'occhio, notai che l'inglese era intento a scrutare me anziché il giardino. Decisi di lasciar perdere e continuai ad avvicinarmi a qualsiasi cosa mi attirasse ed a domandare informazioni alla guida. Ad un tratto Lewis, notando lo strano sguardo di quest'ultima, prese il suo cappellino verde e me lo sistemò sulla testa. Lo ringraziai con un cenno del capo.
《Fermati lì, ti scatto una foto.》annuii e mi misi in posa. Accennò un sorriso e mi fotografò. La guardai ed ero uscita, stranamente, bene. Presi il suo cellulare e scattai un selfie mentre gli lasciavo un bacio sulla guancia e lui sorrideva. Mi piaceva e gli chiesi di inviarmela.
Terminata la visita, uscimmo e ringraziai, nuovamente, Lewis per la meravigliosa esperienza. Lui prontamente mi abbracciò e mi lasciò un bacio sulla fronte.
《Di nulla hun.》
STAI LEGGENDO
♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]
FanfictionDafne, una giovane ballerina della Scala di Milano, riesce, grazie all'aiuto del suo insegnante ed amico, ad esibirsi in uno dei teatri più famosi d'Europa. E sarà lì che incontrerà Charles, pilota di Formula 1, di cui si innamorerà. Nulla, però, sa...