Decisi di comprarlo, ero sicura che mi sarebbe piaciuto. Una volta uscita, tornai a passeggiare per la città, fino a quando non notai quel luogo in cui io e Roberto eravamo soliti andare quando ero più piccola. Era Parco della Guastalla, e sebbene non distasse molto da casa mia, non vi andavo spesso. Era molto tranquillo ed amavo trascorrere il tempo lì, soprattutto quando avevo bisogno di non pensare più a nulla. Mi incamminai verso la peschiera e lì appoggiai le braccia sul muretto, affinchè fossi più comoda. Vidi dei pesciolini nuotare indisturbati e sorrisi, sembravano spensierati. Pensai a come la mia vita fosse cambiata nel giro di poco più di sei mesi e di quanto io stessa non fossi più quella di prima. Ero maturata, avevo commesso degli sbagli, ma avevo anche compiuto delle scelte giuste, avevo imparato, soprattutto, ad amare. Avevo sperimentato la paura di morire ed assaporato il gusto di quella mia breve vita, avevo compreso cosa significasse avere delle persone comprensive accanto a me. Strinsi le spalle in un abbraccio, nella speranza di coprirmi dal vento che aveva appena iniziato a soffiare. I miei capelli erano cresciuti, ed erano abbastanza da poter coprire la mia testa dal freddo. Rimasi lì per quasi tutto il pomeriggio e decisi di tornare a casa al calar del sole. Passeggiai tranquillamente e nel frattempo mi domandavo chi potesse essere il mio donatore. Avrei tanto voluto conoscerlo e ringraziarlo. Prima che mi giungesse la fatidica chiamata, avevo ormai perduto qualsiasi speranza di salvezza. Ero convinta che non ce l'avrei fatta, che mi sarebbero rimasti ben pochi mesi, se non giorni, di vita. Ben presto mi trovai davanti il portone della mia dimora e subito vi entrai. Era così buia e silenziosa, che mi trasmise angoscia. Non ero mai stata un'amante della solitudine, desideravo sempre avere qualcuno con cui condividere le mie giornate, anche solo per non renderle monotone e stancanti. Accesi la luce e mi diressi nella mia camera, dove andai finalmente a cambiarmi. Indossai una semplice tuta grigia, l'unico indumento davvero comodo che avessi. Ordinai una pizza, non avendo alcuna voglia di cucinare ed iniziai a leggere il libro appena comprato. Si dimostrava essere interessante ed avrei sicuramente letto di più quella sera, se a distrarmi non fosse stato il citofono. Andai a rispondere velocemente, poichè il fattorino era ormai arrivato. Accesi la televisione nella speranza di trovare un buon film e l'unico ad attrarmi fu "Serenity". Inizialmente vi prestai molta attenzione, ma a farmi distogliere lo sguardo fu l'arrivo di un messaggio. Charles mi aveva inviato una foto di una pagina di un libro che recitava: "Ha fatto qualche errore
ma quando creò te distesa a letto
fece tutto il Suo Sacro Universo." Sorrisi.
"Sai di essere la persona più dolce del mondo?"
"Se lo sono è merito tuo, mi rendi un uomo migliore e ti ringrazio di ciò." Ben presto mi arrivò un altro suo messaggio. "Sei unica e speciale, la ragazza che voglio al mio fianco."
"Cosa trovi di bello in me? Non ho assolutamente nulla che possa attrarre. Non sono bella e neanche ricca, non sono una modella e neanche un'attrice. Sono una semplice ballerina malata, potrei quasi essere un personaggio dell'Antologia di Spoon River."
"Non devi sminuirti sempre chèrie, sei perfetta come sei ed io ti voglio esattamente così." Sospirai. "Sai che la casa qui a Monaco è troppo silenziosa per i miei gusti? Vorrei fossi qui."
"La situazione qui non è migliore, è sempre la solita vita monotona e non ho praticamente nessuno con cui poter conversare dal vivo."
"Non hai altri amici al di fuori di Roberto?"
"Ho mantenuto principalmente le mie amicizie a Trieste, qui ho fatto solo conoscenze, la vita è diversa qui. Sono tutti troppo indaffarati per poter prestare attenzione a me."
"Credo che ciò sia solamente una tua convinzione."
"Probabile, ma non riesco a pensarla diversamente." Decise di cambiare argomento.
"Che ne dici se ti chiamassi?"
"Sarebbe fantastico." Neanche il tempo di rispondere, mi giunse una chiamata dal francese.
《Buonasera piccola.》Sorrisi al dolce nomignolo.
《Buonasera Char.》
《Mi manchi tremendamente troppo. 》
《Manchi anche tu a me, è davvero difficile sostenere questa distanza, quando il mio unico desiderio è quello di sentirti accanto a me.》Non rispose e potetti facilmente immaginare che fosse rimasto sorpreso dalle mie parole. Non ero il tipo di persona che esprimeva i suoi sentimenti attraverso le parole, ero solita farlo grazie ai piccoli gesti quotidiani. Parlammo molto quella serata e ricordo ancora come giungesse alle mie orecchie il suono angelico della sua risata e della sua voce. Avevo un disperato bisogno di lui.
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♧Juste Danser♧|| Charles Leclerc [IN REVISIONE]
FanfictionDafne, una giovane ballerina della Scala di Milano, riesce, grazie all'aiuto del suo insegnante ed amico, ad esibirsi in uno dei teatri più famosi d'Europa. E sarà lì che incontrerà Charles, pilota di Formula 1, di cui si innamorerà. Nulla, però, sa...