Provai tutta la mattinata e devo ammettere che non ero andata tanto male quel giorno, nonostante tutto. Mi esercitai più e più volte sugli stessi passi, non riuscivo a memorizzare e quando lo facevo, ecco che il mio giramento di testa si faceva più vivo che mai. Avevo paura della mia condizione di salute, ma non volevo allarmare gli altri e soprattutto non volevo veder svanire, per un motivo o per un altro, la mia carriera di ballerina. Roberto, consapevole della mia situazione, accettò di farmi tornare in albergo prima dell'orario stabilito e fu lui stesso ad accompagnarmici. Una volta arrivati, lo ringraziai e gli diedi un bacio sulla guancia, per poi salire nella mia suite e sedermi sul letto. Dovevo farmi una doccia, ma non avevo le forze per poterlo fare, avevo bisogno di aiuto, ma non sapevo a chi chiederlo. Alla fine mi feci forza e mi diressi verso il bagno, dove non spesi più di dieci minuti. Indossata la mia bellissima camicia da notte celeste di seta, mi infilai sotto le coperte e mi addormentai. Durante la notte mi svegliai, stavo sudando e ne fui felice, era segno che la mia febbre stava scomparendo e che probabilmente avrei potuto esibirmi senza difficoltà.
Il giorno seguente mi svegliai, stranamente, senza fame e decisi di vestirmi e scendere nella hall ad attendere Roberto. Mi sentivo molto meglio, al di fuori della mia sensazione di gonfiore. Non avevo più la febbre e ciò significava che potevo esibirmi. Lo aspettai con la calma più assoluta, che durò fino a quando non vidi spuntare la sua testa castana. Allora corsi da lui e lo abbracciai, rivelandogli la mia rapida guarigione. Mi guardò e mi sorrise, per poi ricambiare l'abbraccio.
«Oggi dovrebbe andare meglio di ieri, voglio davvero esibirmi la prossima settimana». Annuì leggermente e mi fece segno di incamminarmi verso la sua vettura. Era una giornata come le altre, eppure dentro di me sentivo che qualcosa stesse cambiando, che non fossi più la stessa di qualche giorno prima.
Decisi di lasciar correre e di pensare unicamente allo spettacolo, che si avvicinava sempre di più.
«Dafne, promettimi che qualsiasi cosa accada, non solo dal punto di vista della salute, me lo dirai. Niente è più importante di te stessa». Mi voltai ad osservarlo, era serio, dannatamente serio. Il suo sguardo era talmente severo, che sembrava mi stesse bruciando la pelle. Annuii più per timore che per la richiesta vera e propria. Credo non fosse molto convinto della mia risposta, sebbene si fosse voltato dall'altro lato come se nulla fosse accaduto. Lo imitai nel gesto. Il viaggio non durò molto ed una volta giunti, tirai un sospiro di sollievo. L'aria nella vettura era di tensione e mi rendeva ansiosa. Entrati nel teatro, salii il più velocemente possibile sul palco, dove vidi il corpo di ballo, il quale mi avrebbe accompagnato nel mio spettacolo. Sorrisi a tutti e notai una ragazza in disparte, la quale non accennava un riso. Preoccupata mi avvicinai a lei e mi abbassai leggermente per poterla guardare negli occhi.
«Cosa succede cara?». Alzò lo sguardo e mi fissò incredula, come se non si aspettasse che qualcuno potesse rivolgerle la parola.
«Niente signora, niente di rilevante». Risi leggermente per come mi aveva chiamata, mi guardò interrogativa.
«Non sono sposata, dolcezza, io sono Dafne e tu?».
«Brigit, mi chiamo Brigit». Accennò un lieve sorriso, ma ne fui felice.
«Allora Brigit, sei pronta per ballare?». Annuì e si unì agli altri ballerini.
Non so cosa avesse quella ragazza, sicuramente più piccola di me, ma mi incuriosiva. Aveva un accento tedesco molto marcato, anche quando conversava in inglese. Roberto mi si affiancò e mi suggerì di andarmi a cambiare, indossando le mie scarpette rosse ed il mio amabile tutù nero. Era il mio preferito, quello che mi portava fortuna. Una volta tornata, vidi i danzatori che si preparavano, seguendo le dritte dell'italiano. Attesi che finissero, per poter fare il mio ingresso. Senza neanche attendere gli ordini, iniziai a danzare, ripetendo tutti i passi che avevo imparato il giorno precedente. Andava molto meglio ed io mi sentivo più leggera, più libera. Roberto mi guardava stupefatto, come se non si aspettasse che riuscissi a ballare quel pezzo. Io, invece, in quel momento credevo di avere tutto nelle mie mani e di essere capace di fare tutto, ma mi sbagliavo.
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♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]
FanfictionDafne, una giovane ballerina della Scala di Milano, riesce, grazie all'aiuto del suo insegnante ed amico, ad esibirsi in uno dei teatri più famosi d'Europa. E sarà lì che incontrerà Charles, pilota di Formula 1, di cui si innamorerà. Nulla, però, sa...